Condividi

Indagine Unione Industriali Torino: cauto ottimismo nelle previsioni delle imprese piemontesi per il terzo trimestre 2023

Presentata l’indagine congiunturale condotta da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte sulle imprese piemontesi per il terzo trimestre dell’anno. Si osserva una diminuzione dell’ottimismo, principalmente a causa del rallentamento nel settore manifatturiero, mentre il settore dei servizi registra un miglioramento

Indagine Unione Industriali Torino: cauto ottimismo nelle previsioni delle imprese piemontesi per il terzo trimestre 2023

L’indagine congiunturale condotta da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte nel mese di giugno rileva un’attitudine cauta nelle previsioni delle imprese piemontesi per il terzo trimestre dell’anno. Rispetto a marzo, quando c’era stato un miglioramento del clima di fiducia, si nota ora una diminuzione delle aspettative, principalmente a causa della significativa frenata nel settore manifatturiero, anche se il settore dei servizi registra un miglioramento.

Nonostante ciò, gli indicatori a consuntivo rimangono solidi, confermando che non siamo vicini a una svolta negativa nel ciclo economico. L’uso della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) scende al di sotto del 6% e nel settore dei servizi praticamente si azzerano. Il tasso di utilizzo degli impianti rimane elevato. La redditività rimane stabile e gli investimenti si mantengono a livelli elevati. Le pressioni sui costi dei materiali diminuiscono ulteriormente. Si riduce anche la differenza dimensionale tra le imprese con oltre 50 dipendenti e quelle con meno di 50 dipendenti.

Rallenta il settore manifatturiero. Bene il terziario

A livello settoriale, nel terzo trimestre si evidenzia una netta divergenza tra il settore manifatturiero e quello dei servizi. In particolare, rallenta il settore metalmeccanico e soprattutto il settore meccatronico, anche se quest’ultimo mantiene un saldo positivo tra le aspettative di aumento e riduzione della produzione e degli ordini.

Al contrario, nei settori non-meccanici il saldo scende al di sotto del punto di equilibrio, principalmente a causa della recessione nel settore tessile-abbigliamento e carta-grafica. Il settore alimentare si presenta in buona forma, mentre i settori della gomma-plastica, legno, edilizia e impiantistica, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi mantengono una buona stabilità. Nel settore terziario, tutti i comparti registrano saldi nettamente positivi e, nella maggior parte dei casi, si rafforzano rispetto a marzo.

Per il terzo trimestre del 2023, le attese delle aziende piemontesi restano positive, ma si osserva una moderata cautela rispetto alla precedente rilevazione di marzo. Il 22,4% delle aziende prevede un aumento della produzione, mentre il 14,5% si aspetta una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +13,7%, in calo di 1,9 punti rispetto a marzo. Le previsioni sull’occupazione mantengono un saldo positivo del +13,7%, con il 19,0% delle aziende che prevede un aumento dell’occupazione.

Le aspettative sugli ordini subiscono un leggero calo, con un saldo del +4,4%, in diminuzione di oltre 10 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente. Le previsioni sull’export evidenziano un saldo negativo di -2,5%, probabilmente a causa dell’incertezza e del rallentamento dell’economia globale.

Gli investimenti rimangono su buoni livelli, interessando il 27% delle aziende, anche se leggermente inferiori alla rilevazione di marzo (28,4%). Il ricorso alla cassa integrazione continua a diminuire, coinvolgendo il 5,6% delle imprese. Il tasso di utilizzo degli impianti e delle risorse rimane stabile al 82%, tornando ai valori medi a lungo termine.

A livello territoriale, si registra un miglioramento superiore alla media regionale per Cuneo, Verbania, Torino e Canavese, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +16,7%, +15,6%, +12,8% e +10,1%. Novara, Alessandria e Asti mostrano un rallentamento, ma mantengono un’ottimistica prospettiva, con saldi rispettivamente del +7,4%, +6,5% e +2,6%. Vercelli (-15,2%) e Biella (-4,7%) registrano saldi negativi.

Piemonte: Torino sopra la media regionale

Le aziende di Torino si mostrano più caute nelle loro aspettative per il terzo trimestre del 2023 rispetto alla rilevazione di marzo. Sebbene le previsioni per produzione, ordini e occupazione rimangano positive, si registra un leggero calo di circa dieci punti percentuali.

Come nel resto del Piemonte, si osserva una notevole differenza tra il settore manifatturiero (in rallentamento) e quello dei servizi (ancora in espansione). L’uso della cassa integrazione continua a diminuire e si avvicina al minimo storico, mentre il tasso di utilizzo delle risorse rimane stabile e prossimo alla piena capacità. La propensione agli investimenti rimane elevata, con un quarto delle imprese che hanno programmi significativi. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. La redditività è positiva, soprattutto nel settore terziario. Le pressioni sui costi degli input si attenuano e i prezzi dell’energia nell’industria diminuiscono.

