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Guerra tech Usa-Cina e tassi Fed spaventano i mercati

Si inasprisce il conflitto tra Usa e Cina che ora investe anche il tech – I mercati mettono ormai nel conto quattro rialzi del costo del denaro americano nel 2019 – Le Borse soffrono – Lusso francese nella bufera – Scade il lock up su Camfin – La speculazione fa volare Astaldi

Guerra tech Usa-Cina e tassi Fed spaventano i mercati

In attesa dei dati sul mercato del lavoro Usa di oggi, l’avvertimento di Jerome Powell ha già prodotto i suoi frutti: calano le Borse, che ormai mettono in conto quattro rialzi del costo del denaro Usa nel 2019. Sale il rendimento dei Treasury decennali, salito al 3,20% (massimo dal 2011), stessa dinamica in Europa. I mercati mettono da parte per ora le preoccupazioni per la manovra italiana in attesa di capire le dimensioni della ripresa dei salari Usa: più che il numero dei nuovi occupati si guarda alle buste paga, dopo l’aumento deciso di Amazon.

Ma a riprendere il centro della scena, a danno dei listini, è la ripresa del confronto, sempre più duro, tra Cina e Stati Uniti. Diversi segnali vanno a dimostrare che Xi Jingping sta preparando, anche sul piano psicologico il paese ad un clima di emergenza: la stretta sui consumi del lusso, la clamorosa denuncia di Fang Bingbing, la star più famosa di cinema e tv, scomparsa da più di un mese sotto l’accusa di evasione fiscale, le misure prese a favore delle imprese statali a danno del settore privato descritte dal New York Times.

Il conflitto più drammatico riguarda però la tecnologia. Un’inchiesta di Bloomberg denuncia che una società controllata dall’esercito popolare cinese è riuscito ad infiltrare un chip “malandrino” sia nella tv di Amazon che nei prodotti Apple. Le conseguenze sono state immediate.

Lenovo, un assemblatore di pc molto forte in Nord America, perde il 18%. ZTE, società cinese attiva nella tecnologia delle videoconferenze e delle telecomunicazioni, perde l’11%.

In assenza di Shanghai, ancora chiusa per le feste del Capodanno lunare, le vendite sulle società dell’alta tecnologia piegano la Borsa di Taipei: l’indice Taiex, con il -2% di oggi, si avvia a chiudere la settimana con un calo di quasi il 5%. Hong Kong perde lo 0,5%, Tokyo lo 0,8%, Seoul lo 0,6%, Mumbai lo 0,4%.

Chiusura in rosso a Wall Street: Dow Jones -0,75%, S&P 500 -0,82%. Il prezzo più alto lo paga il Nasdaq: -1,81%. Soffrono i titoli “incriminati”: Apple perde l’1,76%, Amazon il 2,22%.

Tesla, ha chiuso in calo del 4%, nel dopo borsa, il titolo ha perso un altro 4%, per effetto del tweet di Elon Musk che ridicolizza l’agenzia di sorveglianza dei mercati finanziari, la Sec, definita una commissione che arricchisce gli speculatori. Il cinguettio arriva a cinque giorni dal patteggiamento, tra lo stesso Musk e le autorità di Borsa, sulle accuse di frode per il mancato delisting di agosto.

Il petrolio risale stamane dopo aver assorbito l’effetto dell’aumento delle scorte a Cushing, il nodo centrale del sistema di oleodotti del Nord America. Il Brent tratta a 84,6 dollari al barile (+0,4%) il Wti a 74,76, attorno ai massimi dal 2014. Ma Goldman Sachs predica la cautela: sul mercato, si stanno accumulando posizioni speculative al rialzo (1,2 milioni di barili) in vista dell’embargo all’Iran che potrebbero riservare sorprese.

A Piazza Affari Saipem -0,8%: citigroup ha tagliato il giudizio. Eni-0,6%

CREDIT SUISSE: ECCESSIVA LA FORBICE TRA USA E EUROPA

Seduta in calo anche per tutti i mercati europei. Ma stavolta non è stata la nebbia sulla manovra italiana (tutt’altro che dissolta, peraltro) a fare da zavorra. Anche nel Vecchio Continente si è fatto sentire l’effetto delle parole di Jerome Powell che aprono la porta all’ipotesi di un numero di strette monetarie superiore a quelle finora previste dal mercato. Di qui il ribasso, in parte attutito a Milano e a Madrid dal rimbalzo dei bancari, favoriti dal rialzo dei rendimenti.

Continua intanto ad allargarsi la forbice di rendimento tra i mercati europei e Wall Street: il Credit Suisse invita a ridurre l’esposizione su Wall Street, nonostante la forza del dollaro: il divario con le Borse europee ha raggiunto “livelli allarmanti”. Da inizio anno l’indice MSCI World, senza gli Stati Uniti, perde il 4,4%, l’indice MSCI Stati Uniti guadagna il 9,5%: una simile gap non si vedeva da trent’anni. Il P/E (rapporto Prezzo Utili) di Wall Street è il doppio della media delle Borse mondiali: cose mai viste dal 2005.

MILANO CONTIENE LE PERDITE. GIORNATA NO PER LA FRANCIA

Il listino di Milano ha contenuto le perdite: -0,59% a 20.612 punti. Ancor meglio hanno fatto Francoforte (-0,39%) e Madrid (-0,47%). Più pesanti Zurigo (-0,9%) e Londra (-1,2%). Peggio di tutte Parigi (-1,47%), frenata dal giro di vite cinese sullo shopping del lusso.

