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Il Reddito di cittadinanza viola la privacy?

L’Autorità Garante della Privacy ha depositato una memoria in commissione Lavoro al Senato nella quale solleva una serie di obiezioni sui controlli e sui meccanismi del reddito di cittadinanza.

Il Reddito di cittadinanza viola la privacy?

Il reddito di cittadinanza potrebbe presentare grossi problemi di privacy. Lo dice il Garante per la protezione dei dati personali in una memoria indirizzata alla Commissione Lavoro del Senato.

Secondo quanto riferito da Repubblica, il numero uno dell’Autorità, Antonello Soro, ha sollevato una serie di obiezioni sui meccanismi di funzionamento, e soprattutto di controllo, della misura bandiera del Movimento 5 Stelle.

I dubbi del Garante si concentrano soprattutto sul monitoraggio delle spese e degli acquisti effettuati attraverso l’ormai celeberrima card Rdc. Lo scopo del Governo è chiaro: controllare il più possibile ciò che viene fatto dai beneficiari per sbarrare la strada ai furbetti e a usi impropri del beneficio.

Proprio per questo possibile sono previste delle limitazioni ai prelievi (100 euro al mese per i single, 210 al massimo per le famiglie numerose), ma anche controlli sui contri correnti e sui movimenti incassati. Secondo il Garante della privacy però la “disposizione che attribuisce agli operatori dei centri per l’impiego e dei servizi comunali la funzione di monitoraggio dei consumi e dei comportamenti dei beneficiari, nonché di valutazione di eventuali anomalie dalle quali si possa dedurre l’insussistenza dei requisiti dichiarati” potrebbe essere “in palese contrasto con le garanzie sancite dalla disciplina di protezione dati”, ma ancor di più con “i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini”.

Non solo, perché le possibili violazioni, secondo l’Autorità, potrebbero ampliarsi anche a chi il reddito di cittadinanza lo percepisce dato che per verificare chi ha diritto al reddito di cittadinanza bisognerà basarsi sull’Isee e sulla Dichiarazione Sostitutiva unica, che contiene le informazioni anagrafiche, reddituali, patrimoniali e finanziarie di tutti cittadini. Dati che potranno essere consultati dai Caf ma che, sottolinea Repubblica, potrebbero essere esposti ad attacchi informatici con i database privi di “misure di sicurezza tecniche e organizzative idonee alla protezione di informazioni tanto importanti”.

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