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Golf: Rory sugli altari, Tiger nella polvere

Rory McIlroy è il nuovo asso pigliatutto del golf: ha vinto il campionato del mondo, dopo il Major più importante, l’Open Championship di due settimane fa – Tiger Woods si è fatto di nuovo male: nuovo spasmo alla schiena, lo stesso dolore che il 31 marzo scorso lo ha costretto a una miscrodiscectomia per un nervo schiacciato.

Golf: Rory sugli altari, Tiger nella polvere

Al Wgc Bridgestone Invitational concluso ieri a Akron in Ohio si sono consumate due favole, una rosa, quella di Rory che, con 15 colpi sotto il par, ha vinto il campionato del mondo, dopo il Major più importante, l’Open Championship di due settimane fa. Con questa vittoria il venticinquenne nord-irlandese torna ad essere il numero uno del mondo e, dopo 11 settimane, detronizza l’australiano Adam Scott, snobbato senza ritegno dalla regia americana, benché abbia concluso il suo torneo in ottava posizione. 

L’altra favola è quella di Tiger, ma purtroppo è tinta di nero o di grigio, se non vogliamo essere troppo pessimisti. Il campionissimo, il Re di Akron, colui che ha vinto questo torneo ben otto volte, compreso lo scorso anno, si è fatto male un’altra volta e alla buca 9 del quarto giro si è dovuto ritirare. Tiger stava giocando malissimo, le palle andavano da tutte le parti fuorché nella direzione giusta e il movimento era violento e scoordinato. Ma questa non è la cosa peggiore, il problema è che ha avuto un nuovo spasmo alla schiena, lo stesso dolore che il 31 marzo scorso lo ha costretto a una miscrodiscectomia per un nervo schiacciato. 

Il campione si è allontanato dal campo zoppicando, muovendosi a fatica, come se il dolore lo bloccasse completamente e giunto alla macchina non è riuscito nemmeno a chinarsi per slacciarsi le scarpe. Il dolore, secondo quanto ha raccontato poco dopo, è cominciato alla buca due, dopo aver colpito la palla in rough ed essere caduto in bunker. “Ho sentito una scossa e sono cominciati gli spasmi. Ho continuato a giocare, ma il dolore si è intensificato e mi ha preso tutta la parte bassa della schiena. Non so cosa sia successo”.

Tiger ci ha abituato ai miracoli, è già risorto dalla sue ceneri almeno un paio di volte, dopo l’ultimo intervento al ginocchio e dopo la rottura con la moglie. Questa volta però sembra diverso. “Non c’è paragone tra un ginocchio e la schiena – aveva detto in conferenza stampa, prima della gara – La riabilitazione per il primo è molto più facile. La maggior parte delle persone con cui ho parlato e che hanno avuto interventi simili a questo non capiscono come io sia tornato qui a giocare”.

La prima incognita a questo punto è la sua partecipazione al Pga la prossima settimana. Se il problema si fosse ripresentato in tutta la sua gravità sicuramente Tiger non potrà giocare. Benché lo spettacolo ne soffra, perché tutto il mondo lo vuole in campo, è meglio che resti a casa. Vederlo giocare così male, senza nessuna speranza, è piuttosto triste. Soprattutto in questo momento che la stella di Rory oscura ogni sole, la luce di Tiger sembra davvero al tramonto. Il tour cercava un nuovo campione e, bisogna ammetterlo, lo ha trovato. Rory è incredibilmente potente, ma è anche famelico di vittorie e implacabile con gli avversari. Oggi è preciso nei colpi di avvicinamento alla bandiera e sicuro sui green. Dopo la rottura con la fidanzata si è buttato a capofitto nel golf e ha vinto tutto di prepotenza, mostrando una superiorità impressionante. Voleva tornare numero uno del mondo e in pochi mesi ce l’ha fatta.

Tiger, al di là degli obblighi che sicuramente ha con gli sponsor, deve curarsi e soprattutto deve trovare uno swing che gli consenta di andare avanti, se può e se vuole. Si sperava che quest’intervento fosse stato risolutivo, ma forse è tornato in campo troppo presto, forse il suo corpo, così atletico, a quasi 40 anni (ne compie 39 a dicembre) non ce la fa più a reggere questi ritmi. I suoi avversari oggi sono giovani e desiderosi di conquistare il mondo. Il vecchio re della foresta non ruggisce più e non fa più paura. 

È vero che lo scorso anno ha vinto 5 tornei, ma nessun Major e quando doveva ripartire la sua grande stagione, la sua rincorsa al record di 18 Major di Jack Nicklaus, è arrivata questa nuova tegola, un’ernia del disco delle più cattive. Il futuro del campionissimo, a questo punto, è incerto: Pga, Playoffs, Rayder Cup sono i primi appuntamenti importantissimi che, al 99%, salterà. Dopodiché se ne riparla il prossimo anno. I tempi si allungano e anche l’età anagrafica cresce.

Per quanto riguarda la classifica del torneo c’è da registrare l’ennesimo secondo posto di Sergio Garcia. Il grande giocatore spagnolo, aveva tre colpi di vantaggio su Rory nel quarto giro, ma li ha persi tutti nelle prime 5 buche, travolto dalla forza e dalla precisione del nord-irlandese. Garcia non è riuscito a reagire adeguatamente, non ha avuto la capacità di mostrare sui green il gioco solido del giorno prima. Peccato per lo spagnolo, che rimane uno dei giocatori migliori e più in forma del momento. Francesco Molinari ha chiuso a metà classifica, trentunesimo, -1 sotto il par e oggi è già al Valhalla Golf Club di Louisville, in Kentucky, insieme a Matteo Manassero, per cominciare la preparazione per l’ultimo Major, che comincia giovedì.

È un banco di prova importante per i due italiani, sia per l’eventuale partecipazione in Ryder Cup, sia per la possibilità di entrare a pieno titolo sul circuito americano il prossimo anno a partire dalle prossime settimane.

Ultima annotazione infine: nel corso del torneo di Akron si è scoperto che Dustin Johnson, numero cinque del mondo, si è ritirato momentaneamente dalle competizioni a causa di un problema di droga. A quanto pare è la terza volta che Dustin viene beccato con qualche sostanza in circolo.

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