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Investimenti ESG, Bankitalia: in tre anni l’impronta carbonica del portafoglio azionario è scesa del 60%

E quest’anno Via Nazionale lancerà un portafoglio azionario di investimento tematico destinato alle aziende maggiormente in grado di contribuire alla transizione ecologica

Investimenti ESG, Bankitalia: in tre anni l’impronta carbonica del portafoglio azionario è scesa del 60%

Tra il 2018 e il 2021, l’impronta carbonica delle azioni gestite dalla Banca d’Italia è crollata del 60%, fino a risultare inferiore del 37% rispetto all’indice di mercato preso a riferimento. Il portafoglio in questione vale 16 miliardi di euro, pari a oltre il 90% degli investimenti realizzati da Via Nazionale in titoli privati. I numeri sono contenuti nel primo “Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici”, pubblicato martedì da Bankitalia facendo seguito all’impegno preso con la Carta degli investimenti sostenibili del 2021.

L’istituto centrale – che dal 2019 utilizza criteri ESG nella gestione dei propri portafogli non di politica monetaria – precisa inoltre che gli stessi titoli sono migliori rispetto alla media del mercato anche sotto altri profili: intensità carbonica (-24%), produzione di rifiuti (-28%), uso di energia elettrica (-21%) e di acqua (-14%). Per quanto riguarda gli indicatori sociali, la quota di donne impiegate è maggiore di 7 punti percentuali rispetto al benchmark, mentre il tasso di infortuni è inferiore del 9%.

I titoli di Stato dell’Eurozona

Tuttavia, le azioni rappresentano una minoranza dei titoli potenzialmente interessati da una gestione sostenibile, che a fine 2021 valevano in tutto circa 210 miliardi di euro. “Per i titoli di Stato dell’area dell’euro, che rappresentano gran parte di questo importo – precisa Bankitalia – gli indicatori di sostenibilità vengono attualmente monitorati, ma non influenzano le scelte di investimento, per diversi motivi”. Fanno eccezione “le obbligazioni verdi di emittenti sovrani dell’area dell’euro e di istituzioni sovranazionali, attualmente pari a 1,7 miliardi di euro, il cui peso negli investimenti della Banca è destinato a crescere nel tempo”.

L’attenzione del mercato per gli investimenti ESG

Intanto, cresce anche l’attenzione di tutto il mercato nei confronti della finanza sostenibile. Secondo un rapporto della Global Sustainable Investment Alliance, nel 2020 gli investimenti Esg costituivano circa il 36% degli attivi globali in gestione e il loro valore aveva raggiunto i 35,3 trilioni di dollari, più del doppio rispetto al 2016.

I criteri per determinare la sostenibilità degli investimenti

Non sempre, però, i criteri per determinare la sostenibilità degli investimenti sono limpidi e credibili. A questo problema la Banca d’Italia dedica particolare attenzione, scegliendo la strada della massima trasparenza: “Finora gli indicatori ESG utilizzati per orientare le scelte sui portafogli di strumenti di emittenti privati sono stati di tipo storico (misure di determinate grandezze a una data precedente) – si legge ancora nel rapporto – L’utilizzo di dati prospettici è infatti reso complesso dalle incertezze sugli orizzonti temporali e sulla tipologia di indicatori, sulla probabilità degli eventi e sulla loro gravità. Le informazioni sui piani futuri diffuse dalle imprese rappresentano tuttavia una base da cui partire, caratterizzata da un numero minore di ipotesi di scenario”.

Le novità in arrivo nel 2022

Da quest’anno, quindi, “le decisioni di investimento vengono prese anche in considerazione degli impegni di decarbonizzazione e dei piani di transizione delle imprese; con queste ultime sarà inoltre avviato un dialogo per raccogliere informazioni sulle strategie di sostenibilità e sui risultati finora conseguiti – conclude il rapporto – Verrà infine creato un portafoglio azionario di investimento tematico destinato alle aziende maggiormente in grado di contribuire alla transizione ecologica, per cogliere le opportunità legate alle innovazioni tecnologiche e favorire il cambiamento strutturale del sistema economico”.

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