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Grecia, fumata nera, Mps in profondo rosso: mercati inquieti

Aggiornamento a lunedì dell’Eurogruppo sulla Grecia: ancora forti le distanze sul debito – Per l’Ucraina trattativa ad oltranza – I conti delle banche: Siena tra perdite e ricapitalizzazione, pulizie al Banco Popolare, il rublo pesa su Unicredit, delude Unipol – Apple dei miracoli: dal 1980 ha guadagnato il 50.600% (!) – Oggi asta Btp a sette anni.

Grecia, fumata nera, Mps in profondo rosso: mercati inquieti

Provaci ancora Europa. Il confronto tra il ministro greco Yannis Varoufakis e i partner dell’Eurogruppo si è chiuso dopo sei ore di discussioni con un nulla di fatto: Atene insiste per una rinegoziazione del debito, Bruxelles può concedere proroghe ma non rimettere in discussione gli obblighi assunti dalla Grecia. Le parti sono per ora così distanti che hanno convenuto di rivedersi solo lunedì. Nel frattempo il premier Alexis Tsipras esordirà oggi nel vertice Ue. 

I mercati europei hanno vissuto una giornata di incertezze in attesa dell’esito del vertice. Nella notte l’euro è sceso in Asia fino a 1,301 sul dollaro per poi risalire a 1,1310. Si profila una partenza difficile per i listini del Vecchio Continente. 

A Milano l’indice FtseMib è sceso dello 0,77%. La Borsa di Parigi ha perso lo 0,4%, Londra -0,3%, Madrid -1,2%, chiusura invariata per Francoforte. In forte calo Atene (-4%). I rendimenti sui titoli decennali greci sono tornati a sfiorare l’11%, dopo che la scorsa settimana erano scesi sotto il 10%. I tassi sui buoni triennali sono al 18% e quelli quinquennali sopra al 16%. Nell’asta sui titoli a 13 settimane sono stati raccolti 1,37 miliardi al 2,50%.

Il petrolio è di nuovo in ribasso: il Brent scende del 2,5% a 54,9 dollari al barile, Wti a 48,9 dollari (-2,2%). La discesa del greggio ha influenzato le quotazioni di Eni -2,1% e Saipem -2,9%. Raymond James ha ridotto il target price da 9,6 a 7,6 euro, confermando il rating underperform. Tenaris -0,3%.

APPLE DEI MIRACOLI: DAL 1980 GUADAGNA IL 50.600% 

Deboli le Borse asiatiche con l’eccezione del mercato di Tokyo, chiuso martedì. L’indice Nikkei segnala un rialzo dell’1,6%. Tiene bene Wall Street, nonostante la crisi ucraina, sempre più pericolosa: l’indice Dow Jones chiude sulla parità (-0,04%), l’S&P 500 -0,08%, Nasdaq in rialzo dello 0,28%. A favorire il listino di Times Square è la performance di Apple: +2,2% a 124 dollari per una capitalizzazione superiori ai 700 miliardi di dollari (l’intera Piazza Affari vale 400 miliardi). 

Carl Icahn (raider e grande azionista di Apple) ha rivisto al rialzo il giudizio sulla Mela: il suo target è salito a 230 dollari: il p/e del colosso è di 10 volte contro la media di 17 del resto listino. Dal suo ingresso in Borsa, nel 1980 l’azione Apple ha messo a segno un rialzo pari al 50.600%. 

OGGI L’ASTA DEI BTP 7. LO SCHATZ TEDESCO IN ASTA A -0,22%

Nonostante le tensioni sulla Grecia il mercato del debito continua a macinare record, in attesa dell’avvio del QE. Il Tesoro italiano ha collocato ieri 7 miliardi di Bot a 12 mesi, al rendimento minimo storico di 0,209%. Intanto lo Schatz tedesco ha registrato in asta un rendimento in terreno negativo, pari a -0,22% meno dell’attuale tasso sui depositi presso la Bce (-0,20%). Il Portogallo, incurante degli effetti della crisi greca, ha collocato 1,25 miliardi di titoli decennali al tasso medio di 2,51%.

Stamane l’Italia torna in asta con titoli a medio lungo termine: tra 6,25 e 8 miliardi in Btp a 3 e 15 anni e nel nuovo 7 anni aprile 2022 per cui è ottima una buona domanda.

