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Infrastrutture, come evitare 600 miliardi di costi del non fare

Rapporto Agici sui “costi del non fare” nel campo delle infrastrutture in Italia – Passi avanti nel 2016 ma ancora molti ritardi da recuperare

Infrastrutture, come evitare 600 miliardi di costi del non fare

Un nuovo modo di fare infrastrutture? La strada è aperta ma occorre accelerare per evitare 600 miliardi di Costi del Non Fare. Ecco quali sono i principali risultati dello Studio 2016 della Infrastructure Unit di Agici, coordinato dal professor Andrea Gilardoni e da Stefano Clerici, presentati nel corso dell’XI Workshop dal titolo “Qualificare gli investimenti infrastrutturali. Esperienze e strumenti per ridurre gli sprechi” che si è svolto a Milano, presso la Fondazione Stelline:

– Le nuove policy nazionali ed europee conducono a fabbisogni infrastrutturali più contenuti e sempre più di tipo tecnologico.

– La revisione degli obiettivi prioritari e le modifiche del quadro normativo sono il risultato di un nuovo approccio alla pianificazione e realizzazione delle infrastrutture.

– Ciò nonostante il gap infrastrutturale del Paese è ancora molto rilevante. I Costi del Non Fare: 90 miliardi nei settori energetici e ambientali; 137 miliardi nei settori della mobilità e della logistica; 380 miliardi nel settore delle TLC.

– Necessità di strumenti e metodiche di valutazione, tra cui primeggia l’Analisi Costi Benefici (ACB), per ottimizzare la spesa pubblica e orientare gli investimenti verso opere davvero prioritarie.

– La mancanza di una corretta ACB delle opere censite nell’Anagrafe delle Opere Incompiute costa al Paese circa 3 miliardi di € all’anno.

– Non mancano i ritardi: l’85% delle opere strategiche analizzate ha tempi più che raddoppiati. Il 67% ha subìto un incremento di costo anche fino all’80%.

– La Metro C di Roma, l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, la Pedemontana Lombarda sono esempi emblematici di opere con tempi e costi dilatati.

– Ma qualcosa si sta muovendo: crescente è l’attenzione delle istituzioni italiane verso l’ACB e non mancano alcune positive esperienze di applicazione.

– Non solo infrastrutture fisiche ma anche intelligenti: enormi le potenzialità dei dispositivi dell’Internet of Things (IoT) nei diversi settori infrastrutturali.

– La digitalizzazione e le tecnologie IoT sono fondamentali per sviluppare ambienti resilienti e sostenibili e migliorare i servizi di pubblica utilità della città, per sviluppare cioè le Smart City.

Alla presentazionedel Rapporto Agici sui Costi del non fare sono intervenuti i vertici delle istituzioni, delle imprese e della finanza; in particolare gli assessori Massimo Garavaglia e Alessandro Sorte (Regione Lombardia), Mario Vanni (Comune di Milano), Aldo Colombo (Regione Lombardia), Mauro Grassi (Italia Sicura), Chiara Assunta Ricci (Ministero dell’Economia e delle Finanze), Ennio Cascetta (Struttura Tecnica di Missione), Alberto Zanardi (Ufficio Parlamentare di Bilancio), Domenico Andreis (CESI), Gianfranco Pignatone (Ferrovie dello Stato Italiane), Luigi Michi (Terna), Giordano Colarullo (Utilitalia), Gianluca Gustani (Cassa Depositi e Prestiti) e Gianfranco Sansone (UniCredit). 

Nel corso dell’evento è stato consegnato il Premio Sviluppo Infrastrutture 2016, organizzato dalla Rivista Management delle Utilities e delle Infrastrutture, al prof. Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per aver innovato, in una fase complessa del MIT, pianificazione, programmazione e selezione delle opere infrastrutturali del Paese.

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