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Il petrolio risale, ma l’Europa lascia i mercati nell’incertezza

La riunione di oggi del Consiglio europeo si apre in un clima di grande incertezza: il Recovery Fund da 2 miliardi avanza ma solo da giugno – Bce sterilizza i rating – In Borsa si sveglia l’high tech

Il petrolio risale, ma l’Europa lascia i mercati nell’incertezza

Ieri sera, a Borse chiuse, la Bce ha diffuso una nota nella quale annuncia “provvedimenti per mitigare gli effetti di possibili declassamenti sulla disponibilità del collaterale”. Fino al 21 settembre saranno accettati in pegno anche i bond di recente scesi sotto la soglia Investment Grade, previa rettifica del loro valore. Insomma, la bocciatura del rating Italia da parte di S&P, l’agenzia che pronuncerà domani sera il suo verdetto, non porterebbe all’automatica esclusione dei Btp dagli acquisti di Francoforte. Una buona notizia che però lascia capire che le premesse del Consiglio Europeo di oggi pomeriggio sono deludenti.

Intanto, i mercati, messi in ginocchio dalla pandemia, si affidano alla diplomazia delle cannoniere. Il petrolio recupera grazie alle minacce di Donald Trump all’Iran, che ieri ha mandato in orbita il suo primo satellite, dimostrando un’inquietante capacità balistica. Il Missouri ha citato in Tribunale nientemeno che la Cina, per aver taciuto lo scoppio del coronavirus. Grande è il disordine sotto il cielo, come diceva il presidente Mao. Ma, al contrario di quel che sosteneva il Grande Timoniere, la situazione per il mercato non è affatto eccellente.

Le Borse dell’Asia segnano un moderato rialzo nel finale di seduta. L’indice Dow Jones Asia Pacific è sulla parità. L’Hang Seng di Hong Kong è in rialzo dello 0,2%, anche per effetto del nuovo intervento delle autorità monetarie a sostegno della valuta locale. In lieve calo lo Shanghai Composite.

Sale dello 0,5% il Kospi di Seul nel giorno della pubblicazione del dato sul Pil della Corea del Sud: nel primo trimestre, solo parzialmente colpito dalla pandemia, il calo sequenziale è stato dell’1,4%, il peggior risultato dal 2008.

A sostenere le borse d’Oriente ha contribuito l’effetto delle nuove misure a sostegno dell’economia approvate ieri in Usa, attorno ai 500 miliardi di dollari. Ieri sera a Wall Street l’S&P500 ha guadagnato il 2,2%, a 2.800 punti; Dow Jones +1,99%, Nasdaq +2,81%.

Ha perso colpi Netflix (-2,9%): il mercato non si fa impressionare dal nuovo boom degli abbonamenti (15,5 milioni) legato alla clausura imposta dalla pandemia.

Gli operatori sono più attenti alle conseguenze sul mondo del lavoro Usa: oggi saranno comunicate le nuove cifre sui sussidi di disoccupazione. Da metà marzo, le nuove richieste sono arrivate a 22 milioni. Sulla base di queste informazioni, gli economisti di Bloomberg calcolano che più dell’8% della forza lavoro degli Stati Uniti stia ricevendo il sussidio, in aumento dal 5% della scorsa settimana. In aprile la disoccupazione potrebbe superare il 15%.

Il petrolio Brent si sta assestando: stamane sale del 5%, a 21,9 dollari il barile, dal +5% di ieri. Anche il greggio Wti è in ascesa a 14,22, +3,3%.

Le opinioni degli esperti si dividono. Pierre Andurant, che ha fatto guadagni favolosi scommettendo sul ribasso, ritiene che si possano ripetere nuove violente cadute finché durerà la pandemia. Lo strategist di JP Morgan John Normand ritiene che il crollo di due giorni fa non abbia implicazioni sistemiche, in quanto non è stato accompagnato da movimenti analoghi delle altre materie prime. L’esperto dice di essere prudente sulle quotazioni del petrolio nel breve periodo, ma ritiene che i prezzi di quest’estate saranno più alti di quelli attuali.

