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Il virus cinese morde anche Borse e petrolio

Un’altra giornata difficile sulla scia dell’epidemia cinese – Shanghai lascia sul campo il 3%, frenano anche Wall Street e i mercati europei – Tesla sopra i 100 miliardi, ma il marchio numero 1 al mondo è quello della Ferrari

Il virus cinese morde anche Borse e petrolio

Niente panico, ma l’epidemia del coronavirus comincia a mordere: l’euforia per la pace sui dazi è ormai alle spalle e gli operatori fanno di nuovo i conti con l’incertezza, anche perché Donald Trump, in partenza da Davos, ha ribadito che “fare un accordo con l’Europa sarà più difficile che con la Cina” e ha preannunciato una nuova raffica di tagli alle tasse in vista delle elezioni. Si profila, insomma, una stagione di scontri un po’ su tutto, a partire dalle tariffe dell’auto, che oggi farà da sfondo alla riunione della Bce. Di qui un atteggiamento più cauto degli operatori a partire dai prezzi petroliferi: i futures sull’energia sono scesi ai minimi da 7 settimane in scia all’allarme sul surplus di produzione e di scorte lanciato dall’Aie, l’agenzia internazionale dell’energia.

SHANGHAI LASCIA SUL CAMPO IL 3%. FRENA WALL STREET

Cede la diga delle Borse cinesi. L’indice CSI 300 perde il 3,2%, il ribasso giornaliero più ampio dal maggio scorso, Hong Kong -3%, Nikkei e Kospi di Seul -1%, Mumbay in controtendenza, +0,3%.

La Cina ha deciso di porre un freno ai viaggi da e per Wuhan, una città di 11 milioni di abitanti, come ultimo tentativo per fermare la diffusione del coronavirus che ha ucciso almeno 17 persone e ne ha contagiate centinaia soprattutto in Cina, ma con focolai anche negli Stati Uniti, Thailandia, Taiwan, Giappone e Corea. Sospesi anche i festeggiamenti per il Capodanno cinese nella città.

Poco mossa ieri Wall Street: Dow Jones -0,03%, S&P 500 +0,03%, Nasdaq +0,14%. La buona accoglienza alla trimestrale di Ibm e del settore chip ha compensato il nervosismo per le notizie dall’Asia.

TESLA SALE SOPRA IL MURO DEI 100 MILIARDI

Tesla (+4,1%) ancora una volta superstar. La società di Elon Musk ha superato il tetto dei cento miliardi di dollari di valute.

Riprende la corsa verso gli asset meno rischiosi come yen e obbligazioni. Il rendimento del Treasury decennale americano ieri sera è sceso a 1,75% da 1,80%, quello del Bund decennale tedesco è calato a -0,26%. Il Btp decennale riparte da 1,35% dopo l’addio di Luigi di Maio alla guida del M5s.

L’oro passa di mano sui livelli di ieri, a 1.557 dollari, così come il dollaro Usa contro l’euro, 1,108.

VERSO UN’APERTURA IN ROSSO, SPREAD OLTRE 170 POI FRENA

I future sulle borse europee anticipano un avvio in ribasso dello 0,3%.

Listini europei contrastati ieri alla vigilia della riunione della Bce. I mercati, partiti con un piglio positivo, hanno così progressivamente perso slancio, preferendo spostare l’attenzione sul direttorio che si terrà oggi pomeriggio a Francoforte. Christine Lagarde non dovrebbe apportare modifiche all’attuale livello dei tassi, ma lanciare ufficialmente la nuova “strategic review” preannunciata nella riunione di dicembre. Al centro della revisione ci sono la definizione del concetto di stabilità dei prezzi e la valutazione di quali strumenti debbano essere utilizzati per perseguirla.

La Borsa italiana ha dovuto fare i conti anche con la crisi politica aperta dalle dimissioni di Luigi di Maio da capo politico del movimento Cinque Stelle: Piazza Affari chiude in calo dello 0,58%, a 23.706 punti.

Le conseguenze sui titoli del debito dono state tutto sommato contenute. Il rendimento del Btp 10 anni è tornato a sera a 1,35% dopo essere balzato in avanti di 8 punti base a 1,45%, massimo degli ultimi cinque mesi. Anche lo spread si è ristretto di nuovo a 162 punti base da 170 dell’apertura, il livello più alto da inizio 2020. In attesa del voto di domenica in Emilia-Romagna prevale un clima di attesa.

