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I mercati bocciano la riforma elettorale: Italia sotto tiro

La legge elettorale alla tedesca che l’Italia sta per adottare non piace ai mercati che vi intravedono forti rischi di ingovernabilità: Borsa, spread, banche ed euro in fibrillazione – Draghi tiene duro sul Qe – Oggi asta Btp

I mercati bocciano la riforma elettorale: Italia sotto tiro

“Magari tra qualche anno dovremo ringraziare Trump – ha detto Romano Prodi – Ci ha ricordato che noi europei, se non restiamo uniti, rischiamo una brutta fine”. Così l’ex presidente della Ue fa eco alla durissima sortita di Angela Merkel, la quale da una birreria di Monaco di Baviera (circostanza che evoca una memoria sinistra) ha rilevato che “d’ora in poi l’Europa dovrà fare da sola”, dopo aver preso atto della chiusura di Trump in materia di ambiente, commercio e difesa comune.

Nel nuovo contesto l’Italia torna ad esser percepito come l’anello debole dell’Eurozona, come dimostrano le pressioni sull’euro (1,1235, -0,4% sul dollaro), il brusco ribasso di Piazza Affari e l’aumento dello spread sul Bund di fronte alla prospettiva di elezioni a settembre, forse nello stesso giorno della Germania. I mercati non l’hanno presa bene: probabilmente dopo le elezioni si aprirà una lunga fase di negoziati fra i partiti, proprio quel che non ci vuole a fronte di una situazione che impone scelte drastiche e rapide.

TOKYO, LA DISOCCUPAZIONE AL 2,8% AI MINIMI DAL 1994

Le tensioni sull’Italia (e il rischio bailout per la Grecia) hanno segnato l’atmosfera semifestiva delle piazze finanziarie. Oggi riaprono i battenti Londra e New York, ma sono chiuse le Borse cinesi, Taiwan e Hong Kong.

Deboli i listini asiatici aperti: Tokyo arretra dello 0,5% , nonostante il nuovo calo della disoccupazione, scesa ai minimi dal 1994 al 2,8%. Giù anche Seul (-0,6%).

Poco mossi i prezzi del petrolio: Brent -0,3% a 52,14 dollari il barile, Wti a 49,82. Eni ha chiuso in calo dello 0,2%. Per Kepler Chevreux il cane a sei zampe resta il titolo preferito del settore (buy, Target price 17,5 euro). Saipem -0,1%. 

PIAZZA AFFARI SCENDE SOTTO I 21 MILA PUNTI

Seduta priva di storia in Europa, salvo due spine: la Grecia, ostaggio del braccio di ferro tra Fmi e Ue (vedi Germania) sull’eventuale taglio del debito; l’Italia, ormai avviata verso il voto anticipato. Mario Draghi ha ribadito la politica accomodante della Bce.

Piazza Affari ha chiuso in pesante ribasso: -2,01% sotto i 21 mila punti, fermandosi a 20.783. Senza particolari scossoni invece la seduta nelle principali piazze europee: Madrid -0,19%; Parigi -0,08%; Francoforte +0,21%.

DRAGHI: LA RIPRESA C’È, MA IL QE NON SI TOCCA

La ripresa “si sta irrobustendo”. E siccome è anche sospinta dalla domanda interna, Mario Draghi ritiene sia “meno vulnerabile” rispetto ad eventuali “shock esterni”. Ma, parlando davanti al Parlamento europeo, il banchiere ha messo le mani avanti: “Abbiamo ancora bisogno di politiche monetarie molto accomodanti – ha detto – anche perché i salari crescono ancora troppo lentamente”.

Draghi ha anche raffreddato le previsioni su una diminuzione degli acquisti dei bond da 60 miliardi già a settembre. Infine, ha sottolineato che “non bisogna avere paura di cambiare i Trattati”, riferendosi ai piani annunciati da Angela Merkel ed Emmanuel Macron di voler rafforzare l’eurozona anche rivedendo gli accordi.

In vista della riunione della Bce di giovedì 8 giugno a Tallin sale però di tono la polemica della Bundesbank. La politica ultra accomodante della Banca centrale europea è “ancora appropriata in linea di principio” ma è legittimo dibattere sulle tempistiche di un suo abbandono alla luce del consolidarsi dell’inflazione, ha detto ieri a Berlino Jens Weidmann, presidente della Banca centrale tedesca e rappresentante per la Germania nel consiglio Bce.

LO SPREAD SFIORA I 190 PUNTI. OGGI L’ASTA BTP

Giornata di ampia correzione per l’obbligazionario italiano, con lo spread che allarga di oltre 10 punti: le imminenti aste e la rinnovata speculazione su elezioni anticipate hanno alimentato le vendite, combinandosi con un mercato particolarmente sottile per la chiusura festiva delle piazze di Londra e New York.

