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Italia e Francia, il rischio politico domina l’eurozona

L’incertezza politica che caratterizza l’Italia e la Francia inquieta i mercati finanziari, soprattutto sul versante obbligazionario – Oggi asta dei Ctz – Il dollaro spinge i mercati asiatici: Cina e Corea ai massimi – Sale anche il petrolio – Jefferies promuove il nuovo piano Terna

Italia e Francia, il rischio politico domina l’eurozona

“A nostro avviso l’Italia rappresenta oggi il rischio maggiore per l’Eurozona”. Il parere di Marco Stringa, senior economist di Deutsche Bank, è abbastanza significativo degli umori del mercato che, però, non si sono per ora tradotti in forti correnti speculative. Ma la diagnosi di Standard & Poor’s è netta: l’Italia è invischiata in uno stallo politico, in una situazione che potrebbe trasformare il 2017 in un anno perso per quanto riguarda le riforme di cui il Paese ha bisogno.

Diversa, ma non più facile, la situazione francese: i sondaggi segnalano che Marie Le Pen continua a crescere. Ieri lo spread tra i titoli francesi e i Bund tedeschi è salito fino a 81 punti (massimo dall’agosto 2012) prima di rientrare a quota 77. La diga, per ora, tiene. Stamane i dati Pmi in arrivo dall’economia europea potrebbero portare nuovo ossigeno all’ottimismo, vista la spinta garantita dagli acquisti del Quantitative Easing. Solo oggi, però, con la riapertura di Wall Street, le Borse torneranno a fare i conti con la speculazione.

CINA E COREA AI MASSIMI, SALE IL PETROLIO. ENI +0,9%

Dollaro e petrolio in moderata ascesa stamane sui mercati asiatici. L’euro scivola a 1,0588, lo yen a 113,53. Ne traggono vantaggio i listini azionari: Tokyo +0,4% a fronte di dati incoraggianti sull’attività manifatturiera. La borsa coreana (+1,1%) è ai massimi da metà 2015.

Rialzi anche a Hong Kong (+0,4%) e sui listini cinesi. La Borsa di Shanghai continua la sua marci al rialzo: +7% nell’ultimo mese, pur in assenza di flussi d’acquisto dall’estero. Il rapporto prezzo/utili è comunque conveniente: 19,7 volte contro 23 del listino di Sidney e 25 della Borsa indiana.

Recupera posizioni il petrolio. Stamane il Brent sale dello 0,6%, a 56,24 dollari al barile, Wti a 53,71. La settimana scorsa le quotazioni del greggio sono scese dell’1,5%. A dicembre l’export saudita è sceso a 8,014 milioni di barili (contro 8,258 milioni di novembre).

A Piazza Affari si mette in luce Eni, in rialzo dello 0,9%, mentre sono contrastati gli altri titoli legati al petrolio: Saipem +0,2%, Tenaris -1%

PIATTA MILANO, IN EVIDENZA DEUTSCHE TELEKOM

Tlc e banche hanno sostenuto ieri i listini europei, compensando l’effetto negativo del ritiro dell’offerta di Kraft su Unilever (-7,8%). Oggi usciranno gli indici Pmi sull’andamento dell’industria manifatturiera europea.

Avvio di settimana con volumi ridotti a Milano che ha chiuso a 18.979 punti, in ribasso dello 0,06%. Contrastati gli altri listini del Vecchio Continente: giù Parigi (-0,05%), mentre sono salite Francoforte (+0,6%) e Madrid (+0,37%). Sulla parità Londra.

La performance di Francoforte è merito del balzo di Deutsche Telekom (+3%), spinta dalla notizia di un possibile merger in Usa tra T-Mobil (controllata dall’ex incumbent tedesco) e Sprint, gestore controllato dalla giapponese Softbank.

A Londra grande balzo di Royal Bank of Scotland (+6,84%) dopo la rinuncia alla vendita della divisione Williams & Glyn.

