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Grecia, l’incubo bancarotta manda a picco le Borse e lo spread riprende il volo

Venerdì nero in Borsa e spread di nuovo alle stelle per il rinnovato rischio di un possibile default di Atene – Piazza Affari perde il 2,4% ma in netta flessione chiudono tutti i listini europei – Molto pesante soprattutto il tonfo delle banche, che lasciano sul campo anche più del 4% – Parte male anche Wall Street.

Grecia, l’incubo bancarotta manda a picco le Borse e lo spread riprende il volo

Chiusura di settimana in profondo rosso per le Borse. Gli ultimi sviluppi della crisi greca, ad un passo dal baratro, hanno offerto l’occasione per monetizzare le plusvalenze accumulate nelle ultime settimane, con quotazioni che non si vedevano ai sette anni. Piazza Affari chiude la seduta odierna con il Ftse Mib in calo del 2,44%, scivolato poco sopra la soglia dei 23 mila punti (23.044). La frana non ha risparmiato Francoforte, in calo del 2,58%. Poco meglio ha fatto Madrid, -2,17%. Parigi perde l’1,55%. Meno violente le reazioni fuori dall’area euro: Londra -0,93%. 

In forte calo la Borsa americana: American Express cade in ribasso del 5% dopo aver segnalato con la sua trimestrale quanto nocivo sia per le società americane il dollaro così forte. Il Nasdaq perde l’1,5%, il Dow Jones l’1,4% e l’S&P500 l’1,2%.

Pesanti le conseguenze per il mercato del debito. Lo spread tra i Btp e I Bund tedeschi, che hanno toccato rendimento zero, è salito in giornata oltre i 145 punti per poi chiudere a quota 138.

Si profila un nuovo week end di lavoro attorno al caso Grecia: gli sherpa dell’Eurogruppo cercheranno di individuare un terreno comune per un possibile accordo in occasione del vertice di Riga del 24. Ma le quotazioni dei bond ellenici scontano scenari da default: i titoli a dieci anni rende il 12,45% contro il 18,03 del cinque anni. L’impennata più clamorosa riguarda il titolo a tre anni che, ad un rendimento pari a 26,45% sconta una forbice di 2.650 punti base rispetto alle obbligazioni di Berlino. 

A dominare la giornata sono state le pesanti vendite nel comparto bancario. Arretra Monte Paschi (-4,56%) seguito a ruota da Bper (-4,59%) e Ubi (-4%). Fanno poco meglio Intesa (-3,68) e Bpm (-3,61%). Perdite superiori al 3 per cento anche per Unicredit e Mediobanca. Banco Popolare (-2.73%).

Prese di profitto su Anima (-5%) e in generale sul settore risparmio gestito: Azimut-4,6%, Mediolanum -3,3%, Banca Generali -2,2%.

Fra le assicurazioni giù le Generali (-2,1%), UnipolSai perde il 3,8% nonostante si appresti a incassare 61,4 milioni di euro dalla vendita del 4,6% di Sorin effettuata ieri sera con un “accelerated book building”. Sorin è invece scesa dell’1,4% a 2,868 euro: la vendita è avvenuta a 2,81 euro per azione. 

Scivola in terreno negativo, dopo una mattinata in rialzo, Fiat Chrysler -0,9%. Male Cnh (-1,35%): Equita Sim ha ridotto il rating a hold ma con un target price a 8,7 euro (+13%). 

Fra gli altri titoli industriali, Finmeccanica arretra del 2,4%, StM -3,5%, Prysmian -3,7%. 

Chiudono in ribasso i petroliferi: Eni -2,2%, giù anche Saipem (-0,9%) che comunque ha recuperato posizioni nel finale. Tenaris -1%. 

Perde colpi anche Telecom Italia (-2,1%) nonostante l’accordo con Sky (assai importante sul piano strategico per Banca Imi) e l’annuncio di trattative sui contenuti anche con Mediaset (-3,23%). 

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