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Idrogeno e nuove fonti: Pichetto Fratin annuncia investimenti. Ma l’Agenzia internazionale per l’energia chiede all’Europa di fare più in fretta

Per il Ministro dell’Ambiente il consuntivo 2022 è positivo e punta sull’idrogeno. Resta il grande nodo della burocrazia. L’Agenzia internazionale per l’energia chiede di accelerare sulle fonti pulite.

Idrogeno e nuove fonti: Pichetto Fratin annuncia investimenti. Ma l’Agenzia internazionale per l’energia chiede all’Europa di fare più in fretta

L’idrogeno è fondamentale per l’economia italiana. Sta per arrivare il primo decreto di 3,2 miliardi per progetti previsti nel PNRR. L’energia libera nell’aria da catturare con strumenti e tecnologie all’avanguardia, sarà incentivata anche dal nuovo governo. In questo senso si è espresso il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

In linea generale tutte le risorse previste dal Piano di ripresa saranno stanziate nei tempi previsti. Il Ministro ha dato rassicurazioni alle imprese pubbliche associate in Utilitalia che hanno dedicato un convegno alla crisi energetica. Saranno sbloccate le autorizzazioni per nuovi impianti durante il 2023. Il bilancio 2022 si chiude con 7,1 gigawat autorizzati dalla Commissione Via-Vas. Ma ci potrebbe essere anche qualcos’altro, perché la Commissione ha programmato altre 3 sedute entro il 31 dicembre. A beneficio soprattutto delle aziende energetiche, è stato fornito il dettaglio delle autorizzazioni concesse, alcune delle quali si riferiscono al periodo in cui era Ministro Roberto Cingolani: 6 riguardano l’agrivoltaico, 14 il fotovoltaico, 31 l’eolico e 3 i pompaggi.

L’incremento delle rinnovabili a rischio burocrazia

“Presto ci sarà il decreto per individuare gli interventi del Pnrr sull’idrogeno“, ha detto Pichetto Fratin laddove il Pnrr stanzia 2,1 miliardi per migliorare la gestione dei rifiuti, 1,5 miliardi per nuovi impianti , 600 milioni per progetti faro di economia circolare. Il 2023 sarà, quindi, un anno impegnativo per le infrastrutture, per cui i dati del 2022 rappresentano sostanzialmente una fase di passaggio. A questo proposito il governo Meloni deve approvare anche 200 milioni per le isole verdi, 140 per le comunità verdi, 6 miliardi per nuove fonti rinnovabili, 4 miliardi per le smart grid. Una lista di interventi necessari per procedere verso obiettivi ambientali e sostenibili ambiziosi ed alla quale bisogna aggiungere altri 2 miliardi per infrastrutture idriche, 1 miliardo per riparare le perdite, 600 milioni per fognature e depurazione. Ma gli ostacoli alla buona spesa di queste risorse vengono dalla complessità delle autorizzazioni e delle competenze.

Per l’Aie nel 2023 deficit di gas in Europa

Una situazione che si ribalta sui cittadini che, pur aspirando a servizi energetici a basso impatto ambientale, hanno subito gli aumenti indiscriminati dei prezzi di luce e gas. È evidente che lo sblocco delle autorizzazioni e la velocità delle procedure è diventato un punto centrale.

Segnali positivi dal governo, purtroppo, non ce ne sono ancora. È stato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio a ricordare che l’Italia continua ad avere una produzione normativa dieci volte superiore alla media europea. Il controvalore di questa giungla di leggi, regolamenti, competenze lo ritroviamo nella lentezza con la quale molte medie imprese energetiche si fanno carico di nuovi investimenti.

L’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) dice che nel 2023 ci sarà un peggioramento delle forniture di gas all’Europa. Anche l’Italia è sollecitata a fare più fretta e in questo contesto riemerge la ricerca sull’utilizzo dell’idrogeno. Ma dopo un anno di tempeste dei prezzi, la media normativa italiana è diventata davvero insostenibile.




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