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Industria: l’Eurozona rallenta ancora

Il tasso di crescita registrato dall’indice Pmi è il più debole da 13 mesi – Rallenta ancora la Germania, Francia in stagnazione – Markit: “I dati aumentano esponenzialmente le probabilità di altri stimoli da parte della Bce a marzo”.

Industria: l’Eurozona rallenta ancora

L’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona è sceso a febbraio a 51 da 52,3 di gennaio, il minimo da 12 mesi. Lo comunica Markit, la società che elabora i dati, precisando che l’indice composito della produzione nella zona Euro è calato a 52,7 da 53,6 di gennaio, valore minimo su 13 mesi, mentre quello delle attività terziarie si è fermato a 53 da 53,6 di gennaio, al livello più basso da 13 mesi. Infine, l’indice della produzione manifatturiera è sceso a 51,9 da 53,4 del mese precedente, il minimo da 14 mesi.

Secondo Chris Williamson, capo-economista di Markit, “i dati deludenti dell’indagine Pmi di febbraio aumentano esponenzialmente le probabilità di altri stimoli da parte della Bce a marzo. L’indagine non solo ha indicato il tasso di crescita economica più debole in più di un anno, ma si sono intensificate anche le forze deflazionistiche. Durante il primo trimestre, a meno che non si assista a marzo a un repentino cambio di direzione, dato improbabile se si considerano gli indici Pmi che anticipano le tendenze, la crescita economica dovrebbe rallentare al di sotto dello 0,3%”.

Di fatto, “sembra più probabile che la crescita rallenti ulteriormente – ha aggiunto Williamson -. La Francia rimane stagnante e la crescita della Germania è rallentata dalla debole domanda a livello globale che ha investito le proprie industrie manifatturiere. Le altre nazioni della regione hanno osservato le crescite più lente dallo scorso anno, in quanto le imprese campione continuano ad avere difficoltà dovute alla debole domanda sia domestica che estera. Conseguentemente alla debole domanda, il bisogno di essere competitivi sui prezzi è diventato un fenomeno largamente diffuso, e probabilmente causerà un aumento delle pressioni deflazionistiche che di certo preoccuperà gli addetti alle politiche economiche”.

Nel dettaglio, l’indice manifatturiero Pmi relativo alla Germania è sceso a 50,2 a febbraio (da 52,3 di gennaio), il livello più basso da 15 mesi. L’indice composito sulla produzione è calato a 53,8 (dal 54,5 del mese precedente), minimo da sette mesi, mentre quello relativo all’attività nei servizi è salito a 55,1 da 55 di gennaio. Infine, l’indice sulla produzione manifatturiera ha toccato il minimo da 15 mesi a 51,4 (da 53,5).

“L’economia tedesca appare in rallentamento a febbraio – commenta Oliver Kolodseike, economista di Markit – anche se l’attività segna ancora un’espansione. Sul fronte occupazionale si osserva un indebolimento nella creazione di posti di lavoro. A fronte di una sorta di stagnazione nella manifattura, i servizi procedono in velocità. Certamente, pesa la debolezza della domanda mondiale”.

Quanto alla Francia, l’indice Pmi manifatturiero elaborato da Markit è salito in Francia al 50,3 a febbraio dal 50 di gennaio. L’indice composito invece è sceso a 49,8 (dal 50,2 di gennaio), il livello più basso da 13 mesi. L’indice relativo all’attività dei servizi è sceso a 49,8 dal 50,3 di gennaio, mentre quello della produzione manifatturiera è arrivato al 49,6 dal 50,1 di gennaio, il più basso livello da sei mesi.

Secondo Jack Kennedy, senior economist presso Markit, “il leggero calo registrato a febbraio segna la fine di 12 mesi consecutivi di espansione nel settore privato francese. L’economia resta prossima alla stagnazione e gli ultimi dati Markit suggeriscono una crescita fiacca del Pil nel primo trimestre 2016, dopo l’aumento dello 0,2% nell’ultimo trimestre 2015. La debolezza della domanda, insieme a forti spinte concorrenziali, spingono le imprese a mettere in atto la più forte riduzione di tariffe da oltre un anno. Nei servizi la fiducia migliora con le prospettive migliori da sei mesi”.

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