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I costi del non fare, la tassa occulta sulle infrastrutture

L’insufficienza della rete infrastrutturale in Italia genera costi che ognuno di noi paga, anche senza esserne cosciente – Così come la sovra-infrastrutturazione di alcuni settori ha creato un indebitamenteo eccessivo che peserà sulle generazioni più giovani – Nel libro dell’Osservatorio si presentano consigli e soluzioni per risparmiare sulle inefficienze.

I costi del non fare, la tassa occulta sulle infrastrutture

La spazzatura nelle strade, i blackout, le code sulle autostrade, i costi elevati di gas ed elettricità, tutti problemi della vita quotidiana che purtroppo stanno cadendo in una spirale negativa di inerzia da cui sembra sempre più faticoso uscire. Ma quanto costano tutte quelle ore sprecate a fare operazioni che richiederebbero la metà del tempo se solo venissero svolte in modo efficiente? Questa è la domanda che ha spinto l’Osservatorio dei costi del non fare a pubblicare il loro primo libro: “I Costi del non fare – La tassa occulta delle infrastrutture”, edito Agici, un’innovativa analisi costi-benefici per ripensare le infrastrutture in italia.

Il team del professore della Bocconi, Andrea Gilardoni, in collaborazione con i due analyst dell’Osservatorio Stefano Clerici e Alessandra Garzarella, hanno messo insieme dati e tendenze per stimolare la discussione riguardo le inefficienze del nostro Paese. Il focus principale sono le infrastrutture: energia, rifiuti, viabilità stradale e ferroviaria e settore idrico. Il problema legato all’inefficienza dei questi settori è stato affrontato troppo spesso con poca serietà e scarso rigore scientifico. Non hanno aiutato il sistema politico e la pubblica amministrazione, che devono ancora sviluppare le competenze per gestire progetti complessi e assumersi il ruolo di centralità che gli spetta con la dovuta diligenza.

Di qui anche le proposte per migliorare lo sviluppo della rete infrastrutturale italiana: semplificazione e riorganizzazione dei processi autorizzativi/realizzativi, ridefinizione dei ruoli per i soggetti che operano nel settore, meccanismi di agevolazione del confronto tra i diversi stakeholder. Il tutto tenendo sempre ben presente la cornice globale, con il rallentamento dell’economia europea e il cambiamento nello scenario energetico dopo il disastro di Fukushima.

Insomma, un libro per riflettere su come migliorare e rendere più efficiente il sistema delle infrastrutture italiane. E il nostro preziosissimo tempo.

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