Diminuisce l’attivo del saldo commerciale nel mese di luglio, ma contemporaneamente si rivela migliore delle attese. Rispetto al mese precedente, infatti, si registra una diminuzione per le esportazioni (-1,4%) e una crescita per le importazioni (+0,9%), che attesta il surplus commerciale a 6,6 miliardi (il consensus si era espresso per 3,89 miliardi, mentre era +7,8 miliardi a luglio 2016).
Il calo congiunturale dell’export coinvolge sia i mercati extra Ue (-1,8%) sia, in misura minore, l’area Ue (-1,1%). Tutti i raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione, a eccezione dei beni di consumo (+0,6%).
Nel trimestre maggio-luglio 2017, rispetto al trimestre precedente, l’export risulta stazionario ed è sintesi dell’aumento delle vendite dell’area Ue (+0,7%) e della diminuzione di quelle dell’area extra Ue (-0,8%). Nello stesso periodo le importazioni registrano una crescita (+1%).
A luglio 2017 la crescita tendenziale dell’export si mantiene positiva (+5,1%) e riguarda sia l’area Ue (+6,2%) sia quella extra Ue (+3,8%); l’aumento dell’import (+10,5%) è determinato da un forte dinamismo degli acquisti da entrambe le aree di sbocco (+12,1% per l’area Ue e +8,2% per l’area extra Ue).
Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita dell’export, si segnalano articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+22,8%), autoveicoli (+14,0%), sostanze e prodotti chimici (+7,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,6%), prodotti delle altre attività manifatturiere (+5,7%) e macchine e apparecchi n.c.a. (+5,4%).
A sottolineare il record storico per il Made in Italy alimentare all’estero, con una crescita del +7,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è la Coldiretti che ha analizzato i dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2017 dopo che nel 2016 l’agroalimentare aveva raggiunto il massimo storico di 38,4 miliardi. Se il trend sarà mantenuto a fine anno – sottolinea l’organizzazione degli agricoltori – saranno superati per la prima volta nella storia i 40 miliardi di euro di export agroalimentare che è cresciuto sia nei paesi dell’Unione (+5,1%) che soprattutto in quelli fuori dell’Europa dove ha messo a segno un incoraggiante +10,8%.
Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentare – precisa la Coldiretti – interessano i Paesi dell’Unione Europea ma gli Stati Uniti – sottolinea la Coldiretti – sono di gran lunga il principale mercato dell’italian food fuori dai confini dall’Unione, ed il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna. Il prodotto agroalimentare italiano più esportato all’estero – continua la Coldiretti – è il vino seguito dall’ortofrutta fresca. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare – conclude l’organizzazione – con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.
Rispetto ai principali mercati di sbocco, si segnala la marcata crescita tendenziale delle esportazioni verso Stati Uniti (+9,9%) e Regno Unito (+7,9%).
Nei primi sette mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 25,6 miliardi (+45,3 miliardi al netto dei prodotti energetici) con una crescita sostenuta sia per l’export (+7,6%) sia per l’import (+11,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel mese di luglio 2017 l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,8% nei confronti di luglio 2016.