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Governo decide l’invio di nuove armi e nuovi aiuti all’Ucraina e stato di emergenza fino a dicembre. Ok riapertura centrali a carbone

Il governo italiano approva aiuti umanitari, sanitari e militari a Kiev – Estende lo stato di emergenza e sul fronte energetico “razionamento di gas e produzione da altre fonti”

Governo decide l’invio di nuove armi e nuovi aiuti all’Ucraina e stato di emergenza fino a dicembre. Ok riapertura centrali a carbone

Il governo approva nuove misure legate alla guerra in Ucraina basate su difesa, accoglienza ed energia. Il Consiglio dei ministri mette nero su bianco quanto è stato già annunciato nelle ore precedenti, ossia la disponibilità e l’attivazione da parte dell’Italia di una serie di aiuti umanitari, sanitari ma anche militari. Queste misure andranno ad integrare i contenuti del decreto approvato il 25 febbraio e che, insieme alle sanzioni in ambito Swift per la Russia e alla chiusura dei cieli a Mosca, costituiranno il piano dell’Ue per fermare Putin e la sua guerra.

I due provvedimenti saranno illustrati al Parlamento martedì 1° marzo, quando Draghi informerà le Camere e che, in questa stessa giornata, saranno anche chiamati a votare una risoluzione. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa ha deciso il Consiglio dei ministri.

Governo approva aiuti militari a Kiev e stato di emergenza fino al 31 dicembre

L’esecutivo ha deciso di incrementare “le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea. Per questo motivo ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”. È quanto approvato dal Cdm all’unanimità e che estende dunque lo stato d’emergenza dagli iniziali tre mesi all’intero 2022.

Fino a quel momento l’Italia potrà garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina.

È prevista altresì una deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti. L’elenco di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina è definito “con uno o più decreti del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell’economia e delle finanze”.

Stanziati 10 milioni di euro per assistenza ai profughi ucraini

A carico del Fondo per le emergenze nazionali sono stati stanziati 10 milioni di euro per consentire di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti in materia di soccorso e assistenza alla popolazione ucraina.

Inoltre, nel decreto approvato è anche previsto il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri in Italia. In particolare, il provvedimento stabilisce un incremento di 13mila posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai Prefetti; un potenziamento di ulteriori 3mila posti del sistema di accoglienza e integrazione e che i cittadini ucraini verranno ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria anche senza aver presentato domanda di protezione internazionale. “Le disponibilità dei Cas e della rete Sai – si legge in una nota di Palazzo Chigi – già incrementate dopo la crisi afgana, vengano dedicate anche alle esigenze di sistemazione e accoglienza dei profughi ucraini”.

Sempre nel decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri “è stato istituito un apposito Fondo da 500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani. Sono previsti tutti i mezzi per garantire loro il diritto allo studio, partendo dalle borse di studio”.

Governo: “Se necessario razionamento di gas e produzione da altre fonti”

Mentre l’escalation della guerra e lo spettro del nucleare mettono in allarme il mondo intero, il governo italiano deve attrezzarsi anche sul fronte energetico. E per questo motivo è stata approvato in Cdm una norma che, in caso di vera crisi nelle forniture di gas, consenta “una maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica” fermo restando il contributo delle energie rinnovabili. Si tratta dunque delle centrali a carbone o olio combustibile.

La riduzione del consumo di gas potrebbe interessare le centrali elettriche ma anche il settore termoelettrico che rappresenta “una delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas”. E per rendere operative le misure sono stati affidati una serie di compiti al gestore della rete di trasmissione nazionale, Terna.

Oltre all’ipotesi del carbone, il governo sta varando altre vie come l’incremento del gas naturale liquefatto dagli Usa (migliorando le capacità di rigassificazione italiane) e portare a piano carico i gasdotti Tap dall’Azerbaijan, Transmed da Algeria e Tunisia e Greenstream dalla Libia.

Non solo aiuti militari, l’Italia mette in campo anche un’assistenza sanitaria

“Siamo disponibili a ricoverare e assistere adulti e bambini nei nostri ospedali e in queste ore stiamo promuovendo la possibilità di creare un corridoio umanitario per poter curare i pazienti più fragili, anche organizzando il loro trasferimento assistito”. Lo ha dichiarato Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, che ha inviato una lettera all’ambasciatore ucraino a Roma, Yeroslav Melnyk, per offrire un sostegno concreto al Paese.

Allarme agenzia cyber italiana: “Massima difesa”

Intanto, in relazione all’evoluzione della situazione geopolitica, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale raccomanda caldamente tutti gli operatori di infrastrutture digitali nazionali di adottare “una massima difesa cibernetica”. L’invito è di varare “tutte le misure di prevenzione e controllo più urgenti: riduzione delle superfici di attacco, verifica che il controllo degli accessi ai sistemi sia implementato in maniera corretta, innalzamento dei livelli di monitoraggio delle infrastrutture IT, adozione dei piani per la preparazione e gestione di situazioni di crisi cibernetica, scambio informativo verso le articolazioni cyber di riferimento”.

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