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Guerra e inflazione schiacciano le Borse e Draghi avverte: “Volete la pace o il condizionatore acceso?”

Borse, Btp e spread sotto pressione e il premier Draghi anticipa un’estate calda: potrebbe essere il segnale che si va verso l’embargo del gas russo

Guerra e inflazione schiacciano le Borse e Draghi avverte: “Volete la pace o il condizionatore acceso?”

“È difficile capire cosa se la Fed metterà l’inflazione sotto controllo, ma una cosa è certa: gli investitori, sia in azioni che sui bond, dovranno subire grosse perdite”. Così Bill Dudley, già presidente della Fed di New York, ha commentato le tanto attese minute della Fed che ieri sera hanno confermato che la stretta, già rinviata per lo scoppio della guerra, è alle porte.

Oltre a rivelare che la maggioranza del board premeva già il 14 marzo per un aumento dei tassi dello 0,50%, i verbali ci informano che a partire da maggio ridurrà il portafoglio titoli di 95 miliardi di dollari al mese per un totale di 1.100 miliardi entro un anno (contro i 9.000 attuali). Una manovra, destinata ad impattare su tutte le piazze finanziarie, già ampiamente anticipate nei giorni scorsi, cosa che spiega la risposta, tutto sommato prudente, dei mercati.

Si fermano le vendite sui bond, riparte il petrolio

Si sono fermate le vendite sui bond: stamattina il Treasury Note a dieci anni tratta a 2,58%, da 2,63% di ieri pomeriggio. Più pesante la reazione del Nasdaq (-2,22%). Il Dow Jones cede lo 0,47%, S&P 500 -0,97%.

Poco mosso il dollaro. Euro sui livelli di martedì sera, poco sopra quota 1,09. I cds schizzati oltre quota 70 danno per molto vicino il default della Russia.

Petrolio WTI in rialzo dell’1,5%, a 98 dollari, ieri -5,5% dopo la decisione dell’Agenzia dell’Energia di rilasciare parte delle scorte assieme a quelle già liberate dagli Usa.

Pechino studia misure per la crescita

Perde colpi anche l’Asia: Nikkei di Tokyo -1,7%, Kospi di Seul -1,3%, BSE Sensex di Mumbai -0,4%. Scendono anche le borse di Hong Kong (-1%) e di Shanghai (-1%), mentre da Pechino giungono altri segnali di attenzione alle dinamiche della crescita. Il Consiglio di Stato presieduto dal premier Li Keqiang lascia aperta la porta ad interventi in grado di aumentare i consumi.

L’Hang Seng Tech è in calo dell’1,7%, dal -3,8% di ieri. In controtendenza Meituan, in rialzo del 2% a seguito della partecipazione del vicepresidente Mao Hang alla conferenza stampa delle autorità politiche e sanitarie cinesi sulla situazione a Shanghai. La sua presenza lascia intendere che a Pechino tengono in considerazione l’importanza sociale dell’azienda delle consegne a domicilio.

La Banca Usa fa tremare anche l’Europa

Anche in Europa, per dirla con Craig Erlan, analista di Oanda, “le Borse hanno preso un po’ di botte, nella convinzione che gli investitori stiano prendendo atto che la Banca centrale Usa ha poca scelta se non quella di affrontare l’inflazione di petto, non importa a quale costo”. La lotta all’inflazione, ma soprattutto gli effetti indesiderati sulla crescita economica che la stretta monetaria porta con sé, hanno condizionato i mercati, ieri più attenti ai verbali della Fed che a quel che accade in Ucraina. Anche se sull’andamento dell’inflazione pesa la previsione della Nato: il conflitto ucraino non sarà breve.

Sotto pressione lo spread, Btp

È proseguita per tutta la giornata la corsa al rialzo dei rendimenti dei governativi in attesa dei verbali della Fed. Il Treasury Note a dieci anni è sui massimi dal 2019 a 2,61%. Anche se la Bce promette un approccio più soft e graduale al tema dei tassi, continua la pressione sui titoli della periferia. Aumenta così la pressione sui titoli italiani.

Il rendimento del decennale italiano è schizzato a 2,35%, dopo un picco di giornata a 2,375% massimo dal marzo 2020. Si allarga a 168 punti lo spread con il bund, salito a 0,6333%. Il rendimento del decennale francese sale a 1,22144 ai massimi dal 2015.