OGGI IL D DAY DELL’EUROGRUPPO. CORSA AL BONO SPAGNOLO

Anche i mercati europei hanno ridotto le perdite della settimana alla vigilia del D-day dell’Eurozona. A sottolineare il clima di incertezza è stato tra l’altro l’andamento anomalo del mercato del debito. La giornata è stata caratterizzata dalla domanda per i titoli governativi della periferia d’Europa: il Tesoro ha comunicato che gli investitori stranieri si sono aggiudicati il grosso del sindacato dual tranche da 16 miliardi di euro lanciato ieri e che ha visto una domanda superiore ai 110 miliardi, in arrivo quasi tutta dai compratori internazionali, che hanno assorbito il 76% del 5 anni e l’81% della riapertura del trentennale. Fuochi d’artificio anche per il collocamento di un decennale da parte della Spagna. Il nuovo titolo, offerto attraverso un pool di banche, ha ricevuto in poche ore prenotazioni per 97 miliardi di euro, un record per questo genere di operazioni.

Milano si apprezza dell‘1,91% a 16.765 punti. Francoforte ha chiuso con un guadagno dell‘1,66%; Parigi +1,25%; Madrid +1,33%; Londra +2,31%.

AVANZA IL RECOVERY FUND (2.000 MILIARDI), MA SOLO DA GIUGNO

Giornata cruciale quella di oggi per le scelte dell’Eurogruppo. Nessuno, Germania e Italia in testa, può permettersi un fallimento, ma le distanze restano quasi incolmabili. La quadratura del cerchio passerà della messa a punto di un Recovery Fund di un migliaio di miliardi almeno. Secondo Bloomberg il progetto di sostegno all’economia comunitaria potrebbe arrivare a 2.000 miliardi di euro. Le risorse iniziali dovrebbero essere di 620 miliardi di euro, poco più della metà in arrivo da uno stanziamento in capo al bilancio dell’Unione Europea, mentre altri 300 miliardi dovrebbero essere raccolti sul mercato dei capitali con una qualche forma di garanzia comunitaria. Ma in realtà i dettagli del piano, dove senz’altro si nasconderà il diavolo, sono in buona parte tutti da definire, in vista un nuovo vertice a giugno.

È scontato che l’Italia rinunci ai propositi più battaglieri, vedi la minaccia del veto sull’utilizzo del Mes. Il governo potrà così disporre di 36 miliardi di euro (contro 14 già versati) per le spese sanitarie e accedere in prospettiva all’ombrello basato sugli Omt: l’accesso al Mes è necessario per avere la salvaguardia dell’Eurotower, una condizione di cui l’Italia non può fare a meno.

RATING A RISCHIO, BCE PRONTA A INTERVENIRE

Venerdì Standard&Poor’s esprimerà il giudizio sul merito creditizio dell’Italia, partendo da un outlook negativo e da soli due gradi sopra la soglia di accettabilità (Investment Grade). La Banca Centrale Europea sta già prendendo in considerazione la possibilità di un declassamento e valuta contromisure: secondo quanto riferisce Bloomberg, ci sarebbe già stata una conference per parlare della possibilità di accettare come collaterale, a fronte di finanziamenti, anche i bond spazzatura, quelli sotto l’Investment Grade.

LO SPREAD OLTRE 274, POI FRENA

Rimbalzo in chiusura per la carta italiana dopo una seduta nervosa che ha visto schizzare spread e tassi in attesa del Consiglio europeo di domani.

Il differenziale di rendimento Btp/Bund sul tratto decennale è a 253 punti base, in calo dai 266 di ieri, dopo una fiammata fino a 274, massimo dal 19 marzo.

