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Incertezza sui mercati e l’hi tech soffre: frena Apple, crolla Facebook. Stamani Milano incerta

Mercati nervosi e incerti per i timori sulla crescita e le nuove tensioni nell’eurozona – Stamani Milano incerta – Oggi nuova asta del Tesoro – A Wall Street hi-tech amaro anche per Apple e facebook – A Piazza Affari litigare fa bene: brindano Fiat e Tod’s – Si completa il lotto dei pretendenti a TI Media: Cairo, H3G, News Corporation, Abertis e Clessidra.

Incertezza sui mercati e l’hi tech soffre: frena Apple, crolla Facebook. Stamani Milano incerta

A MILANO BRINDANO FIAT E TOD’S: LITIGARE FA BENE. HI TECH AMARO: APPLE FRENA, AFFONDA FACEBOOK

Da Wall Street all’Asia le Borse galleggiano in un equilibrio instabile: da una parte i segnali  di recessione, dall’altra gli stimoli delle banche centrali e gli interventi per rianimare i listini: la Cina è in procinto di allargare l’apertura agli operatori internazionali della Borsa di Shanghai.

Il risultato? Equilibrio a Tokyo -0,01% e Hong Kong -0,12% (in calo Prada -2,25% nonostante i brillanti risultati).    Indici al piccolo trotto a Wall Street: Dow Jones-0,15%, S&P – 0,22%. Fa eccezione il Nasdaq – 0,60%, su cui pesa una doppia delusione.

Rallenta la locomotiva Apple, che scende del 2%. In tre giorni sono stati venduti oltre 5 milioni di nuovi iPhone5, ma alcuni broker, fra cui Piper Jaffray, si aspettavano un risultato più vicino ai 10 milioni. Lo stop per disordini costati 49 feriti ad uno stabilimento cinese di Foxconn, la fabbrica dell’iPhone, ha contribuito ad innervosire il mercato.

Intanto Facebook affonda in Borsa, dove perde il 10% a 20,64 dollari per azione dopo che il settimanale Barron’s ha messo in dubbio il valore della società e fissato il prezzo dei titoli Facebook a 15 dollari. I titoli Facebook hanno perso il 46% rispetto ai 38 dollari fissati nell’ipo. Barron’s ritiene che il titolo Facebook non sia da acquistare e che anche una valutazione a 15 dollari sia elevata perché rappresenta 24 volte i profitti stimati per il 2013, a fronte delle 16 volte di giganti come Apple e Google che, al contrario, gode di ottima salute.

A Milano l’indice FtseMib è sceso dello 0,7% con vendite diffuse su tutti i settori. In Europa i titoli più penalizzati sono quelli maggiormente legati al ciclo economico: costruzioni (Stoxx del settore -1,5%), materie prime (-1,3%). La Borsa di Londra ha chiuso a -0,2%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,5%. La Borsa di Madrid  ha perduto  l’1%. Sul mercato dei titoli di Stato il Btp a 10 anni è scambiato in serata a un rendimento del 5,02%, spread a quota 346, in allargamento di 3 punti base.

La giornata negativa ha una spiegazione: recessione. I segnali arrivano dalle indicazioni macro (l’indice Ifo tedesco ai minimi dal febbraio 2010), dall’allarme delle istituzioni internazionali (vedi Fmi) ma anche da segnali micro, non meno significativi: il Financial Times dedica un servizio alla crisi del Cappuccino in Italia e del Cortado in Spagna: i consumi di caffé, in entrambi i Paesi, sono in calo del 5-6%.

Il Fondo monetario internazionale “continua a prevedere una graduale ripresa”, ma “l’economia globale è ancora colma di incertezza”, le stime negli ultimi mesi “hanno puntato verso il basso’ ed è probabile che la crescita globale “sia un pò più debole di quanto anticipato a luglio”. Lo ha detto il direttore generale del Fmi Christine Lagarde parlando al Peterson Institute di Washington in vista del meeting annuale dell’istituto a ottobre a Tokyo.

In questa cornice stamane il Tesoro italiano scende in campo con la prima delle tre aste di fine mese con l’obiettivo di compiere un altro passo sulla strada della riduzione dello spread. Saranno offerti tra i 3 e i 4 miliardi di zero coupon e tra i 750 milioni e 1,5 miliardi di titoli BtpCi (indicizzati all’area euro) . Le previsioni sono positive anche perché il ministero ha puntato su zero coupon biennali, titoli cioè che rientrano nella rosa dei titoli coperti dall’ombrello degli acquisti Bce.

Ma non mancano le tensioni sul fronte del debito sovrano, mentre si increspa di nuovo l’orizzonte dell’eurozona: a) dissensi tra Francia e Germania sulla vigilanza bancaria e l’atteggiamento da tenere sul Grecia; b) voci di nuovi buchi di bilancio ad Atene; c) fibrillazione a Madris e ra Madrid e Barcellona alla vigilia delle misure antideficit che precederanno la richiesta di aiuti a Bruxelles.

Si presta intanto ad una duplice lettura l’esito dell’asta di ieri di bond tedeschi a 12 mesi. La Germania ha collocato 1,173 miliardi di titoli di Stato a 12 mesi, molto meno dei 3 miliardi previsti, ma con un rendimento negativo dello 0,018%, in miglioramento (per gli acquirenti) da -0,025% della precedente asta, e forti richieste ( 5,1 volte l’offerta dal 2 precedente).

Si può mettere  in risalto l’elevata domanda a tassi negativi che evidenzierebbe la “fame di titoli sicuri”, confermata dal rientro nel club dei Bond sottozero della Danimarca che ha collocato i suoi biennalli a -0,11%; ma ancora una volta Berlino ha dovuto rinunciare a collocare gran parte dei titoli  (circa il 60%) pur di garantirsi tassi molto convenienti.

Per quanto riguarda Piazza Affari, ieri Telecom Italia è scesa del 2%: il secondo azionista, la famiglia Fossati (5% del capitale) preme perché si faccia lo spin off della rete.

Intanto escono allo scoperto i pretedenti a Telecom Italia Mobile +0,3%. Clessidra è ha un’offerta non vincolante per l’intera società. Con la presenza di Marco Bassetti, ex numero uno di Endemol, in qualità di advisor. Parteciperanno a questo stadio della gara (solo più avanti sarà necessario fare offerte vincolanti) Cairo Communications, H3g, News Corporation (non Sky Italia) ed il gruppo Abertis.

L’offerta di Clessidra, finalizzata all’accesso alla data room, si aggira sui 450 milioni al lordo dei 200 milioni di debito della società (perdita nel primo semestre di 35 milioni). Nel settore media è franata Mediaset, in ribasso del 4,5%. Rcs è scesa del 2,8%. Fanno bene ai duellanti le polemiche roventi. Si è mossa in rialzo Fiat +2,4% dopo che Sergio Marchionne, nel ribadire che la “la Fiat va bene” ha confermato i target 2012.

Brinda anche il “nemico” Diego Della Valle: Tod’s è salita dell’1,38%. Restando nel lusso merita segnalare Yoox che ha guadagnato il 3,2%. Netto ribasso di Finmeccanica, scesa del 2,4%. La controllata Ansaldo ha guadagnato lo 0,7%: sarebbero stati scelti gli advisor per la sua vendita. Giornata nera per StM, che ha perso il 3,5%, in sintonia con il calo in America dei titoli tech.

Tra le banche MontePaschi è scesa del 2,1%, Ubi ha perso il 2,6%, Unicredit  -0,8%, Intesa  -0,6%. Si è mossa in rialzo Mediobanca  +1,6%. Debole Mediolanum  -1,7%.

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