Lo spread Btp/Bund ha chiuso la seduta al massimo di giornata di 189 punti base, il livello più alto dallo scorso 4 maggio, contro i 177 dell’ultima chiusura. Il tasso decennale ha toccato in giornata un picco a 2,20% (massimo da metà maggio) in mattinata.

L’ulteriore allargamento pomeridiano dello spread è stato dovuto alla discesa dei rendimenti sui Bund (quello decennale si è portato sui minimi da circa quattro settimane). Oggi è prevista l’offerta fino a 7,5 miliardi di tre titoli a medio lungo termine: le riaperture dei Btp benchmark a 5 e 10 anni e del Ccteu ottobre 2024.

Nonostante la correzione di ieri, il rally della settimana scorsa permette ai rendimenti sul 5 e sul 10 anni di tenere sotto i livelli di un mese fa: ieri in chiusura rispettivamente a 0,90% e 2,18% contro 1,04% e 2,29% delle aste di fine aprile.

BANCHE ITALIANE SEMPRE PIÙ NEL MIRINO: -3,3%

Nuova giornata calda per il settore del credito: cresce intanto l’incertezza sulla sorte delle banche venete, l’anello debole del sistema. A scaldare l’atmosfera ci ha pensato ieri mattina anche il governatore della Banque de France, Villeroy de Galhau, il quale ha affermato che i problemi del settore bancario italiano e portoghese vanno affrontati tempestivamente e in via definitiva, poiché “non è normale” che difficoltà a livello locale danneggino l’immagine del sistema bancario a livello di intera zona euro.

In questa situazione, il paniere del settore bancario italiano lascia sul terreno il 3,27%, a fronte di un calo dello 0,35% del comparto europeo, registrando il peggiore ribasso da quasi quattro mesi. Tra i singoli titoli Ubi perde il 4,7%, Unicredit il 4,3% e Banco Bpm il 3,9%.

INTESA PUNTA SUI TABACCAI

Intesa Sanpaolo (-2,06%) è la peggior blue chip dell’indice Eurostoxx 50 (quasi invariato). Sul titolo pesa negativamente il rischio di elezioni anticipate in Italia. L’istituto si prepara intanto a tagliare i costi con l’obiettivo, previsto dal prossimo piano industriale, di abbassare il cost/income dal 49 al 45%, tra i più bassi in Italia, come scrive il Financial Times. Intesa conta sulla recente acquisizione della banca che serve i 20mila tabaccai in Italia attivando un meccanismo che potrebbe ridurre di oltre un terzo la sua rete di 3mila filiali.

SOTTO TIRO ANIMA. DUBBI SULLE STRATEGIE DI POSTE

Forti ribassi anche per le assicurazioni e le società del risparmio gestito: Banca Generali -3,6%, Generali -2%, Unipol -4%. Restando tra i finanziari Anima perde il 3,4% dopo le indiscrezioni stampa del fine settimana sul possibile minor impegno nell’asset management di Matteo Del Fante, nuovo ad del socio e partner Poste Italiane (-2,47%). Banca Akros ha tagliato la raccomandazione del titolo a neutral da accumulate con prezzo obiettivo che resta a 7,1 euro. L’incertezza sulle strategie nel risparmio gestito potrebbe ripercuotersi anche sulla possibile finalizzazione di un deal con Banco Bpm per la cessione di Aletti Sgr ad Anima.

AVANZA BREMBO, FRANO FERRARI E FCA

Guadagna posizioni solo Brembo (+0,9%) nel giorno in cui è diventato operativo il frazionamento delle azioni ordinarie tramite l’assegnazione di cinque nuove azioni per ciascuna posseduta. Banca Akros ha aggiustato il target price dell’azione a 15,5 euro da 77 euro, confermando ad accumulate il rating.

Ferrari chiude in calo dell’1,9% dopo la vittoria al GP di Monaco. In ribasso anche Fiat Chrysler (-1,7%), Stm (-1,4%) e Leonardo (-1,6%).

LUSSO SOTTO PRESSIONE, MA IL MERCATO MIGLIORA

Si è mossa in rialzo Mediaset (+0,9%), che beneficia del nuovo scenario politico. Tonfo di Italgas (-3,7%) alla vigilia della presentazione del business plan. Arretrano Enel (-2,2%) e Telecom Italia (-1,4%). Male anche le altre utility: Snam -1,1%, Terna -1,4%.

Scendono Ferragamo (-0,4%) e Moncler (-3,8%) nonostante le indicazioni positive sul mercato del lusso emerse dal Monitor Altagamma, realizzato da Bain & Company. Secondo la ricerca, il mercato mondiale quest’anno crescerà tra il 2 e il 4%.

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