LA CINA FRENA IL LUSSO. GIÙ LE GRIFFE PARIGINE E MONCLER

Bloomberg riferisce che da qualche giorno sono in atto restrizioni agli acquisti di beni di lusso dei cinesi all’estero. Secondo voci, riportate da social media locali, le autorità aeroportuali stanno applicando tariffe doganali più alte sui prodotti comprati all’estero Kering ha accusato un calo del 6%, Lvmh del 5%.

L’onda negativa ha investito anche i titoli italiani del comparto moda a partire da Moncler, in ribasso del 5,6%. Da inizio anno la griffe dei piumini sale del 40%; nel 2017 l’incremento era stato del 58%, nel 2026 del 28%. Deboli anche Salvatore Ferragamo -1,32% e Brunello Cucinelli -2,40%.

IL DEF ARRIVA A BRUXELLES. AL VIA IL CONFRONTO CON LA UE

Il governo continua a dare numeri sulle cifre del Def e della legge di Bilancio. Stavolta dovrebbero essere definiti perché indicati nella lettera che il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha inviato alla Commissione Europea.

La crescita sarà, secondo l’esecutivo, pari a 1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% nel 2021. Il deficit/pil passerà dal 2,4% del prossimo anno al 2,1% del 2020 e all’1,8% del 2021.

“Ora si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo delineata dalla manovra” ha precisato il ministro Tria.

CALA LO SPREAD, MA SOLO PER MERITO DEI BUND

Cala lo spread, ma solo per l’aumento dei rendimenti tedeschi in sintonia con i T Bond Usa.

È stata una seduta tranquilla, almeno per i parametri di questa stagione turbolenta per i titoli italiani del debito. A smuovere le acque è stata nel pomeriggio la voce, non confermata, dell’intenzione della Bce di acquistare più bond a lunga scadenza.

Il rendimento del Btp Italia 10 anni si porta al 3,33%, anche se lo spread con il Bund scende a 279.10 punti base (-2,14%) a causa delle tensioni maggiori sul decennale tedesco, il cui rendimento sale allo 0,533%

Sul primario si sono attivate Spagna e Francia. Madrid col collocamento di 4,64 miliardi su tre titoli nominali, su una forchetta prevista di 4-5 miliardi, e 410 milioni di un indicizzato, a fronte di una forchetta di 250-750 milioni; Parigi con l’assegnazione di 8,86 miliardi su tre Oat

INTESA GUIDA IL RIMBALZO DELLE BANCHE

Bancari ben comprati dopo i recenti sussulti legati alle incertezze sulla manovra e in concomitanza con il nuovo calo dello spread Btp/Bund sotto 280. Lo stoxx italiano guadagna 1,07%.

In grande evidenza Intesa (+2,15%). Da inizio anno la performance è in rosso del 22%, dopo aver toccato un massimo a +16% ad aprile. HSBC ha confermato il Buy, limando però il target a 2,9 euro. Bene anche Unicredit (+2,3%).

Salgono anche le ex Popolari: Banca Bpm +0,8%. Bper +0,62%: la controllata Banco di Sardegna ha ottenuto dal Mef la garanzia di Stato Gacs su titoli senior della cartolarizzazione 4Mori Sardegna, il cui valore nominale è pari a 232 milioni di euro.

imbalzano gli assicurativi: Generali +0,82%, Unipol+1,88% e UnipolSai +1,84%.

SCADE IL LOCK UP SU CAMFIN. DOWNGRADE DI UBS SU PIRELLLI.

Sotto tiro Pirelli (-3,32%) frenata dal downgrade di Ubs e dall’annuncio della scadenza del lock up su Camfin. Marco Tronchetti Provera & C., Fidim, Massimo Moratti e Finanziaria Alberto Pirelli hanno comunicato l’impegno a rimanere per tre anni nell’azionariato di Camfin, mentre Unicredit avvierà un confronto con i soci. Al termine del riassetto, Camfin controllerà una quota leggermente superiore al 10% di Pirelli. Yura International e Vittoria Assicurazioni, che fanno capo a Carlo Acutis, usciranno, ottenendo da Camfin la liquidazione cash della partecipazione.

UTILITY IN CALO, MA TIM RECUPERA

Tra i protagonisti negativi della giornata le utility, le più sensibili al rialzo dei tassi: Enel -1,5%, A2A -2,3%, Italgas -2,3%.

Recupera Tim, in rialzo del 2,12% ma con volumi sotto la media. Da inizio anno il titolo accusa un calo del 31%

LA SPEULAZIONE FA VOLARE ASTALDI. SALINI FA AFFARI IN TEXAS

Vola Astaldi (+29,59%) che ha fatto richiesta di concordato in bianco (il debito metto al 30 giugno ammontava a 1,9 miliardi). La spinta è venuta dall’interesse dichiarato da Salini Impregilo +0,69% a sua volta protagonista della firma di un accordo con Texas Central per lo sviluppo del progetto (valore totale 20 miliardi di dollari) per la linea ad alta velocità in Texas. Inoltre, la controllata Lane si è aggiudicata un nuovo contratto da 253 milioni di dollari in Florida per progettare e costruire la Wekiva Parkway nella Contea di Seminole, a nord di Orlando.

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