Condividi

Il lavoro Usa delude ma i salari crescono e le Borse soffrono

I dati congiunturali americani preoccupano le Borse che temono l’avvicinarsi del tapering della Fed – In discesa anche il Ftse Mib a Piazza Affari anche se quota 26 mila resiste

Il lavoro Usa delude ma i salari crescono e le Borse soffrono

L’economia statunitense in agosto ha creato assai meno lavoro del previsto e questo disorienta i mercati, stretti tra le preoccupazioni sul rallentamento della crescita, a partire dalla Cina e sulle prossime scelte della Federal Reserve.

Così i listini europei archiviano la seduta in calo e Wall Street stenta in avvio, benché in breve il Nasdaq trovi la strada di nuovi rialzi e nuovi massimi, mentre Dow Jones e S&P500 sono in leggero calo.

In Europa il conto finale delle perdite è più caro e parte da Madrid -1,33% e Parigi -1,03%, seguite da Milano -0,64% (che resta oltre i 26mila punti), Francoforte -0,4% e Londra -0,33%.

A influenzare l’umore delle borse è il crollo del settore servizi in Cina il mese scorso (il Pmi è scivolato sotto la soglia di 50, evidenziando una marcata contrazione del terziario nella seconda economia mondiale) e l’attesissimo rapporto sul lavoro Usa: 235mila i nuovi posti in agosto (dopo oltre un milione in luglio) contro attese intorno ai 730mila. Si tratta del risultato peggiore da gennaio. All’origine della brusca frenata ci sarebbe un indebolimento della domanda di servizi e una persistente carenza di lavoratori vista anche l’impennata delle infezioni da Covid 19 per la variante Delta. Il tasso di disoccupazione è sceso invece al 5,2% dal 5,4% di luglio. Il rapporto aggrava le preoccupazioni per un rimbalzo economico che potrebbe aver già toccato il suo culmine e arriva dopo che gli economisti hanno drasticamente ridotto le stime del prodotto interno lordo Usa per il terzo trimestre, vista la ripresa dei casi di coronavirus e l’incessante carenza di materie prime, che stanno deprimendo le vendite di automobili e gli approvvigionamenti.

Il rapporto verrà ora attentamente valutato dalla Fed nella prospettiva di un avvio di tapering, che dovrebbe essere entro l’anno, ma in tempi imprecisati e salvo complicazioni. Dopo numeri così deludenti gli osservatori si dividono quindi tra chi ritiene che il conteggio delle buste paga al di sotto delle aspettative sia sufficiente per consentire alla Fed di allontanarsi dal segnale “quest’anno” e chi invece non lo crede.

Nell’immediato della pubblicazione l’avversione al rischio è in ogni caso aumentata e l’azionario ha accelerato al ribasso in Europa e mostrato segnali di debolezza a Wall Street.

Sul mercato valutario il dollaro ha innescato la retromarcia, salvo poi recuperare con il passare delle ore. L’euro tratta quasi piatto intorno a 1,187 (dopo aver oltrepassato 1,19). Prosegue invece il mercato rialzista per le maggiori criptovalute. Il bitcoin guadagna circa il 2% a 50.594 dollari.

I titoli di Stato nordamericani trattano con prezzi in calo e rendimenti in rialzo. 

Un clima che influenza anche il secondario italiano dove lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 106 punti base (+0,85%) e il tasso si riporta a +0,7%.

Intanto Bofa alza le stime 2021 per la zona euro su pil (a +4,8% da +4,2%) e inflazione (+2,2% da +2%) e ritiene che la Bce terminerà il suo piano di acquisti di emergenza contro la pandemia (PEPP) alla scadenza di marzo 2022. Si aspetta quindi 40-50 miliardi di acquisti mensili per i 12 mesi sotto il programma convenzionale di acquisto di bond (APP) con un rallentamento nel 2023.

Reuters, in base a un sondaggio condotto dalla stessa agenzia, scrive che “la Banca centrale europea annuncerà una riduzione del ritmo degli acquisti di emergenza dei bond a partire dal prossimo trimestre, in occasione del meeting di settembre, ma continuerà ad acquistare bond fino al 2024, almeno attraverso il programma principale dell’istituto, e forse anche più a lungo”.

Tra le materie prime si apprezza l’oro, +1,07%, 1829 dollari l’oncia, mentre s’indeboliscono leggermente i future del petrolio. Il Brent, novembre 2021, cede lo 0,2%, 72,88 dollari al barile.

Nell’azionario di Piazza Affari sono solo tre le blue chip con il segno più: Unicredit +0,65%, che è ancora al lavoro sul dossier Monte Paschi (-0,13%); Diasorin +0,45%; Stellantis +0,4%

Sono in calo le altre banche, a partire da Banco Bpm -1,95% che è la peggiore big cap del giorno.

Il rosso è acceso anche per Telecom -1,62%; Tenaris -1,6%; Saipem -1,57%; Atlantia -1,53%.

Nexi chiude con una perdita dello 0,76%, dopo aver toccato al ribasso punte peggiori, a seguito dell’avvio di un‘istruttoria da parte dell’Antitrust sulla fusione con Sia per verificare se si crei una posizione dominante nel settore dei pagamenti digitali per effetto dell’operazione. Nel daily il broker Equita ritiene che la probabilità di approvazione sia elevata ma non esclude del tutto “eventuali remedies”.

Generali, -0,29%. Per il Sole 24 ore oltre l’ipotesi di un terzo mandato per Philippe Donnet circola anche quella di nomina di un tandem formato da Luciano Cirinà e Sandro Panizza. Intanto Francesco Gaetano Caltagirone riprende lo shopping sulle azioni del Leone triestino acquistando circa 3 milioni di titoli tra il 31 agosto e il 2 settembre per un esborso complessivo di 52 milioni di euro: la quota corrisponde a poco meno dello 0,2%. E’ quanto emerge dagli internal dealing comunicati da tre veicoli dell’imprenditore, cioè Finced, Mantegna 87 e Acqua Campania Spa. Con questi acquisti l’imprenditore raggiunge il 5,8% confermandosi primo socio privato.

Fuori dal paniere principale Webuild è praticamente piatta (-0,08%) dopo una prima parte della seduta al rialzo sulla scia dell’aggiudicazione in via definitiva di un contratto da 1,26 miliardi di euro per la progettazione esecutiva e la costruzione di due tratte dell’Autostrada Pedemontana Lombarda.

Brilla Rai Way (+5,31%) dopo indiscrezioni stampa su una possibile fusione con Ei Towers nel settore delle torri dopo l’insediamento del nuovo Cda della Rai.

Commenta