Quanto alla Grecia, “c’è ancora molto lavoro da fare”, ha detto Jeroen Dijsselbloem, responsabile dei ministri della zona euro dopo l’incontro a Bruxelles. “Non c’è alcun bisogno di un esborso a marzo, aprile o maggio”, ha aggiunto. Atene ha bisogno di trovare nuovi fondi per pagare il proprio debito entro luglio.

SCAMBI SOTTILI PER I BTP. IN ASTA 2,5 MILIARDI DI CTZ

Dopo una giornata movimentata il secondario italiano ha chiuso pressoché piatto, in linea con la carta francese. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni e il tasso del decennale di riferimento sono sugli stessi livelli della chiusura di venerdì, rispettivamente a 188 punti base e a 2,18%. Nel primo pomeriggio tuttavia lo spread Italia-Germania ha registrato una fiammata a 196, massimo dal lunedì scorso.

La seduta e stata caratterizzata da volumi particolarmente sottili per via della chiusura della piazza Usa ma anche da una breve ma intensa pioggia di vendite nel primo pomeriggio legata all’incertezza sul futuro politico della Francia.

Il decennale francese ha chiuso in lieve calo con il rendimento a 1,057% dopo essersi spinto fino a 1,11%, mentre lo spread Francia Germania si attesta a 76 punti base, dopo aver toccato in seduta gli 85 punti base, massimo da novembre 2012. Sulla scia dei timori legati alle presidenziali francesi, il tasso dello Schatz tedesco è sceso fino al minimo storico di -0,853%.

Tra metà ottobre tra metà ottobre e metà febbraio 2017, segnala Standard & Poor’s, il tasso dei bond sovrani a lungo termine è cresciuto soprattutto in Francia (al top da 4 anni) e in Italia (+80 punti). Peggio di loro c’è il Portogallo (+115 punti), mentre in Spagna il rendimento è salito di 50 punti e in Germania di 25.

In occasione dell’asta di giovedì prossimo, il Tesoro offrirà tra 2 e 2,5 miliardi di euro nella quinta tranche del Ctz con scadenza 28 dicembre 2018. Verranno offerti anche tra 750 milioni e 1,25 miliardi complessivi della sesta tranche del Btpei 15 maggio.

GENERALI,PER POCO, TERZO SOCIO DI INTESA

Attività al lumicino in Piazza Affari salvo un po’ di trading sui titoli bancari, che hanno guadagnato nelle prime battute, per poi perdere terreno nel pomeriggio in sintonia con Oat e Btp. In calo Unicredit (-1,1%) che s’avvia a chiudere giovedì l’aumento di capitale. In ribasso anche Banco Bpm (-2,4%), Ubi (-0,7%, Fitch ha tagliato il rating a BBB- da BBB) e Bper Banca (-1%).

Stabile Intesa (-0,1%) alla vigilia del Cda che non dovrebbe però riservare sorprese sul fronte delle Generali (-1,4%). La compagnia detiene il 4,492% della Banca, di cui l’1,085% come prestito titoli.

JEFFERIES PROMUOVE TERNA. RADAR LEONARDO PER SAFRAN

Telecom Italia -0,8%, in controtendenza rispetto all’indice europeo di settore. Il titolo non ha reagito alla notizia che Tim ha rinunciato al secondo bando Infratel.

Positiva Terna (+0,9%) dopo avere diffuso i risultati del 2016, che si è chiuso con un Ebitda di 1,54 miliardi di euro, in linea con il 2015. Jefferies ha confermato il giudizio Buy con target price a 4,80 euro.

Avanzano i titoli industriali: Fiat Chrysler+1,4%, Stm +2,1%, Brembo +0,8%. Positiva anche Leonardo (+0,4%). La società ha annunciato che il suo radar a scansione elettronica PicoSar è stato scelto da Safran Electronics & Defense per equipaggiare il Patroller, il nuovo drone tattico dell’esercito francese. 

Atlantia -0.6%. Gli analisti di Mediobanca hanno confermato il giudizio Buy sul titolo con un target price fissato a 27 euro, stimando un upside del 22%. Nuovo record assoluto per Banca Ifis (+2,5% a 29,50 euro).

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