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Ilva, la Procura di Taranto nega il dissequestro

Lo hanno riferito fonti giudiziarie – La decisione del giudice per le indagini preliminari sulla richiesta dell’azienda è attesa per la prossima settimana – Ieri Ferrante aveva minacciato di chiedere l’intero stabilimento in caso di mancata restituzione degli impianti.

Ilva, la Procura di Taranto nega il dissequestro

La Procura di Taranto boccia l’istanza dell’Ilva: nessun dissequestro per l’impianto siderurgico pugliese. Lo hanno riferito fonti giudiziarie. La decisione del giudice per le indagini preliminari sulla richiesta dell’azienda è attesa per la prossima settimana. Ieri il numero uno dell’azienda, Bruno Ferrante, aveva fatto sapere che senza la restituzione degli stabilimenti l’intera fabbrica sarà costretta a chiudere. La società aveva già annunciato la cassa integrazione per 2.000 dipendenti. 

Secondo il Gruppo Riva, proprietario dell’impianto, il dissequestro è necessario per attuare le misure di bonifica indicate nell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal Governo nelle scorse settimane.

L’Ilva è il più grande impianto siderurgico d’Europa, dà lavoro a circa 12 mila persone e a fine luglio è stato parzialmente sequestrato nell’ambito di un’inchiesta per disastro ambientale. L’azienda però nega che le sue emissioni siano così inquinanti come sostenuto nelle perizie che hanno motivato il sequestro dell’impianto.

Secondo una perizia epidemilogica consegnata alla procura tarantina, le emissioni dell’Ilva di Taranto hanno provocato in 13 anni quasi 400 morti tra la popolazione e un “eccesso di mortalità” per alcuni tumori tra i dipendenti dell’impianto.

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