Draghi: “Vogliamo la pace o il condizionatore acceso?”

Giornata pesante per i listini azionari. Milano -2,05%, a 24.447 punti base.

Secondo la bozza del Def italiano, il Pil dovrebbe calare nel primo trimestre dell’anno per poi recuperare nei successivi tre mesi. La crescita per l’intero 2022 è vista al 3,1%, in calo rispetto al 4,7% indicato lo scorso autunno. È confermato invece l’obiettivo di deficit/Pil a 5,6%.

Il governo farà “tutto ciò che è necessario per aiutare le famiglie e le imprese”, assicura Mario Draghi. Ma l’incognita guerra è enorme, anche perché l’Italia è pronta ad allinearsi all’Ue sul blocco dell’import del gas dalla Russia. Ne vale la pena? Risponde il premier: “Vogliamo la pace o star tranquilli, la pace o accendere il condizionatore?”.

Marine Le Pen recupera: il Cac perde il 2,2%

In attesa delle elezioni di domenica prossima, si deprime di più il Cac 40 di Parigi, -2,21%. A quattro giorni dal primo turno delle presidenziali, i sondaggi registrano il forte recupero di Marine Le Pen. Soc Gen scende del 4,6%.

Sono fortemente negative Amsterdam (-2,22%), Francoforte (-1,93%) e Madrid (-1,58%). Fuori dall’area euro, meglio Londra, che limita le perdite allo 0,33%.

Milano -2,05%. Da Atlantia a Generali, Benetton di nuovo alla ribalta

Quasi tutta in rosso Piazza Affari, ma non mancano le note di interesse. Torna a far parlare di sé il gruppo Benetton. In cima al listino di Milano spicca Atlantia (+2,45%, a 18,995 euro, ma con punte superiori al 4%) ai massimi da due anni. A risvegliare l’interesse ci ha pensato Florentino Peres, presidente del Real Madrid nonché maggiore azionista di Actividades de Construccion y Servicios SA, che su richiesta della Consob spagnola ha dovuto precisare di essere legato da un accordo esclusivo con i fondi Gip e Brookfield, in base al quale Acs stessa rileverebbe la maggioranza del business delle autostrade di Atlantia, anche se “nessuna decisione ufficiale è stata presa”. Anche il fondo Blackstone, già in cordata insieme a Macquarie e Cdp per la vendita imminente e definitiva di Aspi, starebbe accarezzando l’idea di un’opa su Atlantia.

Ma i Benetton avranno un ruolo rilevante anche nella partita delle Generali (-1,14%). È quanto ha sottolineato Claudio Costamagna, candidato alla presidenza per la lista Caltagirone, che ieri si è detto “fiducioso” sul voto di Edizione Holding, uno dei grandi soci del Leone.

Amazon lancia in orbita Avio (+14%)

Il miglior titolo è stato Avio (+13,58%), spinta dalla notizia del maxicontratto tra Amazon e la franco tedesca Arianespace, cui fornirà i motori per il lanciatore Ariane 6, che metterà in orbita i satelliti per la banda larga previsti dal progetto Kuiper di Jeff Bezos. Si tratta del più grande accordo finora firmato dal consorzio che commercializza i lanci europei. Il progetto di Amazon punta a “connettere i non connessi”, fornendo la banda larga ad alta velocità in tutto il mondo.

Snam, Italgas ed Unipol esauriscono la breve lista dei titoli in terreno positivo.

Pesante l’auto, ma arrivano gli incentivi

Assai più lungo l’elenco dei titoli in sofferenza, a partire dall’auto e dai finanziari. In picchiata Pirelli (-5,41%), Cnh (-5,03%) e Stellantis (-4,45%). Ma oggi l’automotive dovrebbe reagire all’approvazione del pacchetto di incentivi per le auto elettriche: 650 milioni per tre anni, dal 2022 a tutto il 2024. Per l’acquisto di auto elettriche, fascia di emissioni 0-20 gr/km di CO 2 e un prezzo fino a 35 mila euro più Iva, il contributo è di 3 mila euro.

Soffrono le banche, a partire dalle più importanti: Intesa Sanpaolo -2,93%, Unicredit -2,15%. In una lettera ai soci, Andrea Orcel scrive che la banca sta “completando un’urgente valutazione interna dell’impatto di un’uscita dalla Russia”.

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