Condividi

Gibson verso la bancarotta: crisi nera per la chitarra dei grandi della musica

Il prossimo 23 luglio scadranno prestiti ed obbligazioni. Il direttore finanziario Lawrence ha rinunciato all’incarico dopo neanche un anno. Nonostante la fiducia dell’Ad, la procedura fallimentare sembra ad oggi l’ipotesi più concreta

Gibson verso la bancarotta: crisi nera per la chitarra dei grandi della musica

Il futuro di Gibson, la storica azienda statunitense produttrice di chitarre e altri strumenti musicali, è a rischio. Secondo l’analisi finanziaria del quotidiano Nashville Post, il quadro è davvero preoccupanti: troppi i debiti da ripagare e le obbligazioni da saldare.

Nonostante Gibson registri ricavi annui per oltre un miliardo di dollari, si è trovata a dover fronteggiare la maturazione di obbligazioni per oltre 375 milioni di dollari. Secondo molti analisti parte delle difficoltà deriverebbe dalle numerose partecipazioni e acquisizioni portate avanti da Gibson in settori diversi dagli strumenti musicali (Pioneer e Philips Audio, ad esempio). La posizione debitoria è tutt’altro che rosea: ci sono prestiti con istituti di credito per 145 milioni di dollari che arriveranno a scadenza se non saranno rifinanziati entro il prossimo 23 luglio. Il direttore Bill Lawrence ha deciso di abbandonare la sua carica dopo solo un anno, a riprova della criticità della situazione.

Non si tratta però di un fulmine a ciel sereno. Ad inizio 2017 Gibson ha ricevuto un prestito d’emergenza di 130 milioni di dollari, operazione che ha iniziato a far preoccupare gli investitori. Nel 2016 Moody’s aveva declassato il titolo della società alla categoria CAA2, cioè “scarsa qualità e alto rischio di investimento”. Gibson aveva poi annunciato il taglio del 60% del personale di Gibson Innovation.

L’azienda che ha fatto suonare artisti del calibro di Elvis, John Lennon, Jimi Hendrix, Eric Clapton e Santana rischia di scomparire, nonostante la sua popolarità globale. La mitica “Les Paul” è diventata negli anni la chitarra elettrica per eccellenza.

“In questo momento stiamo monetizzando gli asset che non hanno raggiunto risultati soddisfacenti come azioni, proprietà immobiliari e segmenti d’azienda”, ha detto Henry Juszkiewicz, amministratore delegato di Gibson. “Con questa operazione riusciremo a ridurre il debito e generare fondi da assegnare a quei segmenti di business che invece funzionano”. Secondo l’Ad l’azienda si riprenderà e continuerà a crescere. Il calo delle vendite delle chitarre è comunque un dato di fatto: negli ultimi dieci anni, negli Stati Uniti, si è passati da un milione e mezzo ad appena un milione di chitarre vendute all’anno.

L’azienda del Michigan fondata nel 1902 rappresenta un tassello fondamentale per la storia della music rock mondiale. Tutte le più grandi band di sempre hanno portato le chitarre Gibson nei loro tour, dai Sex Pistols ai Led Zeppelin, dai Guns N’ Roses agli Who.

Le alternative per Gibson ora sono tre: cedere parte del capitale trovando investitori disposti a portare avanti l’azienda, rinegoziare i debiti o, ipotesi peggiore, aprire il procedimento fallimentare.

Commenta