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Inghilterra amara per l’Italia di Spalletti che perde e rischia su Euro 2024. Scommesse: Fagioli patteggia 7 mesi di squalifica

Netta sconfitta dell’Italia a Wembley per 3 a 1 – Ora la qualificazione agli Europei del 24 torna in bilico – Fagioli patteggia per calcioscommesse: potrà tornare a giocare le ultime due gare del campionato

Inghilterra amara per l’Italia di Spalletti che perde e rischia su Euro 2024. Scommesse: Fagioli patteggia 7 mesi di squalifica

Adesso sono guai. La sconfitta di Wembley, unita alla prevedibile vittoria dell’Ucraina a Malta, fa scivolare l’Italia al terzo posto del Gruppo C, costringendola a giocarsi il tutto per tutte nelle prossime due partite contro Macedonia del Nord (ancora loro!) e, appunto, Ucraina, in quello che sarà un vero e proprio spareggio per Euro 24. Scenario da brividi, figlio di un ko fin troppo pesante per ciò che si è visto in campo, eppure maledettamente reale: gli inglesi di Southgate volano in Germania aritmeticamente, mentre agli azzurri di Spalletti non resta che aspettare la sosta di novembre, nella speranza che il clima sia migliore rispetto a quello attuale.

Inghilterra – Italia 3-1: Scamacca illude Spalletti, poi salgono in cattedra Kane (due volte) e Rashford

Dello scandalo scommesse, protagonista assoluto di questi giorni, parleremo dopo, ma è chiaro che l’Italia ne avrebbe fatto volentieri a meno, per quanto l’approccio di Wembley sia stato il migliore degli ultimi due anni. Gli azzurri sono entrati in campo con il piglio delle grandi notti, aiutati anche da un contesto che evoca ricordi dolcissimi, e si sono presi il vantaggio con autorità: discesa sulla destra di Di Lorenzo, velo (involontario, ma che importa) di Frattesi e tap-in vincente di Scamacca, al suo primo gol con la maglia della Nazionale (15’), proprio in quell’Albione che lo aveva illuso (West Ham) e poi rispedito al mittente (Atalanta). Sembrava il preludio a una grande impresa, tanto più che Malta era incredibilmente avanti con l’Ucraina, ma al 32’ Di Lorenzo è entrato in ritardo su Bellingham, inducendo Turpin a fischiare un rigore trasformato dal solito Kane. Il pareggio, tutto sommato, sarebbe andato più che bene alla banda Spalletti, ma l’intervallo ha trasformato i Leoni di Southgate, rientrati in campo con un piglio diverso. Al 57’ Bellingham ha ribadito a tutti di essere uno dei migliori giocatori del mondo, partendo palla al piede e consegnando a Rashford il tiro del 2-1, su cui Donnarumma non ha neanche tentato l’intervento. Da lì in poi non c’è più stata partita, anche perché Turpin ha preso un clamoroso abbaglio non estraendo il secondo giallo per Phillips (pestone su Barella): un finale in superiorità numerica, forse, ci avrebbe dato più coraggio, invece è stata l’Inghilterra a sorridere ancora con Kane, bravo a sgusciare via sia a Bastoni che a Scalvini per poi battere Donnarumma.

Spalletti amaro: “L’idea era giusta, purtroppo abbiamo perso il confronto a viso aperto”

“Abbiamo approcciato la partita con delle intenzioni giuste, troppo spesso siamo condizionati dal risultato – l’analisi del Ct azzurro -. Deve essere una cosa normale subire ripartenze, se si vuole fare un calcio europeo e fisico come i club e le nazionali che insegnano come bisogna stare in campo. Che risposte ho avuto dalla squadra? Corrette sulla ricerca del gioco, ma nel confronto a viso aperto qualche correzione va fatta. Dispiace, per come si è sviluppata la partita non meritavamo un passivo di due gol, poi però bisogna andare a crescere negli episodi che il confronto europeo ti mette davanti: sui duelli fisici bisogna reggere botta, quando c’è la situazione ibrida bisogna decidere cosa fare”. Infine una riflessione sulla pressione che la squadra avrà nelle ultime due sfide del girone: “Io non temo nulla, rimarrei sorpreso se lo temessero i miei calciatori – ha proseguito Spalletti -. È una cosa normale quella di andare a giocare partite dove non si torna indietro”.

Inchiesta scommesse: Fagioli squalificato per 7 mesi, può tornare per le ultime due di campionato

La giornata di ieri, in piena sintonia con l’ultima settimana, ha vissuto però sul triplo binario campo-giustizia-salotto tv, con Fagioli e Corona grandi protagonisti. Il primo ha ufficialmente patteggiato una squalifica di 7 mesi più 5 di pene alternative, nei quali dovrà seguire un percorso terapeutico per curare la ludopatia, oltre che fare da testimonial in almeno 10 incontri in centri specializzati, il tutto con il coordinamento della Figc. Al centrocampista juventino, insomma, è andata bene, perché se è vero che la sua stagione si chiude qui (potrà rientrare in campo per le ultime due giornate, oltre che per un ipotetico europeo), lo è anche che poteva finire decisamente peggio, visto il rischio di prendere tre anni. La mossa di patteggiare prima ancora di essere deferito ha pagato ed è probabile che Tonali, ieri interrogato per oltre due ore dalla Pm di Torino Manuela Pedrotta, voglia seguire lo stesso iter. Diversa invece la linea difensiva di Zaniolo, fermo sulla posizione di aver sì scommesso, ma mai sul calcio: fosse così verrebbe scagionato a breve, ma Corona insiste di avere prove certe sul suo coinvolgimento.

Corona non fa nomi nuovi, ma attacca la Juve, Spalletti e Zaniolo

Ieri sera, nell’attesissima (e contestata) partecipazione al programma “Avanti popolo”, in onda su Rai Tre e condotto dall’ex Ministro Nunzia De Girolamo, il re dei paparazzi gli ha dedicato un lungo capitolo, con tanto di “intervista” a una presunta fonte. Chi si aspettava nuovi nomi è rimasto deluso, in compenso però Corona ha ribadito le accuse sulla Juventus (“impossibile non sapesse di Fagioli, anche perché quelli a cui doveva i soldi si sono presentati fuori dal ritiro di Vinovo…”) e replicato duramente a Spalletti, reo di averlo definito “sciacallo” nella conferenza pre-partita (lo conosco da anni perché allenava a Milano, ma visto quanto successo devo chiedere a lui di vergognarsi per aver difeso questi calciatori: dovrebbe chiedere scusa per i soldi che ha guadagnato sin qui”). In attesa delle prossime puntate (già annunciate dalla De Girolamo), archiviamo questa sosta ai limiti dell’assurdo, nella speranza che da oggi si possa tornare davvero a parlare di calcio.

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