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Ilva, a luglio stop all’altoforno 2: 1.800 esuberi

Lo stop dell’altoforno 2 innescherà a catena, essendo quello di Taranto un ciclo produttivo integrato, con interconnessioni tra i diversi impianti, anche la fermata dell’acciaieria 1, di una parte dell’agglomerato, di una parte dei sottoprodotti e di tutti i servizi che sono strettamente collegati.

Ilva, a luglio stop all’altoforno 2: 1.800 esuberi

L’Ilva fermerà l’altoforno 2 dello stabilimento siderurgico di Taranto per tre mesi a partire dagli inizi di luglio. Lo ha confermato oggi il responsabile delle relazioni industriali dell’azienda, Enrico Martino, nell’incontro avuto con i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm.

La fermata dell’altoforno 2 è motivata con la persistente crisi del mercato dell’acciaio. Lo stop dell’altoforno 2 innescherà a catena, essendo quello di Taranto un ciclo produttivo integrato, con interconnessioni tra i diversi impianti, anche la fermata dell’acciaieria 1, di una parte dell’agglomerato, di una parte dei sottoprodotti e di tutti i servizi che sono strettamente collegati. Sul piano occupazionale si determineranno circa 7-800 esuberi temporanei che non andranno in cassa integrazione ma beneficeranno dei contratti di solidarietà che Ilva e sindacati hanno già sottoscritto a marzo. In tal senso le parti si sono riaggiornate per un nuovo incontro il 19 giugno.

L’Ilva ha oggi annunciato ai sindacati che in conseguenza di questa fermata dell’altoforno 2, anticiperà i lavori di ammodernamento che l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, prevedeva per quest’impianto. Si tratta di lavori non strutturali, a differenza dell’altoforno 1 (già fermo dai primi di dicembre) e dell’altoforno 5 (che sarà invece fermato ai primi dell’estate 2014), ma che comunque dovevano essere fatti.

L’anticipo dei lavori, hanno spiegato i dirigenti dell’Ilva, ci consentirà così di avere un altoforno pronto e moderno nel momento in cui il mercato dovesse ripartire. L’Ilva ha anche annunciato che, in relazione ai lavori da farsi con l’Aia e agli obblighi di prevenzione e di sicurezza da rispettare a tal proposito, sta cercando, nell’organico della fabbrica, un centinaio di unita’ diplomate e con specializzazione sui problemi dell’ambiente e della sicurezza. Intenzione dell’Ilva e’ affiancare queste figure (una trentina di unita’ sarebbero gia’ state individuate) al nucleo Sil (sicurezza sul lavoro) gia’ presente nello stabilimento. Con i 7-800 esuberi determinati dalla fermata dei nuovi impianti, sale a circa 2mila su un totale di 11mila il numero dei dipendenti dell’Ilva di Taranto temporaneamente fuori dal ciclo produttivo. Nei giorni scorsi l’Ilva aveva fermato, sempre per crisi di domanda, il Treno nastri 1.

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