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I giganti di Internet e i terremoti dell’intelligenza artificiale: come affrontarli?

L’arrivo in forze dei robot e dell’intelligenza artificiale sta facendo saltare non solo i lavori manuali ma anche molte professioni e, se non governato, rischia di creare nuove povertà e nuove diseguaglianze sociali, come racconta Massimo Gaggi nel suo nuovo libro “Homo premium – Come la tecnologia ci divide” – Ecco perchè è ora che la politica si svegli e cerchi le risposte adatte ad affrontare problemi davvero epocali

I giganti di Internet e i terremoti dell’intelligenza artificiale: come affrontarli?

La globalizzazione senza regole è stata ed è certamente uno degli sconvolgimenti epocali che più sta segnando i nostri tempi e che, dagli Stati Uniti all’Europa, ha già provocato terremoti sociali e politici fino a qualche anno inimmaginabili. Ma l’arrivo in forze dell’intelligenza artificiale e l’accelerazione della digitalizzazione promettono o minacciano di sconvolgere ancora di più la nostra vita, se non si troverà il modo di gestire la fase di transizione dal vecchio al nuovo mondo assorbendone i devastanti effetti sociali. È quanto emerge dal nuovo interessantissimo libro di Massimo Gaggi, inviato del Corriere della sera a New York, che in “Homo premium – Come la tecnologia ci divide” (Editori Laterza, pagg.159, euro 15) racconta come già ora e sempre di più i robot e i giganti di Internet, da Amazon a Facebook e a tutti gli altri, stanno rivoluzionando l’esistenza di tutti noi che assistiamo impotenti a cambiamenti senza precedenti.

Dopo i robot che sostituiscono i lavoratori manuali, ora  l’intelligenza artificiale si sta diffondendo anche nelle professioni, nei servizi e nei lavori intellettuali: dagli analisti ai medici, dagli ingegneri agli avvocati, dagli agenti di viaggio ai giornalisti sono in tanti i professionisti che rischiano il loro posto di lavoro. Le potenzialità dell’intelligenza artificiale sono enormi ma anche i pericoli sono infiniti. Jerry Kaplan nel suo “Humans need not apply”  arriva a parlare di un 30% della popolazione destinata a perdere il lavoro” se non si corre ai ripari e Kai-Fu Lee, presidente dell’Istituto cinese per l’intelligenza artificiale, sostiene che quest’ultima ha potenzialità grandissime e che può fare per noi “cose straordinarie, ad esempio nella cura del cancro, ma sostituirà l’uomo in un gran numero di mansioni”, tranne che nei mestieri creativi e nei lavori che richiedono empatia.

L’intelligenza artificiale è un segno del progresso che non va demonizzato ma gestito. Però bisogna sapere, avverte Gaggi, che la prospettiva di una nuova stagione di diseguaglianze sociale è a un passo e non solo negli Stati Uniti ma in tutto l’Occidente perché, sull’onda delle nuove tecnologie e in assenza di un’adeguata risposta politica, da un lato si profilano sacche di povertà da disoccupazione o lavori precari sottopagati e dall’altro un’élite benestante che usa la tecnologia per vivere meglio e più a lungo.

Soggiogati dal fascino delle infinite possibilità offerte dall’universo digitale, “non ci siamo resi conto di quanto iniqua, brutale e concentrata sia la nuova tecnologia nata dalle innovazioni della Silicon Valley”. Oggi i cervelli del web puntano sull’ultima tecnologia, la blockchian, per aprire una nuova stagione di Internet, ma se non si interviene presto si rischiano altri terremoti sociali e politici, come quelli che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca e i movimenti populisti di vario conio al successo elettorale in Italia e in Europa.

Purtroppo, come sta rivelando lo scandalo Facebook, che è solo la punta dell’iceberg, i giganti di Internet hanno preso il sopravvento nelle società occidentali e con i loro algoritmi sono in grado, non solo di accumulare ricchezze spropositate e un potere senza limiti , ma di influire pesantemente sulla vita di ognuno di noi erodendo il nostro libero arbitrio e minando le basi stesse della convivenza civile e della democrazia.

È vero che ogni rivoluzione tecnologica i posti di lavoro persi sono sempre stati sostituiti nel lungo periodo da un numero maggiore di nuovi occupati, ma sarà così anche stavolta? Chi gestirà e quanto durerà la transizione? Sono questi i dubbi che dominano la nostra epoca e che alimentano inquietudini e paure. Purtroppo finora la politica, di destra come di sinistra, si è rivelata “incapace di indirizzare processi che cambiano l’economia, i rapporti sociali, perfino la percezione della democrazia”.

Di fronte a problemi epocali come quelli sollevati dall’arrivo in forze dell’intelligenza artificiale e dallo sprint della digitalizzazione ma anche come quelli della nuova fase della globalizzazione o della crisi demografica e dell’invecchiamento della popolazione il dibattito politico in corso in Italia fa sorridere se non piangere, essendo lontano anni luce dalle vere questioni che condizioneranno il futuro nostro e delle nuove generazioni. Ma l’esatta consapevolezza di questi problemi manca in tutto il mondo e mancano ancora di più le risposte. “È arrivato però il momento di costruirle” e di svegliarci ci manda a dire il libro di Massimo Gaggi che merita davvero di essere letto e meditato.

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