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Mobilità: ecco l’auto che legge nel pensiero

Nissan ha messo a punto un prototipo di auto a guida autonoma che grazie ad una “cuffia” raccoglie i segnali emessi dal cervello del guidatore, ne anticipa le mosse e ne facilita le manovre. Così l’intelligenza artificiale aiuta a guidare meglio

Mobilità: ecco l’auto che legge nel pensiero

C’è un nuovo tipo di auto: non solo è elettrica ma è anche in grado di leggere nei nostri pensieri. Nulla di magico, al contrario, si tratta della punta avanzata della ricerca Brain to vehicle (B2v). Di che si tratta? Grazie ad una cuffia che raccoglie i segnali cerebrali della persona al volante, il veicolo è in grado di anticiparne le mosse e facilitare le manovre. A realizzare il primo prototipo è stato il laboratorio per le interfacce cervello-macchina del Politecnico di Losanna in collaborazione con Nissan, che lo ha presentato allo Show per l’Elettronica di Consumo che si tiene ogni anno a Las Vegas.

Come funziona

Il conducente indossa un dispositivo in grado di misurare l’attività delle onde cerebrali, che vengono poi analizzate dai sistemi autonomi. Prevedendo le intenzioni e i movimenti dell’essere umano, i sistemi possono intervenire (girando il volante o rallentando il veicolo, ad esempio) con un anticipo di 0,2-0,5 secondi sul conducente, senza quasi far percepire il proprio funzionamento.

Da un lato, quindi, la tecnologia prevede: non appena il guidatore sta per compiere un movimento (ad esempio, girare il volante o premere il pedale dell’acceleratore), rileva il segnale emesso dal cervello e i sistemi di assistenza alla guida intervengono tempestivamente, riducendo i tempi reazione e migliorando la guida manuale. Prevedendo le intenzioni e i movimenti dell’essere umano, i sistemi possono intervenire (girando il volante o rallentando il veicolo, ad esempio) con un anticipo di 0,2-0,5 secondi sul conducente, senza quasi far percepire il loro funzionamento.

Dall’altro, l’intelligenza artificiale è in grado di rilevare e valutare anche il grado di comfort per poi modificare, se necessario, la configurazione o lo stile di guida. Altri possibili impieghi includono l’adattamento dell’ambiente interno del veicolo. Ad esempio, la nuova tecnologia potrà sfruttare la realtà aumentata per mettere a punto la visuale del conducente e creare un’atmosfera più rilassata. O svolgere altre funzioni, come il controllo dell’aria condizionata, funzionare da assistente virtuale e navigatore.

Una diversa guida autonoma

La ricerca Nissan sul B2V, come dicevamo,è iniziata nel 2011 come parte di un progetto a lungo termine di Ricerca e Sviluppo con la Scuola politecnica federale di Losanna e nel 2015 è stata selezionata come programma SIR (Senior Innovative Researcher).

“Le potenziali applicazioni della tecnologia B2V sono incredibili”, commenta Lucian Gheorghe, Senior Innovation Researcher del Centro di Ricerca Nissan in Giappone e responsabile del progetto Brain to vehicle. “La nostra missione è scoprire in che modo possiamo dare alle auto del futuro un valore aggiunto e rendere reali soluzioni che nessuno aveva osato immaginare”.

In pratica, piuttosto che sostituirsi al guidatore come nell’auto a guida autonoma, il Brain to vehicle “sfrutta” il pensiero del guidatore anticipandone i desideri: è sempre l’essere umano a guidare ma coadiuvato da un assistente invisibile che lo aiuta a non fare errori e forse anche a divertirsi di più.

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