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Il petrolio schiaccia le Borse. Giù Eni, spread a 250

Mattinata difficile su tutti i listini europei che pagano il prezzo dello shock petrolifero – A Milano in rosso i titoli del settore – Soffrono le banche ma si salva Mps – Ubi sotto i riflettori

Il petrolio schiaccia le Borse. Giù Eni, spread a 250

Anche l’Europa paga un alto prezzo al tracollo storico del petrolio texano precipitato lunedì sotto zero. Le Borse del Vecchio Continente avanzano in rosso: Piazza Affari, che perde l’1,7%, è tra le meno peggio. Parigi e Francoforte arretrano di oltre il 2%, Londra (-1,79%) e Madrid (-1,5%). 

Passata la scadenza per la consegna a fine maggio, l’origine tecnica della frana di lunedì, il future del petrolio WTI con consegna a giugno, quello che dovrebbe indicare in questo momento il prezzo del petrolio “vero”, è in ribasso del 2% a 20 dollari. Il Brent limita il calo a 22 dollari il barile: -12%. I futures di Wall Street sono negativi (-0,87% l’S&P500). 

Il record negativo di ieri si spiega anche con il fatto che le regole del Wti prevede la consegna fisica del petrolio alla scadenza del contratto, perciò i grandi investitori devono cedere il contratto prima che arrivi a scadenza (prevista per oggi). Di qui, vista l’assenza di domanda e la saturazione dei depositi, ha provocato un fenomeno inedito. “I possessori di future in scadenza a maggio hanno pagato perché qualcuno si prendesse le loro posizioni prima della scadenza – spiega Goldman Sachs – “per evitare di vedersi consegnare fisicamente il greggio il prossimo mese, quando la capacità di magazzino dovrà essere liberata”. 

A Piazza Affari perde colpi Eni -4,3%. Tenaris -3%. Saipem -4,5%.

In questo quadro non è facile individuare segnali positivi. Uno arriva dalla Germania. L’indice Zew, pur in caduta ad aprile, segnala un inatteso rimbalzo della fiducia delle imprese per il terzo trimestre.

In attesa del vertice europeo di venerdì cresce intanto la pressione sui titoli del debito anche per il continuo incremento dell’offerta da parte dei vari Stati. I rendimenti dei Btp sono saliti all’1,98% e lo spread, il differenziale rispetto ai tassi dei bund tedeschi equivalenti, si riallarga a 250 punti base. L’Italia ha incaricato oggi un pool di banche di effettuare un’emissione sindacata a doppia tranche in cui sta collocando il nuovo Btp con scadenza luglio 2025 e riaperto l’offerta del Btp 2,45% 2050. Reuters stamattina riporta che il Consiglio Europeo non prenderà una decisione definitiva su eurobond o fondi d’emergenza, anche se molti paesi hanno chiesto di fissare in modo chiaro i tempi ed i termini dell’iniziativa.

L’allargamento dello spread si riflette sull’andamento dei titoli bancari. Scendono i Big Unicredit -1,5% e Intesa -2,5%. In calo anche Ubi -0,3%, nonostante i forti rumors sull’alleanza della banca guidata da Victor Massiah con il Crédit Agricole, primo passo verso la fusione da contrapporre all’Opa lanciata da Intesa. Si salva Mps +0,73%: il Tesoro che potrebbe ritardare l’uscita dal capitale della banca oltre il termine del 2021 fissato con Bruxelles, come conseguenza della crisi del coronavirus.

Aria di Parigi per gli industriali. Rallenta Pirelli -2,24% in sia a conti di Michelin che segnala un forte calo del mercato mondiale degli pneumatici, sia il canale dell’equipaggiamento originale sia quello del rimpiazzo, sono in forte calo in marzo. Pirelli dovrebbe aver registrato nel primo trimestre un calo dei volumi nell’ordine del 15%, la società aveva anticipato per marzo, una flessione del 18%.

Fiat Chrysler -2%. PSA Peugeot ha diffuso ieri sera una parte dei dati del trimestre, i ricavi sono scesi del 16%, meglio delle attese del consensus. 

Confermati i vertici delle controllate di Stato. Riconfermati gli AD di Eni, Enel, Leonardo e Poste Italiane. Per quel che riguarda le presidenze, la docente di diritto Lucia Calvosa è stata indicata per Eni, l’avvocato Michele Alberto Fabiano Crisostomo per Enel, l’ex direttore dell’Aise Luciano Carta per Leonardo, mentre per Poste c’è la conferma di Maria Bianca Farina. 

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