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Il Dow Jones scavalca quota 17mila. Oggi il D-day per Mediaset e Telefonica. Milano comincia male

Entro stasera dovrebbe arrivare al traguardo la complessa trattativa tra il Biscione e il gruppo spagnolo: Mediaset pronta a cedere il 22% di Digital+ mentre Telefonica potrebbe sostituire Al Jazeera in Premium – I mercati festeggiano boom del lavoro americano e mosse di Draghi – Ma Milano stamani comincia male – Tenaris e Luxottica promosse dai report

Il Dow Jones scavalca quota 17mila. Oggi il D-day per Mediaset e Telefonica. Milano comincia male

BOOM DEL LAVORO USA: DOW OLTRE QUOTA 17 MILA. FIAT, MEDIASET E FINMECCANICA SUPERSTAR A MILANO

Oggi Wall Street celebra l’Independence day a bandiere spiegate. Sull’onda degli eccellenti dati sulle nuove assunzioni l’indice Dow Jones +0,54% ha infranto la barriera storica dei 17 mila punti chiudendo a 17.068, L’S&P +0,55% a quota 1.985ha compiuto un altro passo verso un record ancor più prestigioso: la vetta dei 2.000 punti. Anche il Nasdaq +0,63% ha chiuso in terreno positivo la settimana corta (chiusi oggi tutti i mercati azionari).

L’onda del rialzo ha investito stamane anche Tokyo +0,6% (+2,5% nella settimana). Hong Kong +0,3%. L’indice Asia-Pacific chiude ai massimi da tre anni. In terreno positivo ieri le Borse europee, galvanizzate dalla conferenza stampa di Mario Draghi dopo il vertice Bce. Francoforte è salita dell’1,19%, Londra dello 0,72%, Parigi dell’1,02% e Madrid dello 0,67%. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,95% a 21.885 punti.

In ripresa anche le quotazioni del dollaro nei confronti dell’euro 1,36o4 e dello yen 102,26. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 157 punti base dai 164 centesimi dell’apertura e il rendimento del decennale domestico è sceso al 2,86%. Il rendimento dei T bond Usa rimbalza stamane al 2,69%. Petrolio in calo: è la sesta seduta di ribasso consecutiva per il Wti (103,7 dollari, -0,6%) e la quarta per il Brent (110,7 dollari, -0,4%).

DRAGHI: NON ABBIAMO FINITO. YELLEN NON FRENA IL TORO

All’origine del rally dei mercati ci sono due fattori: l’andamento del mercato del lavoro Usa e i segnali in arrivo da Mario Draghi deciso a convincere gli operatori che, dopo i tagli di giugno “il nostro lavoro non è finito”.

In America a giugno c’è stato il boom delle assunzioni con la creazione di 288mila nuovi posti di lavoro, nettamente meglio dei 215mila previsti in media dagli economisti. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,3% al 6,1%  minimo da settembre 2008, grazie un aumento dei nuovi occupati. Significativo il calo dei disoccupati di lungo periodo, un pallino della Yellen, passati da 34.6% del totale a 32.9%. Anche i sottooccupati sono scesi, dal 12.2% al 12.1%.

Sulla carta Wall Street potrebbe temere a queto punto un aumento dei tassi. Ma la Yellen ha dichiarato mercoledì che tra i compiti della politica monetaria non vi è quello di contenere l’euforia sui mercati (concetto ribadito da super Mario ieri) e che gli attuali livelli comunque non la preoccupano, mostrando ancora una volta di essere a tutti gli effetti una colomba.

La Banca centrale europea ha lasciato tutto invariato: i tassi benchmark di rifinanziamento restano allo 0,15%. I tassi sui depositi sono negativi per lo 0,1%. Mario Draghi ha insistito sul fatto che i tassi in Europa resteranno bassi ancora per un lungo periodo, e che la Bce è pronta a usare misure “non standard”, se necessario, per sostenere la crescita dell’economia.

Draghi ha dichiarato che i nuovi prestiti a lungo termine destinati alle banche e condizionati al credito a famiglie e imprese, i cosiddetti “Ltro”, potrebbero ammontare a 1.000 miliardi di euro. I primi due interventi di finanziamento si terranno il 18 settembre e l’11 dicembre 2014. Altre sei operazioni si terranno tra i marzo 2015 e il giugno 2016. Il presidente della Bce ha altresì annunciato che dal gennaio 2015 le riunioni della banca centrale si svolgeranno ogni sei settimane (ora sono ogni quattro settimane), e verranno pubblicati i verbali delle sedute.

