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Green Deal europeo: nel 2022 tocca ai gas refrigeranti

Un progetto europeo contro le emissioni in atmosfera di CO2 dai refrigeranti ad effetto serra. Cosa dicono i frigoristi italiani

Green Deal europeo: nel 2022 tocca ai  gas refrigeranti

C’è anche la refrigerazione tra i settori industriali interessati all’abbattimento della CO2. Italia, Spagna e Romania sono i tre Paesi che daranno vita al progetto LIFE C4R. Durerà tre anni è cofinanziato dal Programma LIFE 2014-2020 e interessa tre aziende Epta, Epta Iberia S.A. e Daas International Group. Il progetto promuove la sostituzione dei gas fluorurati con refrigeranti a base naturale nelle tecnologie di refrigerazione. Tutto ruota intorno a sistemi FTE ed ETE che non sprigionano gas ad effetto serra. L’Europa sta promuovendo la diffusione su larga scala di questi refrigeranti naturali, non tossici, non infiammabili a dispetto delle polemiche sull’uso poco controllati dei frigoriferi. L’ utilizzo di refrigeranti ecologici va posto in relazione anche a moderni sistemi di efficienza energetica. Dal punto di vista tecnologico si calcola che i nuovi circuiti porteranno a risparmi di energia superiori al 10 % con forte riduzione dei costi di installazione.


Che cosa è LIFE C4R ? E’ un sistema che va al cuore degli scopi del Green Deal Europeo e delle ambizioni di limitare l’aumento delle temperature medie globali. La refrigerazione con gli attuali sistemi sprigiona tonnellate di CO2 con una forte impronta carbonica. La sperimentazione dovrebbe avere come risultato l’abbattimento di almeno 1,5% dei cosiddetti Greenhouse Gases. Il progetto è focalizzato sulla refrigerazione commerciale con la possibilità di estendere il campo di applicazione ai trasporti refrigerati, alle apparecchiature domestiche, spiegano le aziende interessate. I tre Paesi faranno da test. Ma evidentemente c’è bisogno anche di decisioni politiche che stimolino l’adozione dei nuovi refrigeranti naturali. Che potrebbero trasformarsi in standard industriali in un prossimo futuro.

In Italia, pero’, ci sono anche voci prudenziali sia per gli aspetti industriali ed occupazionali che per quelli ambientali. “Non ci si puo’ affidare ad un indicatore monco come il GWP ( riscaldamento globale potenziale) per determinare se i sistemi di refrigerazione sono inquinanti o meno “ dice Marco Masini, presidente della Datoriale Frigoristi. Un impianto di refrigerazione funziona al meglio se il refrigerante sta al suo posto,e cioè’ all’interno del circuito frigorifero. Certo, l’ambiente va protetto ma per avere una buona battaglia contro le perdite di gas ci vogliono controlli con sanzioni inapplicate, sino a 100 mila euro per i proprietari delle apparecchiature. Dal punto di vista tecnologico l’industria italiana difende la buona progettazione degli impianti”. Se l’impianto e’ ben progettato -aggiunge Masini- ed il refrigerante non se ne va in ambiente, bisogna lavorare sul recupero dei cascami energetici”. Una frontiera industriale e tecnologica per catturare, senza che si disperda nell’aria, un importante potenziale di calore. Ovviamente i refrigeranti hanno un mercato valutato globalmente in circa 1 milione di dollari con prospettive di crescita fino al 2027. L’Agenzia europea dell’Ambiente non fa sconti agli impatti che le sostanze hanno sull’atmosfera. Sono sostanze chimiche sintetiche che contrastano con ogni buona pratica di protezione ambientale “sono considerati potenti gas serra e sono stati regolamentati nell’Ue dal 2006 per ridurne l’uso e l’impatto sul riscaldamento globale» ha scritto nel suo Fluorinated greenhouse gases 2021. Le campagne contro sono state molte, ma ora non resta che aspettare. Che LIFE C4R ci dirà se possedere un frigorifero o un condizionatore d’aria ci classifica tutti come coimputati del riscaldamento climatico.

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