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Intesa San Paolo punta in ambito Esg a una posizione di vertice mondiale in 2022-25

Archiviato il piano 2018-2021, Intesa Sanpaolo punta con il nuovo Piano d’Impresa 2022-2025 a raggiungere una posizione ai vertici mondiali per impatto sociale e clima

Intesa San Paolo punta in ambito Esg a una posizione di vertice mondiale in 2022-25

Nel 2021, nonostante uno scenario globale molto complesso, Intesa Sanpaolo ha portato a termine il Piano d’Impresa 2018-2021 conseguendo in ambito Esg risultati anche superiori agli obiettivi dichiarati, attraverso una strategia fondata su sostenibilità sociale, culturale e ambientale e radicamento nei territori, e confermando la propria solidità patrimoniale e la capacità di creare valore di lungo termine per tutti gli stakeholder.

Nel corso dell’anno, il programma ISP4ESG, avviato nel 2019, ha coinvolto tutte le divisioni e le aree di governo del Gruppo nel processo di integrazione delle logiche Esg all’interno del modello di business e nella strategia dell’istituto bancario.

Intesa Sanpaolo: entro 2050 obiettivo zero emissioni nette

Nell’ultimo trimestre in particolare, un passaggio significativo del percorso del gruppo bancario nel contrasto al cambiamento climatico è stato rappresentato dalla formalizzazione dell’impegno all’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, attraverso l’adesione a tutte le alleanze Net-Zero promosse dalla UNEP Finance Initiative: Net-Zero Banking Alliance (NZBA), Net Zero Asset Managers Initiative (NZAMI), Net-Zero Asset Owner Alliance (NZOA) e Net-Zero Insurance Alliance (NZIA).

Con più di un anno di anticipo rispetto alla scadenza prevista dalla NZBA, Intesa Sanpaolo ha inoltre definito, all’interno del Piano d’Impresa 2022-2025, gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 allineati al net zero per i settori dell’oil&gas, della produzione di energia, dell’automotive e dell’estrazione del carbone, che rappresentano più del 60% delle emissioni finanziate del portafoglio di aziende non finanziarie nei settori indicati dalla NZBA.

In particolare, a settembre 2021 la banca si è impegnata ad adottare e implementare gli Stakeholder Capitalism Metrics sviluppati dal World Economic Forum, indicatori inclusi per la prima volta nella DCNF 2021, mentre lo scorso ottobre è stato pubblicato il primo TCFD Report.

Nel 2021 finanziamenti ad alto impatto sociale per 20,6 miliardi

Tra i principali risultati 2021 dell’impegno di sostenibilità del Gruppo risultano finanziamenti ad alto impatto sociale per 20,6 miliardi di euro (27% del totale), dei quali 14 a sostegno del sistema produttivo durante l’emergenza sanitaria (43 miliardi di euro dall’inizio della pandemia), finanziamenti a green e circular economy per 8,7 miliardi di euro (11,2% del totale), più che triplicati rispetto al 2020 (+213%), il contributo monetario alla comunità (con particolare attenzione su arte e cultura) per oltre 80 milioni di euro, il credito a imprese sociali e Terzo Settore per oltre 460 milioni di euro (circa 1,2 miliardi di euro dal 2018).

Inoltre il Gruppo ha avuto una leadership negli investimenti sostenibili e nel digitale, l’attenzione al benessere delle persone abilitandone 78.000 a smart working ed erogando 13 milioni di ore di formazione, circa 4.000 assunzioni (quasi il 60% donne).

Intesa Sanpaolo continua ad essere un modello di riferimento per la sostenibilità, come dimostrato dal suo posizionamento nei principali indici e classifiche internazionali: è l’unica Banca italiana presente nei Dow Jones Sustainability Indices World e Europe ed è classificata prima tra i peers da MSCI, Sustainalytics e Bloomberg (ESG Disclosure Score); nel 2021 è risultata la migliore banca europea e la migliore società italiana per gli aspetti ESG nella classifica di Institutional Investor e a ottobre 2021 è stata inclusa nel nuovo indice Euronext – Borsa Italiana MIB ESG Index.

Con il nuovo Piano d’Impresa 2022-2025, il Gruppo intende rafforzare ulteriormente la propria leadership in ambito Esg con una posizione ai vertici mondiali per impatto sociale e grande focus sul clima.

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