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Grecia-Europa, prove di disgelo

Bruxelles smentisce l’esistenza di un piano in 10 punti, ma conferma la determinazione a impedire l’uscita della Grecia dall’euro – I mercati finanziari apprezzano: salgono l’euro e le Borse, inclusa quella di Atene – Il parere di Obama, Merkel, Schaeuble, Gurria, Juncker e l’ambigua risposta del ministro nazionalista greco Kammenos.

Grecia-Europa, prove di disgelo

In attesa dell’Eurogruppo decisivo di domani e del Consiglio Ue di giovedì, dal G20 di Istanbul arriva una prima timida apertura per una soluzione ponte che potrebbe garantire altri sei mesi di sopravvivenza alla Grecia, dando alle parti il tempo necessario per stipulare nuovi accordi di lungo termine. Il piano a breve potrebbe comprendere l’estensione dell’attuale programma di assistenza finanziaria monitorato dalla Troika.

Bruxelles tira il freno a mano, ma conferma la volontà d’impedire l’uscita della Grecia dall’euro: “Non esiste al momento un piano di dieci punti della Commissione, attualmente sono in corso molti contatti tra i quali contatti fra il presidente Juncker e il premier greco Tsipras – ha detto una portavoce della Commissione europea –. Il solo piano che abbiamo è far restare la Grecia nell’Eurozona”.

In scia alle voci, comunque, l’euro si è riportato al di sopra della soglia di 1,13 dollari. La Borsa di Atene sale di oltre tre punti percentuali. Piazza Affari sale invece dell’1,8%, mentre lo spread Btp-Bund è sceso fino ai minimi di seduta di 124 punti base, dopo aver toccato un massimo di seduta a 133.

L’ipotesi di compromesso, finora sempre esclusa dall’Ue, era stata anticipata dal ministro francese delle Finanze Michel Sapin, il quale aveva auspicato un’intesa che metta assieme la volontà degli elettori greci, che votando Tsipras hanno dato uno schiaffo alle missioni di monitoraggio della troika, e le regole dell’Eurozona, che chiedono ad Atene di firmare un nuovo programma di assistenza. “Credo ci sia la flessibilità necessaria per arrivare a una soluzione di breve termine”, aveva detto Sapin. 

Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha avvertito che “se la Grecia vuole lavorare con noi, gli serve un programma”, ma ieri il neopremier Alexis Tsipras si è detto ottimista sulla possibilità di un accordo. Il ministro delle Finanze greco Yannis  Varoufakis ha garantito che Atene attuerà il 70% delle riforme chieste. 

Quanto all’Ocse, il segretario generale Angel Gurrìa, a margine del G20, ha escluso ogni ipotesi di ‘Grexit’, e si prepara a partire per Atene, dove domani incontrerà Varoufakis e giovedì Tsipras per una consulenza proprio sulle riforme. Più distaccata la posizione del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: “Capisco che Tsipras debba creare discontinuità rispetto al precedente governo, ma è anche chiaro che la posizione dell’Ue non cambierà interamente per assumere l’intero programma annunciato”. 

Da Washington, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, invita al dialogo: “L’Europa e il Fmi lavorino insieme al nuovo governo greco per trovare il modo grazie al quale la Grecia possa tornare a una crescita sostenibile nell’Eurozona”. La cancelliera tedesca Angela Merkel è invece più attendista: “Aspetto che la Grecia presenti una proposta sostenibile e poi parleremo”.

Parole a cui ha risposto seccamente il ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, leader del partito nazionalista Greci indipendenti, entrato nel governo di coalizione con Syriza: “Quello che vogliamo è un accordo – ha detto – ma se non ci sarà, e se vediamo che la Germania resta rigida e punta a far saltare l’Europa, allora noi abbiamo l’obbligo di avere un piano B. Il piano B è ottenere finanziamenti da un’altra fonte. Possono essere gli Stati Uniti nel migliore dei casi, può essere la Russia, oppure la Cina o qualche altro Paese”.

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