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Il sì del Parlamento di Atene permetterà alla Bce di sbloccare i fondi per le banche greche

L’approvazione del piano europeo nel Parlamento di Atene consente a Mario Draghi di rifinanziare le banche greche e di rassicurare i mercati – Dollaro superstar dopo il via libera della Yellen all’aumento dei tassi Usa entro l’anno – Dal latte al petrolio materie prime sotto tiro – Btp sotto il 2% – Aria di risiko per le Popolari – In grande evidenza Fca

Il sì del Parlamento di Atene permetterà alla Bce di sbloccare i fondi per le banche greche

Mercati azionari stabili, dollaro effervescente e materie prime, non solo il petrolio, sotto pressione. Ecco il panorama dopo l’audizione al Congresso di Janet Yellen, il voto del Parlamento greco. In attesa delle parole di Mario Draghi che, al termine del direttorio della Bce, potrebbe oggi annunciare lo sblocco dei prestiti alle banche greche.

Sale a Tokyo l’indice Nikkei (+0,5%), sostenuto dal calo dello yen. Poco mossa Hong Kong (-0,1%). Al solito volatili i listini cinesi: Shanghai (+1%) , Shenzhen (+1,9%). Ieri sera Wall Street ha chiuso in lieve ribasso: gli indici hanno segnato un calo tra lo 0,1 e lo 0,2%. Buone indicazioni sono arrivate dalle trimestrali di Intel +1,38% nel dopo Borsa e Netflix, al 10% negli scambi dopo la chiusura.

DAL LATTE AL PETROLIO, MATERIE PRIME SOTTO TIRO

Le note più rilevanti arrivano dal mercato delle valute e delle commodities dopo le parole di Janet Yellen davanti al Congresso: le condizioni dell’economia americana sono favorevoli ad un rialzo dei tassi già nel 2015, forse già a settembre.
Le prime reazioni sul mercato dei cambi hanno visto la risalita del dollaro nei confronti delle valute dei grandi produttori di commodities. Scende il dollaro canadese dopo il taglio dei tassi, cala il dollaro australiano e, soprattutto, la valuta della Nuova Zelanda, trascinata in giù dal tracollo delle quotazioni del latte fresco (-10,7%) di cui il Paese è grande produttore.  
L’euro è sceso sotto la barriera di 1,10 nei confronti del dollaro. Riprende la strada della discesa il petrolio: Brent (-2,5%), Wti (-3,1%), nonostante scorte Usa inferiori alle attese. Tra i petroliferi, Saipem (+0,4%), Eni (+1,2%).

IL BTP SOTTO IL 2%, MILANO +1,3% ANCORA SU

Le Borse europee non hanno patito più di tanto le tensioni per il voto di Atene: la partita greca, agli occhi del mercato, è ormai chiusa.
L’indice EuroStoxx 50 ha guadagnato lo 0,5% ed è arrivato al sesto giorno consecutivo di rialzo, dai minimi di martedì scorso sale del 10%. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,3%. Dopo il tonfo seguito al no del referendum greco, l’indice guadagna l’11,5%. Grande giornata per i Btp, scesi nel corso della giornata sotto la barriera del 2% ai minimi da inizio giugno. Spread stabile a 117, solo grazie alla contemporanea discesa del Bund.

Le condizioni dell’economia americana sono favorevoli ad un rialzo dei tassi già nel 2015, forse già a settembre. “Colomba” Janet Yellen è stata esplicita nella prima delle due audizioni davanti al Congresso previste in settimana.

Il parlamento greco ha approvato, poco dopo la mezzanotte, l’accordo raggiunto con l’Eurogruppo. A favore hanno votato 228 parlamentari, ma 39 deputati di Siryza hanno detto no, mentre fuori dall’edificio infuriava la battaglia tra polizia e almeno 10mila manifestanti. Ora, in attesa del voto ancor più incerto del Bundestag tedesco, procedono i lavori per far pervenire alla Grecia il prestito ponte di 7 miliardi, prelevati dalle casse dell’Efsf.  

BANCHE

Aria di risiko per le Banche Popolari, in grande movimento a Milano dove si sono messe in luce: Banca Popolare di Milano (+2,4%), Banco Popolare (+1%). Banca Popolare dell’Emilia Romagna +(2,9%): la società ha comunicato ieri sera di aver scelto Goldman Sachs come adivsor finanziario per potenziali operazioni straordinarie in vista del possibile processo di consolidamento del settore. ?Intesa +1,5%, Unicredit +0,2%, Monte Paschi+2,4%.

Nel segmento del risparmio gestito, ieri investito da forti vendite, è rimbalzata solo Banca Generali (+1,5%). Ancora deboli Mediolanum (1%), Azimut (-2%). ?Tra i titoli industriali svetta Finmeccanica con un +3,1%, su nuovi massimi dell’anno, un livello di prezzo che corrisponde anche al record degli ultimi sei anni.?? Non ci sono novità specifiche sul titolo ma ha senz’altro giovato l’accordo sul nucleare con l’Iran. ??Finmeccanica è un gruppo presente in molti comparti industriali (trasporti su rotaia, materiale rotabile, aerospazio, difesa) e si potrebbero riaprire spazi importanti per nuove commesse. ??Da inizio anno il titolo Finmeccanica è salito a Piazza Affari del 60%.

In grande evidenza Fiat Chrysler (+3%). Credit Suisse ha avviato ieri la copertura del titolo con la raccomandazione Outperform, il target price è 18,3 euro. Sergio Marchionne, che ha dato il via di persona alle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro in Chrysler, ha detto che non farà nuove offerte a Gm.

Da segnalare ancora StMicroelectronics +2,5%, Prysmian+0,2%. Positive le altre blue chips: ?Enel +1,7%, A2A +1%, Atlantia +1,5%. Tra le small cap continua la corsa di Aeroporto Marconi di Bologna +5% che martedì al debutto a Piazza Affari ha esordito con un rialzo di quasi il 30%. Eurotech +4%.

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