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I dati sull’occupazione Usa rilanciano in parte le Borse europee: Milano in altalena

I dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti sono migliori del previsto e ribaltano in positivo i listini di tutta Europa: alle 14 Piazza Affari +0,23% ma poi cala – In mattinata avevano influito i pessimi risultati del settore manifatturiero nell’eurozona – Tensioni sul fronte Grecia: la Corte dei Conti di Atene mette a rischio la riforma delle pensioni.

I dati sull’occupazione Usa rilanciano in parte le Borse europee: Milano in altalena

MEGLIO DEL PREVISTO L’OCCUPAZIONE USA. LE BORSE PRENDONO LA STRADA DEL RIALZO

Borse europee in lieve calo a metà mattina. A Milano l’indice FtseMib scende dello 0,6% a quota 15712, Parigi arretra dello 0,18%, Londra -0,07%, Francoforte -0,03%.

Alle 14 ora italiana è uscito l’atteso rapporto sull’occupazione Usa: ad ottobre sono stati creati  171 mila posti di lavoro, agricoltura esclusa,  contro i 125 mila previsti (+16%). I nuovi posti nel settore privato sono 184.000. Ma il tasso di disoccupazione, come previsto, è salito al 7,9% dal 7,8% precedente. Da 25 mesi il saldo tra nuovi occupati e uscite segna un saldo positivo, ma la ripresa è troppo modesta per assorbire i disoccupati da più di 6 mesi che restano attorno ai 12 milioni.

Il dato ha permesso alle Borse di invertire rapidamente la rotta dopo la mattinata negativa. A Milano l’indice FtseMib sale dello 0,23% (-0,6% a metà giornata), Parigi avanza dello 0,63%, Londra + 0,33%, Francoforte +0,62%.

Ha pesato in mattinata sui listini  il calo del settore manifatturiero nell’Eurozona. In Italia, il Pmi del settore manifatturiero è sceso a 45,5 punti da 45,7 (stime a 45,3), segnando il 15esimo mese consecutivo in cui l’indice è al di sotto dei 50 punti, indicando contrazione dell’attività.

Altro elemento critico: l’evoluzione della crisi in Grecia continua a suggerire cautela ai mercati, specie dopo che ieri la Corte dei Conti di Atene ha sollevato dubbi sulla costituzionalità della riforma delle pensioni richiesta da Ue e Fmi, un  parere non vincolante per il Parlamento che la settimana prossima dovrà votare il provvedimento, ma che rischia di complicare lo sforzo del governo per sbloccare le prossime tranche di aiuti finanziari.

L’euro è in netto calo a 1,287 contro il dollaro, da 1,290 della chiusura di ieri sera. Petrolio giù,  con il Wti scambiato a 86,5 dollari al barile (-0,6%), Brent a 107,8 dollari (-0,3%). Sul mercato dei titoli di Stato il rendimento del Btp a 10 anni è stabile al 4,92%, spread poco mosso a quota 348. Tra le banche scivola Bper -2,11%, rimbalza Mps +1,74%. Arretrano sia Intesa -1,18% che Unicredit -0,46%.

Fra le altre  blue chip le variazioni di prezzo sono di entità modesta. Il ribasso più forte è di Telecom Italia che  scende del 2,88%, influenzata dal ribasso di Deutsche Telekom , che perde il 2,7% in seguito alle indiscrezioni del quotidiano Handelsblatt che ipotizza un drastico taglio del dividendo nei prossimi anni (-30%). In forte calo anche  Mediaset – 2,34%. Fiat Industrial  perde l’1,5% dopo il declassamento di Ubs a neutral da buy.

Fiat  torna in terreno positivo a 0,64% e Pirelli  sale dello 0,3%: entrambe beneficiano della forte crescita del mercato auto brasiliano nel mese di ottobre (+41%). Crollano -7,8% le vendite d’auto in Francia, ma tedeschi, giapponesi e coreani salgono a due cifre.  La Fiat è quella che perde di più. Sono in calo sia Enel -0,4%, sia Enel Green Power  -1,3%.
Fra le società italiane più attive in Usa, Autogrill sale del 1,5% grazie a Credit Suisse che ha alzato il giudizio a outperform da neutral.

Lievemente positiva Luxottica +0,3% che ha annunciato stamattina l’acquisizione della casa francese di produzione di occhiali Alain Mikli. Tod’s guadagna lo 0,6%. Impregilo sale dello 0,3%. Fra le mid cap, salgono TerniEnergia +1,9%, Fiera Milano +1,9% e Telecom Italia Media  +1,8%. Prosegue anche oggi la caduta di Maire Tecnimont , sospesa per eccesso di ribasso.

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