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Il trasporto regionale fa rotta sull’idrogeno

Mentre si stanziano i primi fondi per bus ecologici 13 linee ferroviarie saranno trasformate a idrogeno. Altro passo della transizione ecologica.

Il trasporto regionale fa rotta sull’idrogeno

La prima mossa è stata fatta. Il governo ha sbloccato 1,9 miliardi per l’acquisto di bus non inquinanti mettendo Regioni e Comuni nelle condizioni di puntare su mezzi elettrici o a idrogeno. Quest’ultima fonte, in verità, sembra la prescelta per rinnovare il trasporto locale e creare un sistema quanto più integrato tra rotaie e strada. Lo stanziamento per i bus si collega, infatti, anche alla trasformazione a idrogeno di 13 tratte ferroviarie attualmente a gasolio. Tra breve partirà la sperimentazione in 11 Regioni che hanno tutte salutato con interesse l’annuncio di un rapido avvio dei lavori. Sia i bus che i treni sono infatti finanziati dal PNRR che, come è noto, impone tempi rapidi.

Lombardia, Umbria, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sicilia, saranno le prime a testare treni a idrogeno grigio. A seguire sarà la volta di Sardegna, Piemonte, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. Questo l’elenco delle ferrovie regionali annunciato dal Presidente della Commissione Trasporti del Senato, Mauro Coltorti: in Calabria la linea Reggio Calabria-Catanzaro; in Sardegna tutte le linee; in Sicilia la Siracusa-Modica, la Modica-Gela-Canicattì e la Lentini-Gela; in Toscana ed Emilia Romagna la Firenze-Faenza e la Lucca-Aulla. In centro Italia si trasformerà la tratta Terni-Rieti-Sulmona che attraversa Umbria,Lazio,Abruzzo. L’elenco in un secondo momento si arricchirà delle tratte nell’area Lecce-Gallipoli-Leuca e delle ferrovie Nord Milano. A proposito di Lombardia e Abruzzo, va ricordato che le due Regioni sono quelle con i progetti di idrogen valley più avanzati e sempre con le risorse del PNRR.

L’incremento di una mobilità ad idrogeno su scala locale è un obiettivo del governo che in questo modo interviene su un parco di autobus vecchio, dannoso per l’ambiente e su 4.700 km di linee ferroviarie non elettrificate. Ogni giorno ben 1250 treni camminano a diesel con impatti pesantissimi sull’ecosistema. Secondo gli esperti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, i futuri treni permetteranno comunque di abbattere le emissioni di gas serra del 40%. Come già avviene in alcuni Stati americani, i vantaggi ci saranno, anche se si userà idrogeno grigio ricavato dal metano e non verde.

Il 90% dell’idrogeno in uso nei Paesi sviluppati sia nei trasporti che nell’industria, tuttavia, è grigio, nonostante la vera battaglia green sia per quello verde, privo di sostanze climalteranti. I processi di cattura dall’acqua con l’elettrolisi costano, sono in campo in diversi posti, ma i tempi non sono proprio rapidissimi. Sulle tratte ferroviarie superiori ai 100 chilometri i treni “grigi” hanno buoni rendimenti dicono i tecnici. L’idrogeno verde resta il punto di arrivo ambizioso per tutta l’Europa che prevede di installare almeno 6 Gigawatt di elettrolizzatori entro il 2024 e 40 entro il 2030. A quel punto anche i mezzi viaggianti a idrogeno grigio potranno essere trasformati. L’Italia deve essere pronta.

1 thoughts on “Il trasporto regionale fa rotta sull’idrogeno

  1. Oh, mettere i treni ad idrogeno sulla Lecce- Gallipoli-Leuca senza lavorare su migliorare la rete. Ottimo, prima ci si impiegavano due ore e mezza, domani si impiegheranno due ore e mezza, però ad idrogeno. Per ridurre quale inquinamento? che a furia di rallentamenti e malservizi nessuno più prenderà quella linea.

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