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Il calcio ai tempi dello spread

Un libro di Gianfranco Teotino e Michele Uva, “Il calcio ai tempi dello spread” edito da il Mulino, analizza gli aspetti economici dello sport più amato al mondo – Un sistema ricchissimo, ma profondamente squilibrato – In allegato ve ne proponiamo l’introduzione.

Il calcio ai tempi dello spread

Edito da il Mulino nelle collana Pubblicazioni Arel, “Il calcio ai tempi dello spread”, di Gianfranco Teotino e Michele Uva, analizza l’aspetto economico di un sistema, il sistema calcio, che è allo stesso tempo una manifestazione sportiva e un interessante fenomeno economico, capace, in tempi, di crisi di riflettere e deformare la società in cui è inserito.

La domanda da cui si parte è questa: come si configura il calcio ai tempi dello spread, e quale è il suo stato di salute? Cosa vive sotto la punta dell’iceberg? Gli autori, all’interno del libro, disegnano “un mostro a due teste, la cui faccia cattiva divora ciò che produce la faccia buona”, un animale che, a ciclo continuo, divora se stesso in nome della propria insostenibile insaziabilità.

A fronte di una clamorosa ricchezza, (il fatturato complessivo del calcio di vertice europeo ha toccato, nel 2010, quota 17,9 miliardi di euro) il sistema calcio è un gigante coi piedi di argilla, minato alla base dal tremendo squilibrio della sua struttura. Alla crescita dei ricavi, infatti, si affianca il vertiginoso aumento dei costi, e in particolar modo di quelli per il personale, cresciutidel 67% nel giro di nemmeno cinque anni (tra il 2006 e il 2010). Un sistema, ancora, che ha prodotto un risultato netto negativo, in meri termini di bilancio, pari a 1.641 miliardi di euro nella sola stagione 2009-2010.

Ma l’aspetto più caratterizante del calcio ai tempi della crisi è la sua estrema polarizzazione, da un punto di vista prima economico e poi, a cascata, sportivo, con un differenziale – uno spread – tra i club più forti e quelli più deboli che si è fatto imbarazzante e che si riversa anche sul campo, dove diventano sempre meno numerose le società in grado di vincere le competizioni nazionali (vedere, per credere, gli albi d’oro dei maggiori campionati europei: compariranno sempre gli stessi due, tre nomi).

“Il calcio ai tempi dello spread”, però, non si limita a guardare all’Europa nella sua interezza, ma la scompone, rivelando un quadro in cui, come nell’economia, la Germania si propone come la locomotiva continentale. E dopo allarga lo sguarda, inserendo il calcio italiano, e quello europeo, in un quadro più ampio, che si compone anche degli Stati Uniti e dei Paesi Bric, tra cui spicca, per potenziale, il Brasile (nome che evoca sempre talento e allegria negli appasionati di pallone), alle prese in questi anni con l’organizzazione di Mondiali e Olimpiadi, in quella che ormai appare come una sfida perpetua fra vecchi e nuovi mercati.

 


Allegati: Calcio Spread-Introduzione 7-30.pdf

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