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Giovedì nero a Piazza Affari: le banche travolgono la Borsa (-3,49%)

La delusione per la bad bank all’italiana e per il rinvio del decreto sulle banche del Governo affossa i titoli bancari, soprattutto delle Popolari, che in qualche caso lasciano sul campo oltre il 7% – Piazza Affari perde il 3,49% ed è il peggior listino d’Europa – Pesanti anche Fca e Telecom – In controtendenza i petroliferi.

Giovedì nero a Piazza Affari: le banche travolgono la Borsa (-3,49%)

NON PIACE LA BAD BANK, BANCHE ALLO SBANDO. IN PROFONDO ROSSO, FCA, TELECOM E GENERALI

Sos. Le banche italiane vanno a fondo. Colpa del rigetto del complicato (e inefficace) accordo sulle garanzie per le sofferenze concordate dal ministro Pier Carlo Padoan e la Commissione Europea così bocciato da Fitch: “Non è abbastanza attraente, le banche ne faranno un uso limitato”. Fitch è una delle agenzie di rating che avranno un ruolo importante nel funzionamento del meccanismo messo a punto dalle autorità.

Di qui la pressione delle vendite che ha fatto arretrate l’indice Ftse Mib del 3,49% a quota 18.180, di nuovo ad un passo dal rischio di rottura del quadro tecnico. Vanno meglio le altre Borse europee: Parigi -1,3%, Londra -0,98%, Madrid -1,7%. Pesante anche la flessione di Francoforte -2,44%.

Pesano anche i conti deludenti di alcuni colossi europei. Il pharma svizzero Roche è caduto in ribasso del 4,6% dopo avere annunciato profitti del quarto trimestre 2015 inferiori alle attese, risultati deludenti anche per le svedesi H&M (abbigliamento) -5,6% e Tele2 (telecomunicazioni) -12%. A Milano perde colpi Telecom Italia -5,9% L’indice Stoxx europeo del settore tlc perde il 3,1%, Deutsche Telekom -3,5%.

Non va meglio all’automotive. Fiat Chrysler è scesa del 7,1% dopo avere annunciato ieri buoni risultati 2015 e avere alzato gli obiettivi del piano al 2018. Ferrari è scesa del 4,2%. A Francoforte le tedesche Daimler e Volkswagen hanno perso il 2,9% e il 2,6%. Dopo un avvio ruspante si spegne anche Wall Street: l’indice Dow Jones perde lo 0,2%, l’S&P500 ed il Nasdaq sono invariati.

Il rally iniziale era stato innescato dalle voci di un accordo tra produttori sul petrolio. L’accelerazione era arrivata dopo il lancio dell’agenzia russa Interfax sulla disponibilità dell’Opec a tenere in febbraio una riunione con i paesi produttori fuori dal cartello. Ma stavolta il rimbalzo del greggio (Wti +3%) non è stato per ora sufficiente a sostenere il rilancio dei mercati. Pesano i segnali di rallentamento dell’economia reale: gli ordini di beni durevoli hanno registrato a dicembre un calo del 5,1%. Brilla solo la stella di Facebook +14% dopo i dati del 4° trimestre.

Tornando alle banche, il quadro è sempre più inquietante. Unicredit è scesa del 6,4%, Intesa -5%. Se si passa agli istituti che più facilmente utilizzeranno il meccanismo delle Bad Bank, il quadro peggiora. Monte Paschi prima del cda sui conti anticipato a stasera, accusa una perdita del 7,8%, Ubi e Banco Popolare -5,8%. Ancora peggio Pop.Milano -9,8% e Pop.Emilia -7,5%. Ha sofferto anche Mediobanca -5,4%.Carige ha perso il 4,9%.

Male anche Generali -4% che sconta ancora la prossima uscita del Ceo Mario Greco. Ribassi pure nel risparmio gestito: Anima -5,3%, Banca Mediolanum -3,9%. Sfugge alla mattanza generale solo il settore oil. Eni segna in chiusura +0,2%, Tenaris +0,3%. Avanza Saipem +3%. 

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