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Isee 2026: prima casa esclusa fino a 91.500 euro, come cambia il calcolo e quali bonus si possono ottenere

La manovra 2026 aumenta la soglia Isee per escludere la prima casa a 91.500 euro e aggiorna la scala di maggiorazioni per famiglie numerose, facilitando l’accesso ad alcuni bonus, ma crescono dubbi su equità e complessità

Isee 2026: prima casa esclusa fino a 91.500 euro, come cambia il calcolo e quali bonus si possono ottenere

Con la Legge di Bilancio 2026 arriva una novità significativa per il calcolo dell’Isee: la prima casa di abitazione sarà esclusa dal conteggio fino a un valore catastale di 91.500 euro, contro l’attuale soglia di 52.500 euro. Un cambiamento che potrebbe aprire la strada a più famiglie per accedere a bonus e agevolazioni.

La misura, contenuta nella bozza della manovra all’articolo 47, non si applica però a tutte le prestazioni ma riguarda cinque bonus principali: Assegno di Inclusione (Adi), Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl), Assegno Unico e Universale per i figli a carico, bonus asilo nido e bonus nuovi nati.

Come funziona oggi l’Isee

L’Isee, Indicatore della Situazione Economica Equivalente, misura la condizione economica delle famiglie considerando il reddito complessivo e il 20% del patrimonio mobiliare e immobiliare. Attualmente la prima casa è esclusa fino a 52.500 euro; oltre tale soglia si considerano solo due terzi del valore eccedente. La scala di equivalenza pondera poi il valore in base al numero di componenti del nucleo familiare e alla presenza di figli o persone con disabilità. Fino a oggi, gli aumenti erano riconosciuti solo a partire da tre figli: +0,2 per tre figli, +0,35 per quattro e +0,5 per cinque o più.

Isee, cambia il calcolo: ecco le novità della manovra

La bozza della manovra prevede che l’esclusione si estenderà fino a 91.500 euro di valore catastale, con un incremento di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. Inoltre, la scala di maggiorazioni viene aggiornata per premiare i nuclei numerosi: le famiglie con due figli avranno un aumento di 0,10 punti, quelle con tre figli di 0,25, con quattro figli di 0,40 e con cinque o più figli di 0,55. L’intento è evitare che l’abitazione di residenza – spesso l’unico bene di molte famiglie – faccia aumentare artificialmente l’Isee, penalizzando chi vive solo del reddito da lavoro o pensione.

Valore catastale e valore di mercato: qual è la differenza

Il valore catastale non corrisponde al prezzo reale dell’immobile ma è una cifra ufficiale calcolata per fini fiscali, basata sulla rendita catastale, sulla zona in cui si trova la casa e sull’anno di costruzione. Il valore di mercato, invece, rappresenta quanto la stessa abitazione potrebbe essere venduta sul mercato reale e, in media, risulta tre o quattro volte superiore rispetto al valore catastale. La nuova soglia di 91.500 euro – equivalente a circa 300-350mila euro di valore di mercato – punta quindi a includere le abitazioni di famiglie che vivono in città medie o in periferia, lasciando fuori le case di pregio o le categorie catastali più elevate. Migliaia di nuclei potrebbero quindi rientrare nei requisiti Isee per accedere ai principali bonus, anche se secondo una stima del Sole 24 Ore basata sui dati dei Caf Acli, anche alzando la soglia a 100mila euro, solo il 15% delle famiglie italiane trarrebbe un reale beneficio. L’intervento comporta un incremento di spesa per il bilancio pubblico stimato in 465 milioni di euro per il solo 2026.

Manovra: verso una riforma complessiva dell’Isee dal 2026

Questa novità rappresenta però solo un primo passo verso una riforma più ampia dell’Isee. Tra le ipotesi allo studio ci sono l’indicizzazione automatica della soglia della prima casa, l’estensione della franchigia ad altri beni, l’introduzione di soglie di reddito progressive e maggiorazioni per famiglie con figli piccoli o persone con disabilità. L’obiettivo dichiarato è rendere l’Isee più realistico e meno penalizzante per i risparmi sicuri, pur evitando vantaggi per chi possiede patrimoni elevati.

Le critiche dei sindacati: “Rischio caos e disuguaglianze”

Non mancano però le critiche. La Cgil segnala il rischio di un appiattimento della progressività dell’Isee: l’aumento della franchigia sulla prima casa potrebbe favorire alcune famiglie a scapito di altre, senza incidere in maniera organica sulla redistribuzione dei benefici. Inoltre, essendo la misura limitata ad alcune prestazioni, sarà necessario un decreto direttoriale per entrare a regime, con possibili ritardi nella campagna Isee di gennaio e costi aggiuntivi per cittadini e Caf, come già avvenuto con l’esenzione sui titoli di Stato.

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