SIENA HA BRUCIATO 5 MILIARDI. L’AUMENTO SARA’ DI ALTRI 3

Piazza Affari dovrà fare i conti con i risultati di bilancio bancari annunciati a mercati chiusi. Sotto i riflettori, in particolare, Monte Paschi, ieri -1,3% prima di annunciare la massiccia operazione di pulizia del quarto trimestre imposta dalla Vigilanza europea. La perdita, pari a 5,343 miliardi, assorbe interamente l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro realizzato la scorsa estate. Al risultato hanno contribuito la revisione delle metodologie e dei parametri per la valutazione del portafoglio creditizio, a svalutazione dell’avviamento e di altre componenti non ricorrenti. 

La Banca procederà ad un aumento di capitale per 3 miliardi contro i 2,5 miliardi già annunciati. L’operazione, assistita da una pre-garanzia del consorzio che già aveva aderito all’aumento per 2,5 miliardi, avverrà entro il secondo trimestre. “Come si fa a essere contenti?”, ha replicato un consigliere ai cronisti all’uscita del Cda. Nessun commento da parte del presidente, Alessandro Profumo. 

GRANDI PULIZIE ANCHE AL BANCO POPOLARE

Sotto esame anche il Banco Popolare (+0,49%) che ha pubblicato i conti in serata. Anche in questo caso si è scelta, su pressione della Vigilanza europea, la via della pulizia: la Banca ha archiviato il 2014 con una perdita di 1,946 miliardi di euro, triplicata rispetto al rosso di 606 milioni dell’anno prima, a causa della mole delle rettifiche straordinarie su crediti pari a 3,561 miliardi di euro (rispetto ai 1,691 miliardi del 2013), di cui 2,496 miliardi nel solo quarto trimestre. Il consenso aveva previsto nei dodici mesi al 31 dicembre scorso una perdita di circa 900 milioni. 

IL RUBLO PESA SU UNICREDIT

Sui conti di Unicredit (-4,02%) pesano le difficoltà dell’Est Europa: l’impatto è stato di circa 1,1 miliardi di euro, vale a dire 26 punti base, di cui 950 milioni relativi alla Russia (causa la svalutazione del rublo) e il resto all’Ucraina. Il capitale sarà presto ricostituito sia grazie alla generazione dei profitti che con alcune operazioni di M&A, vedi la chiusura dell’accordo con il Santander per la creazione di un asset manager comune tra Pioneer Investments e Santander Asset Management. ll Cda ha dato il via libera alla cessione di Uccmb a Fortress. Invece la quota dell’8,66% in Mediobanca, ha ribadito l’ad Federico Ghizzoni, è considerata strategica a medio-lungo termine.

La Banca ha deciso di distribuire un dividendo di 12 centesimi di euro, proponendo, però, lo “scrip dividend”, cioè la cedola in azioni o, su richiesta, in contanti. l’anno scorso il 75% dei soci ha preso azioni e il 25% cash. 

OGGI RIFLETTORI SU UBI, TONFO DI UNIPOL

Tra le altre banche 2014. Intesa sale dello 0,3%. Fra le popolari, avanza Pop.Milano +1%: Société Générale ha tagliato il rating sul titolo da buy a hold, rimuovendolo dalla mid&small caps premium list, pur alzando il prezzo obiettivo da 0,70 a 0,75 euro. Anche Kepler Cheuvreux ha alzato il target price da 0,71 a 0,73 euro (hold) e dalle ultime comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti è emerso che dallo scorso 5 febbraio Norges Bank detiene il 2,048% del capitale

In calo Ubi (-1,18%): gli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno invece eseguito nuove perquisizioni nelle sedi bergamasche dell’istituto che oggi pubblicherà i conti 2014.

Infine, il Tesoro ha commissariato Banca Etruria su richiesta della Banca d’Italia.

Da rilevare in campo assicurativo la pesante perdita di Unipol (-6,73%), malgrado una crescita dei profitti a tre cifre nel 2014 (+168% a 505 milioni):i mercati si attendevano utili e cedola più elevata (17 centesimi di euro il dividendo proposto dal Cda). 

VIA LA ROBIN HOOD TAX, FESTEGGIANO SNAM E TERNA

La nota lieta riguarda le utilities, galvanizzate dalla bocciatura da parte della Corte Costituzionale della Robin Hood Tax, l’addizionale Ires del 6,5% istituita nel 2008 che pesa sul settore petrolifero ed energetico. Snam ha guadagnato il 3%, a 4,248 euro, miglior blue chip della giornata. Terna, al secondo posto, ha chiuso a +2,3%. Giocando d’anticipo, già in mattinata Citigroup ha alzato il rating di Snam da neutral a buy (target price da 4 a 4,4 euro) e di Terna da sell a buy (target price da 3,2 a 4,15 euro).

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