Rispetto alla media regionale, gli indicatori economici di Torino sono complessivamente più favorevoli. Le aspettative di aumento della produzione e degli ordini hanno saldi superiori di circa cinque punti rispetto alla media regionale. Questo dato positivo nel capoluogo piemontese è spiegato dalla maggiore presenza di settori con aspettative più positive, a cominciare dal settore dell’automotive.

I dati di Torino

Per il terzo trimestre del 2023, il 26,5% delle aziende di Torino prevede un aumento della produzione, mentre il 13,7% si aspetta una diminuzione. Il saldo positivo, pari a +12,8%, registra una diminuzione di 10 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione di marzo, ma rimane superiore di 5,0 punti rispetto al saldo medio del Piemonte. Un trend simile si osserva per gli ordini, con un saldo del 10,3%, in calo di 15 punti rispetto alla rilevazione precedente. L’export mostra un saldo in equilibrio tra ottimismo e pessimismo.

Gli investimenti mantengono un buon andamento, con quasi il 25% delle aziende che prevedono programmi di spesa significativi, sebbene leggermente inferiore alla media piemontese del 27,0%. Il ricorso alla cassa integrazione continua a diminuire e coinvolge il 4,2% delle imprese, in calo di 2,1 punti percentuali rispetto a marzo. Il tasso di utilizzo degli impianti e delle risorse rimane stabile al 82%, tornando ai valori medi a lungo termine.

Nella provincia di Torino sembra che si stia riducendo la differenza tradizionale tra le imprese di medie grandi dimensioni (oltre 50 dipendenti) e quelle di dimensioni minori (sotto i 50 addetti), con aspettative di produzione rispettivamente del 20,9% e del 14,8% per il prossimo trimestre.

Focus sul turismo

Nella rilevazione di giugno è stato condotto un approfondimento sul settore Turismo, che comprende aziende del settore ricettivo (alloggio e ristorazione), congressuale (fiere, convegni ecc.), agenzie di viaggio e tour operator. A Torino il comparto conta quasi 11.000 imprese, occupa circa 45.000 addetti e produce un fatturato di 6,2 mld.

La provincia di Torino contribuisce per il 51,9% al fatturato turistico del Piemonte e per il 3% al fatturato turistico italiano. Nell’ultimo decennio, il fatturato turistico nell’area torinese è cresciuto in misura maggiore rispetto alla media del Piemonte e all’Italia, registrando un aumento del 10%, superiore al 9,3% nazionale e al 5,4% regionale. Secondo i dati recenti della Regione Piemonte, gli arrivi e i pernottamenti di turisti nei primi cinque mesi del 2023 sono aumentati rispettivamente del 14% e dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Marsiaj: “Segnali di un rallentamento della manifattura a livello mondiale ed europeo”

“La nostra indagine previsiva di giugno rileva con estrema sensibilità i segnali di un rallentamento della manifattura a livello mondiale ed europeo, oltre che locale. Significativi sono il raffreddamento delle attese su produzione e ordini e il calo dell’export, che segue peraltro un lungo periodo di robusta crescita. Altrettanto puntuale è inoltre la rilevazione dell’asimmetria tra manifattura e servizi: anche in questo caso, si tratta di un elemento comune a gran parte delle economie avanzate. Nelle ultime settimane abbiamo potuto registrare segnali di tenore opposto. In particolare, positiva è l’attenuazione delle pressioni sui costi, a partire dall’energia. Sull’altro piatto della bilancia c’è la persistenza dell’inflazione (l’Italia è al secondo posto in Europa), che condiziona la politica monetaria e dunque il livello dei tassi di interesse. Preoccupa l’atteggiamento conflittuale del nostro Paese verso l’Europa, emerso nel caso del MES e del PNRR, con il controverso pagamento della terza rata. Come ha ribadito anche il Governatore della Banca d’Italia, il PNRR deve restare una priorità assoluta e uno strumento determinante per rilanciare la crescita nazionale” ha dichiarato Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali Torino.

“Le attese delle nostre imprese restano positive. Siamo al dodicesimo trimestre di crescita consecutiva dei tre indici principali per l’economia Piemontese: l’utilizzo degli impianti, +12,8% in tre anni; investimenti, +11,5% rispetto a dopo la pandemia; occupazione, con una crescita di 26,3 punti nel saldo ottimisti pessimisti. Un percorso che anche grazie alla riduzione del costo dell’energia, sta agevolando i programmi di sviluppo, come dimostra il ricorso alla Cig ai minimi storici” ha commentato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

Commenta