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Idrogeno verde: vanno alle Regioni i fondi del PNRR. Nuovi impianti al posto di ex fabbriche

Il primo provvedimento del governo destina 450 milioni di euro alle Regioni per strutture che favoriscono la transizione energetica.

Idrogeno verde: vanno alle Regioni i fondi del PNRR. Nuovi impianti al posto di ex fabbriche

I distretti per l’idrogeno verde fanno il loro ingresso nelle decisioni del governo Meloni. Il primo provvedimento – previsto dal PNRR- è stato adottato dal Ministero dell’Ambiente e riguarda le hydrogen valleys nelle aree industriali dismesse. Le risorse ammontano a 500 milioni di euro da spendere entro i prossimi tre anni. Al netto dei cosiddetti progetti-bandiera che valgono 50 milioni, gli altri 450 milioni vanno a Regioni e Province autonome che elaboreranno progetti ad hoc.

Importante che il plafond delle risorse a disposizione generi almeno 10 progetti con una capacità di produzione complessiva tra 10 e 50 Megawatt. La decisione del Ministero è arrivata nonostante la Commissione Europea non abbia definito ancora con esattezza cosa si intende per idrogeno verde. Aspetto non secondario, dal momento che la stessa Commissione ha lanciato un progetto idrogeno a livello europeo. L’Agenzia internazionale per l’energia recentemente ha sollecitato l’Italia a fare presto. Dal punto di vista tecnico la fonte su cui punta l’Italia è certamente green. L’idrogeno va prodotto principalmente attraverso l’elettrolisi che lo separa dall’acqua. In natura, infatti, non lo si trova mai da solo, e le sue caratteristiche sono molto compatibili con l’ambiente.

Le Regioni responsabili dell’intero progetto

Il decreto del Ministero dell’Ambiente ripartisce i 450 milioni che entro il primo trimestre di quest’anno dovrebbero portare all‘aggiudicazione dei lavori ed alla successiva apertura dei cantieri. Entro marzo dovrebbero essere assegnati altri 2 miliardi di euro per l’utilizzo dell’idrogeno in alcuni settori industriali per sostituire le fonti fossili.

Di aree industriali capaci di ospitare le nuove infrastrutture ce ne sono molte nelle Regioni del Sud. Su alcune ci sono i segni evidenti della deindustrializzazione degli anni ’90 e 2000. Creare le hydrogen valleys vuol dire convertire da cima a fondo capannoni ormai inutilizzati e farli ripartire con una fonte energetica privilegiata.

Il provvedimento concede finanziamenti anche per l’uso dell’idrogeno nel trasporto pubblico. In questo senso, la riconversione dei mezzi pubblici è un obiettivo molto sfidante per gli enti locali che saranno soggetti attuatori dei progetti. A loro il governo ha attribuito responsabilità di realizzazione degli interventi, monitoraggio e controllo di tutte le fasi operative, sin dalla pubblicazione dei bandi. Trasparenza e legalità dovranno essere assicurati per evitare che i progetti in itinere siano occasione per frodi o abusi.

La partita – questo il governo lo sa- si gioca anche sui tempi di realizzazione delle infrastrutture. Più volte sulle tempistiche del PNRR c’è stato l’impegno della premier Giorgia Meloni a facilitare le autorizzazioni soprattutto nel settore energetico. Il sistema italiano si riposizionerà nel contesto europeo solo se assieme alle future valleys si interverrà anche sui costi di produzione, laddove gli elettrolizzatori per l’idrogeno e gli altri macchinari necessari hanno costi molto elevati.

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