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Interesse dei cinesi per le reti di Snam e Terna

Il gruppo cinese State Grid of China è interessato a quote delle reti del gas (Snam) ed elettrica (Terna) che dovrebbero essere cedute con il piano di privatizzazioni del governo – A un mese e mezzo dall’annuncio del premier Enrico Letta, non sono ancora stati definiti dettagli e scadenze del programma – Gli incassi dovrebbero essere tra i 10 e i 12 miliardi

Interesse dei cinesi per le reti di Snam e Terna

C’è l’interesse dei cinesi per le quote delle reti del gas (Snam) ed elettrica (Terna) che dovrebbero essere cedute con il piano di privatizzazioni del governo, annunciato già un mese e mezzo fa. Tuttavia ancora non sono stati chiariti dettagli e scadenze del programma e gli incassi sembrano incerti.

Il premier Enrico Letta aveva parlato di incassi dalle dismissioni “tra i 10 e i 12 miliardi” di euro per quest’anno. Incassi da destinare per metà al contenimento del debito pubblico (che ha raggiunto i 2.085 miliardi a fine ottobre 2013) e per l’altra metà a rafforzare il capitale della Cassa depositi e prestiti (Cdp), la società pubblica controllata con l’80,15 dal ministero dell’Economia e utilizzata negli ultimi anni per trasferire pacchetti azionari detenuti dal ministero dell’Economia, con effetti puramente contabili sul bilancio dello Stato.

A mostrare interesse per le reti di trasporto del gas (Snam) ed elettricità (Terna), secondo fonti finanziarie, è un importante gruppo pubblico cinese, State Grid corporation of China, produttore di elettricità e gestore della rete elettrica in Cina. Nel 2012 il gruppo cinese ha comprato il 25% della Ren, la società che gestisce la rete elettrica in Portogallo e ora ha intenzione di espandersi in Europa.

Lo Stato possiede circa il 30% di entrambe le società (Snam e Terna), le cui azioni sono nel forziere Cdp. Il pacchetto Snam è dentro una nuova controllata di Cdp, la Cdp Reti, nella quale è previsto confluisca anche il 29,9% di Terna e il controllo del gasdotto Tag, anche questo posseduto dalla Cassa depositi e prestiti. Il piano prevede quindi che venga venduto a un soggetto il 49% della Cdp Reti, che contiene solo azioni di altre società e non darebbe ai futuri soci poteri di gestione, in quanto il 51% della società resterebbe allo Stato. Questo aspetto potrebbe rendere meno appetibile la dismissione. 

Il governo sta poi studiando altri progetti per far cassa. Tra questi: l’operazione per far decollare e completare in meno di 12 mesi il piano di riacquisto di azioni proprie dell’Eni per il 10% del capitale (un buy pack che, secondo fonti finanziarie, potrebbe durare almeno 5 anni); la vendita del 40% dell’Enav, la società che gestisce il controllo del traffico aereo civile, rilanciata dall’amministratore unico, Massimo Garbini, il cui incasso previsto è sui 500-600 milioni; la quotazione per la cessione del 40-50% di Fincantieri, con un incasso stimato sui 600 milioni.

Letta ha annunciato anche la vendita di Grandi Stazioni, la società controllata al 60% dalle Ferrovie dello Stato che gestisce la stazione Tiburtina e ha il compito di valorizzare e gestire le altre 13 maggiori stazioni italiane, tra cui Roma Termini, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Bologna e Napoli Centrale. 

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