In mattinata l’indice Dax della borsa di Francoforte ha concluso con successo un prolungato inseguimento aggiornando, dopo 23 mesi, il record storico fissando a 13.640 punti (+0,3%). Ma nel corso della seduta anche il mercato tedesco ha perso brio, chiudendo con un ribasso dello 0,29%.

Rimbalzo fallito anche a Londra (-0,52%), Parigi (-0,58%) e Madrid (-0,4%).

STM: PREVISTI 2,36 MILIARDI DI RICAVI NEL TRIMESTRE

Stm ha comunicato stamane i risultati del quarto trimestre. Utile netto -6,2% a 392 milioni di dollari su ricavi per 2,75 miliardi, +4%. Il presidente Jean Marc Chéry ha detto: “Ci aspettiamo ricavi netti per 2,36 miliardi di dollari, corrispondenti ad una crescita anno su anno del 13,7% e ad una flessione del 14,3% rispetto al trimestre precedente, e un margine lordo del 38,0%”. SocGen ha rafforzato il Buy alzando il target price a 29,30 euro alla vigilia della trimestrale

BRUSCO STOP PER SAIPEM, GIÙ LE BANCHE

Banche e petroliferi sono stati ieri l’anello debole di Piazza Affari.

Saipem arretra del 3,6%. Oltre alla frenata del prezzo del petrolio ha pesato il downgrade di Bank of America da Neutral a Underperform, target 3,50 euro. Eni -1,14%, Tenaris -0,3%.

I venti di crisi politica hanno favorito le vendite nel settore del credito. Vendite sulle banche. Unicredit perde il 3,5%, Intesa -1,4%. Banco Bpm -3,4%. Il Cda proporrà l’ex presidente di Cdp e Montepaschi Massimo Tononi come nuovo presidente dell’istituto. Il cda della Banca Popolare di Sondrio (-1%) ha comunicato di non aver accolto la richiesta dell’azionista Amber Capital di ammissione alla compagine sociale, perché ha superato il limite al possesso azionario dell’1%.

Avanzano Azimut (+2,5%) e Finecobank (+1,5%).

ANCORA RIBASSI PER TIM

Nuovo ribasso per Tim (-1,42%). Open Fiber non ha accolto l’offerta di co-investire nella fibra FTTH (piano da 465 milioni di euro per la copertura di 1,3 milioni di unità immobiliari in 39 città nelle aree A e B nel periodo 2020-23) alla luce dell’elevato numero di città in sovrapposizione con quelle dove Open Fiber ha già avviato i lavori: 31 su 39. Kepler ha alzato il target price da 0,65 a 0,75 euro, giudizio Buy confermato.

Intanto Iliad ha impugnato presso il Tar del Lazio i provvedimenti dell’Agcom e del MiSe riguardanti l’iter di autorizzazione di un investimento congiunto tra Fastweb e Wind3 per la realizzazione di una rete 5G condivisa.

FERRARI MARCHIO NUMERO UNO AL MONDO

Fca (+0,5%) non patisce l’effetto delle parole di Trump sui dazi per l’auto. Ferrari (+1%) è stata incoronata a Davos quale marchio numero uno al mondo. Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo a 190 euro, confermando il giudizio buy.

Festeggia anche Atlantia (+1,8%): s’allontana l’ombra di Luigi Di Maio, il nemico più feroce.

Nel lusso Moncler (+2%), reagisce ai contraccolpi dell’epidemia in Cina. Ferragamo-1%, accusa invece il nono ribasso consecutivo. Safilo -3%.

RECORD PER AMPLIFON, IERVOLINO RECLUTA DARIO ARGENTO

Da segnalare il record storico di Amplifon (+4%). Nel 2019 il titolo aveva messo a segno un rialzo dell’82%.

Perde colpi Fincantieri (-2,2%): l’indagine Ue sull’acquisizione di Chantiers de l’Atlantique, potrebbe chiudersi con un verdetto di incompatibilità dell’operazione con le regole della concorrenza dell’Unione Europea.

Nell’Aim sale Iervolino (+5,5%): la società ha avviato un nuovo progetto con il regista Dario Argento per la produzione di una serie tv.

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