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Infrastrutture, piano Prodi da 150 miliardi

La proposta dell’ex numero uno della Commissione Ue, da lanciare “immediatamente” prevede la realizzazione di un piano di investimenti “con una possibile interazione tra pubblico e privato” inclusi fondi pensioni e assicurazioni

Infrastrutture, piano Prodi da 150 miliardi

Un piano Ue da 150 miliardi di investimenti per rilanciare in tempi stretti l’Europa sociale. Questa la proposta al centro del “New Deal per l’infrastruttura sociale” presentato oggi a Bruxelles dall’ex Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Operatività: 2019. Un progetto concreto, da attuare nel più breve tempo possibili allo scopo di dare delle riposte efficaci ai problemi più urgenti dei cittadini del vecchio continente. 

“Ogni anno c’è un gap negli investimenti da 100-150 miliardi di euro in tutta Europa, anche nei Paesi più ricchi”, per quanto riguarda le infrastrutture sociali, in particolare “sanità, educazione e alloggi sociali abbordabili“, ha spiegato Prodi nel corso della conferenza tenutasi a Bruxelles nel corso della quale sono stati resi noti anche i risultati del lavoro svolto da un’apposita ‘task force’ Ue.

La proposta dell’ex numero uno della Commissione Ue, da lanciare “immediatamente” prevede la realizzazione di un piano di investimenti “con una possibile interazione tra pubblico e privato” inclusi fondi pensioni e assicurazioni. E, dato l’attuale contesto politico, ha avvertito Prodi, dobbiamo avere questo progetto operativo prima della fine dell’attuale legislatura” Ue, ovvero entro maggio 2019, “per dare impulso alla nuova Europa”. Le istituzioni Ue e quelle finanziarie “devono” – ha concluso Prodi – “cooperare mano nella mano”, mentre i progetti da finanziare dovranno essere decisi insieme da stati membri e istituzioni locali, in linea con il rispetto del “principio di sussidiarietà”.

Per quanto riguarda l’Italia, il Piano Prodi sarà guidato da Cassa Depositi e Prestiti che ha già una posizione di leadership nel supporto dello sviluppo delle infrastrutture sociali in Italia, culminata lo scorso novembre con il lancio del suo primo Social Bond da 500 milioni per le pmi situate in regioni a minor tasso di sviluppo o colpite da calamità naturali come i terremoti.

 

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