Il tasso del decennale si è attestato in area 2,10%, dopo aver chiuso a 2,17% la seduta precedente. Il rendimento è salito nel corso della seduta fino a 2,28%.

Il Bund si è portato a -0,41%, +5 punti base. Lo spread di restringe a 248 punti base da 265 di stamattina. Il differenziale con la Spagna scende, il Bono a dieci anni si indebolisce a 1,21%, +12 punti base.

È salito ai massimi da inizio 2016 il tasso Euribor a tre mesi, su livelli che non si vedevano dal 2016, a -0,19%, da -0,23% di ieri. Il movimento riflette l’aumento dei costi di finanziamento dei Paesi periferici della zona euro.

Venerdì il Tesoro offrirà 3,75 miliardi in Ctz e Btpei

SI SVEGLIA L’HI TECH: STM BOOM, VOLANO PRYSMIAN E DIASORIN

Stm guida la corsa di Milano dopo i conti del trimestre: 2,23 miliardi di dollari di ricavi ed un margine lordo del 37,9%. Previsioni sul secondo trimestre: 2 miliardi di dollari di vendite, a fronte di un margine compreso tra 32,6% e 38,6%. Gli investimenti per il 2020 scendono tra 1 e 1,2 miliardi di dollari, da 1,5 miliardi.

La jv italo-francese primeggia in un giorno di rialzi per il settore tech europeo: la tedesca Infineon è salita del 4% dopo che il presidente ha rassicurato sulla liquidità a disposizione; ce n’è abbastanza per andare avanti fino alla fine della crisi provocata dalla pandemia. Su anche la svedese Ericsson, dopo la presentazione dei dati del trimestre. Prysmian (+4,03%) festeggia la messa in commercio del primo cavo disponibile al mondo con una fibra da 180 micrometri.

Sempre sugli scudi Diasorin (+8,1%).

Anche a Milano sono rimbalzati i titoli petroliferi: Eni +4,87%, Saipem +5,75% alla vigilia dei conti, Tenaris +3,1%.

RIMBALZA IL GESTITO, GUIDA LA CORSA FINECO

In grande evidenza il risparmio gestito. Fineco Bank sale del 6%: il titolo è stato promosso a buy da Equita Sim, con un target price alzato del 10% a 11 euro per azione. Buy confermato anche da Kepler Cheuvreux, che ha alzato il prezzo obiettivo da 9,7 a 10,5 euro. Banca Mediolanum +3,66%.

Contrastate le banche. Sempre sotto i riflettori Ubi (+3,21%). Bene i Big: Unicredit +1,94%, Intesa Sanpaolo +1,38%, promossa a buy da neutral da Redburn. In discesa, invece, Mediobanca (-1,31%).

Fiat Chrysler (+1,8%) ha comunicato di aver attinto da una linea di credito da 6,25 miliardi di euro. Il gruppo intende riprendere la produzione del Ducato nell’impianto di Sevel a partire da lunedì 27 aprile. Lo hanno comunicato i sindacati, spiegando che per la riapertura il gruppo seguirà la strada dell’autorizzazione prefettizia, informando il Governo e motivando con la natura strategica di Sevel.

LUSSO IN FRENATA, LA CINA DELUDE GUCCI

Da segnalare anche Moncler (-2%): Mediobanca Securities ha ribadito la raccomandazione neutral e il prezzo obiettivo a 33 euro. In ribasso anche Ferragamo (-3,86%), sulla scia del colosso francese del lusso Kering, in calo del 5% dopo le comunicazioni del trimestre: i ricavi di Gucci, colpita dallo stop delle vendite in Cina, sono scesi più del previsto.

Brillanti le utilities: Italgas +5,13%, Hera +2,85%, Snam +2,37%. Resiste in territorio positivo Sogefi (+0,77%), su cui Banca Akros ha ridotto la raccomandazione da accumulate a neutral, con target che scende da 1,75 a 1,25 euro, dopo i conti del primo trimestre 2020.

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