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Giro: sul Galibier vince Visconti, nel ricordo di Pantani

Di fronte al monumento dedicato al Pirata arriva solitario, sotto la neve, il corridore siciliano nato nello stesso giorno dell’indimenticabile campione. Classifica immutata con Nibali padrone della corsa. Oggi riposo.

Giro: sul Galibier vince Visconti, nel ricordo di Pantani

Nato nello stesso giorno di Pantani, il 13 gennaio,  Giovanni Visconti ha vinto la tappa dedicata al Pirata che proprio sul Galibier – dove era posto il traguardo a 4 km dal passo – ha costruito una delle pagine più belle del suo trionfale Tour del 1998. Allora in pieno luglio era un Galibier avvolto nella pioggia, ieri c’era addirittura la neve ad accompagnare negli ultimi chilometri la corsa solitaria di Visconti, un’impresa cercata e conclusa nella bufera, con le lacrime agli occhi,  dopo un anno di sofferenze e crisi depressive, scattando nella parte finale dell’ascesa al Telegraph. 

Dietro il gruppo dei migliori non si è lasciato suggestionare dalle leggendarie salite che stava percorrendo. Il freddo patito in questi giorni invitava alla prudenza. Così dopo aver scollinato ad andatura turistica il Moncenisio, il gruppo dei cosiddetti big – quelli rimasti in gara non sono più davvero tanti – non ha quasi mai provato a infastidire Nibali sulle rampe del Telegraph e del Galibier. Insomma una tappa grande soprattutto per i ricordi, che scivola via senza incidere d’un secondo sulla classifica. Infatti, di fronte al monumento che ricorda Pantani, nella cornice di montagne giganti, i distacchi sono stati assolutamente “nani”,  racchiusi in pochi secondi: dietro a Visconti un terzetto a 42” formato da Betancur, Niemec, Maika; quinto a 47” Duarte. A 54” arrivava il gruppo dei migliori regolato da Michele Scarponi che precedeva nell’ordine Nibali, Evans, Santambrogio e Uran. 

In pratica con Nibali, i quattro corridori che nei prossimi giorni, dopo il riposo di oggi, hanno ancora qualche chance di disturbare l’assoluto predominio dello Squalo, che ancora ieri nel nevischio del Galibier (accorciato di 4 km proprio per il maltempo) ha dato l’impressione di essere quello più fresco e pimpante nel gruppo. “Ma il Giro è ancora lungo”, Nibali fa il prudente. Dice che prima dell’arrivo tra sette giorni a Brescia ci sono ancora la crono di Polsa, lo Stelvio e il Gavia, le Tre Cime di Lavaredo. Ma non si vede chi possa davvero insidiargli la maglia rosa. Ci fosse almeno un mezzo Pantani nel gruppo, allora sì che la storia finale di questo Giro sarebbe tutta da scrivere: ma del Pirata c’è solo il ricordo e il rimpianto da parte di tutti, anche di quelli – ed erano in molti – che hanno fatto a gara nel demolirlo dopo l’infortunio di Madonna di Campiglio, accelerando il suo malinconico, tragico tramonto.

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