STASERA IN SCENA LO SHOW TRA IL BISCIONE E TELEFONICA

Il D-day è arrivato: entro stasera, salvo ulteriori rinvii, dovrebbe concretizzarsi la trattativa tra Mediaset salita del 3,8% e Telefonica. Sembra imminente la vendita al gruppo spagnolo  del 22% della piattaforma iberica Digital+ per una cifra vicina a 355 milioni di euro. Ma l’operazione è più complessa. Da una parte è prevista la collaborazione industriale tra il gruppo spagnolo e la società italiana, fornitrice di contenuti. Dall’altra non è escluso l’ingresso di Telefonica nel capitale dell’italiana Premium, in alternaticììva all’offerta di Al Jazeera.

Il gruppo dl Biscione non conferma le voci limitandosi a dire che non è ancora stato raggiunto un accordo. Fino a stasera c’è tempo per esercitare il diritto di prelazione a rilevare il 56% di Digital+ da Prisa. Ma sembra semplice pretattica. Mediobanca ha intanto alzato la raccomandazione a Neutral da Underperform. Il target price passa a 3,82 euro da 3,47 euro.

Telecom Italia  è salita del 2,2%. La spinta arriva dal socio di maggioranza relativa, Telefonica che ieri ha favorito la ripresa del settore tlc europeo: l’antitrust Ue ha dato il via libera infatti all’acquisto di E-Plus da parte del gruppo iberico che rafforza così la sua posizione in Germania.

FIAT S’AVVICINA AL PREZZO DI RECESSO

Balzo di Fiat +3% sull’onda della convocazione per il prossimo primo agosto dell’assemblea per approvare la fusione transfrontaliera per incorporazione di Fiat nella controllata olandese Fiat Investments da cui nascerà Fiat Chrysler Automobiles (FCA), la nuova holding del gruppo con sede in Olanda.

Il trasferimento della sede all’estero comporta per i soci dissenzienti, astenuti o assenti in assemblea, un diritto di recesso fissato a 7,727 euro, leggermente superiore al prezzo attuale del titolo ( 7,71 euro)  ma con un limite di esborso massimo cash di 500 milioni: circa 8% del capitale potrebbe essere soddisfatto escludendo le azioni proprie e la quota Exor. Da inizio anno la performance di Fiat è pari al +31%.

MORETTI SUONA LA CARICA DELLO STATO SPA

In grande fermento le società del Tesoro nel giorno in cui Fincantieri ,al debutto sul listino, evita il naufragio: la società ha chiuso a 0,780 euro, invariato rispetto al prezzo del collocamento (0,78 euro).

Finmeccanica  è salita del 3,1%. Il titolo ha accelerato dopo che l’amministratore delegato Mauro Moretti ha annunciato che entro l’anno sarà approvato un nuovo piano industriale, “completamente nuovo e innovativo”. L’ex ad di Trenitalia, che parlava a margine di un convegno sull’industria aerospaziale, ha aggiunto che ci sono parecchie aziende interessate ad Ansaldo Breda.

Mediobanca ha alzato il giudizio su Finmeccanica a Neutral da Underperform. Il target price passa a 6,0 euro da 4,6 euro. Novità in vista anche per Eni +1%. Il cane a sei zampe  presenterà il 31 luglio un nuovo piano industriale basato sul rafforzamento nel core business dell’E&P (estrazione e produzione) e sul ridimensionamento della presenza nella distribuzione. La nuova strategia, secondo le indiscrezioni,  prevede anche la vendita della quota di controllo in Saipem +2,3%.

Secondo Equita l’uscita di Eni dall’azionariato di Saipem gioverebbe al debito della società petrolifera italiana. A oggi Eni è il maggior finanziatore del debito di Saipem (oltre 5 miliardi di euro). Se Eni lasciasse Saipem, per la società di ingegneristica ci sarebbe il problema di cercare nuove fonti di finanziamento.

FINECO CONCEDE IL BIS. TRA LE BANCHE SOFFRE SOLO BANCO POPOLARE

FinecoBank ha messo a segno un altro bel rialzo. Dopo avere chiuso ieri, primo giorno di quotazione, con un balzo dell’8%, oggi ha guadagnato un altro 4,2%. Nel resto del comparto salgono Unicredit +1,6%, Intesa +0,6%. Ubi Banca +1,7%. In controtendenza Banco Popolare -2,7%. Montepaschi +1,3% grazie anche alla promozione di Kepler Cheuvreux che ha alzato il giudizio a Hold da Reduce.

TENARIS E LUXOTTICA PROMOSSE DAI REPORT

Sotto i riflettori Tenaris +1,9% dopo la promozione di Goldman Sachs  che ha alzato la raccomandazione a Neutral da Sell. Il target price è stato portato a 16,50 euro da 15 euro precedente. Da inizio anno il titolo guadagna il 10% circa. Forte rialzo anche di Luxottica +3,8%, dopo sei ribassi di seguito. Deutsche Bank ha ribadito il giudizio Buy. Autogrill 2,5%, StM +1,4%, Prysmian +1,9%.

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