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Governo, il poker di Mattarella per uscire dallo stallo

Entro la metà della prossima settimana scenderà in campo il Presidente della Repubblica per risolvere la crisi politica o affidando un pre-incarico a Salvini o a Di Maio o affidando un incarico esplorativo a Casellati o a Fico per arrivare alla formazione di un nuovo governo – Se falliranno tutti i tentativi, Mattarella potrebbe muovere verso un governo di tregua puntando a scongelare anche il Pd – VIDEO.

Governo, il poker di Mattarella per uscire dallo stallo

Di fronte all’inasprirsi delle tensioni internazionali in Siria, che impongono all’Italia una collocazione chiara e priva di ambiguità, e di fronte alle attese dei cittadini dopo 40 giorni dalle elezioni del 4 marzo, non si può più indugiare e un governo bisogna farlo. Dopo due consultazioni andate a vuoto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è deciso a scendere in campo a metà della prossima settimana con un’iniziativa che smuova le acque e avvicini la nascita di un governo senza attendere le elezioni regionali di fine mese. “Bisogna uscire dallo stallo” ha detto ieri senza mezzi termini alla fine del secondo giro di consultazioni.

Sul suo tavolo il Capo dello Stato ha principalmente due opzioni per quattro candidati: o un pre-incarico che andrebbe a uno dei due leader usciti semi-vincitori dalle urne, e cioè il leghista Matteo Salvini e il pentastellato Luigi Di Maio, o un incarico esplorativo per la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, o il presidente della Camera, Roberto Fico.

Sono tutte strade difficili: sia Salvini che Di Maio, ma più il primo del secondo, guardano con diffidenza al pre-incarico al buio e non è detto che lo accettino, perchè temono di bruciarsi senza trovare una maggioranza parlamentare, a meno che il leader della Lega, molto irritato con Silvio Berlusconi per la sua clamorosa sconfessione al Quirinale delle prove di dialogo con i Cinque Stelle (“Sono antidemocratici”), non decida di varcare il Rubicone e di rompere con il leader di Forza Italia, come continuano a chiedere i Cinque Stelle. Ma  allo stato è uno scenario imnprobabile perchè consegnerebbe Salvini nelle mani di Di Maio e dei Cinque Stelle.

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Più praticabile l’esplorazione della seconda o terza carica dello Stato per scongelare la situazione in vista di nuovi sviluppi che potrebbero portare a una soluzione del tutto diversa da quella finora immaginata da Salvini e da Di Maio e da loro finora sempre rifiutata e cioè all’incarico a una figura terza di alto profilo istituzionale per dar vita a un “governo di tregua”.

In quest’ultimo caso anche la posizione del Pd potrebbe evolvere su indicazione dello stesso ex premier Matteo Renzi, non nel senso di entrare in un governo con Lega e M5S ma di favorire la formazione di un governo istituzionale o di tregua.

I prossimi giorni faranno capire meglio la direzione della crisi politica, ma prima deve consumarsi fino in fondo il tentativo di Salvini e di Di Maio di trovare un accordo in extremis e di formare un governo: se non ce la faranno, deciderà Mattarella, che ha già fatto sapere che, in ogni caso, di nuove elezioni non si parlerà prima dell’anno prossimo

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