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Generali: risultato operativo da record grazie al Vita. E Donnet apre a Poste

Il gruppo assicurativo ha presentato i conti del 2017, con il risultato operativo a 4,89 miliardi e utile e dividendo in aumento – Il valore dei prodotti Vita è salito del 54% – Donnet: “Sulle acquisizioni siamo sia opportunisti che disciplinati. Rischio instabilità dopo le elezioni? L’Italia è una democrazia solida”.

Generali: risultato operativo da record grazie al Vita. E Donnet apre a Poste

Conti soddisfacenti quelli di Generali, che stanno convincendo anche la Borsa (titolo in territorio positivo in apertura di seduta a Piazza Affari), soprattutto su tre fronti: quello del risultato operativo che è da record, e poi un utile e un dividendo proposto agli azionisti che sono anche loro in crescita. Il traino del business, mentre la raccolta netta è in calo (a 9,7 miliardi, di cui il 60% in Italia) ma meno del livello nazionale e rimane tra le più alte del mercato, è il valore dei prodotti Vita, aumentato del 54% a 1,8 miliardi.

“Risultati eccellenti- ha commentato in conferenza stampa l’amministratore delegato Philippe Donnet -, che confermano validità della nostra strategia, che abbiamo lanciato due anni fa e stiamo seguendo con grande disciplina. Siamo sempre più fiduciosi nella nostra capacità di portare a termine il piano industriale nel 2018”. Il manager francese ha voluto sottolineare i pilastri della performance: il risultato operativo da record a 4,89 miliardi, l’utile netto che supera i 2,1 miliardi col +1,4% e un dividendo per azione pari a 0,85 euro, in crescita del 6% rispetto a quello del 2016. “Il Vita ci dà grandi soddisfazioni ma non solo – ha detto Donnet -: anche il wealth management con Banca Generali che ha fatto un’ottima performance, e l’asset management salito del +81%. Non dimentichiamoci anche la riduzione dei costi: già nel 2017, con due anni di anticipo rispetto al piano, abbiamo tagliato costi per 200 milioni”.

“Sui risultati hanno pesato anche eventi eccezionali, alcuni positivi e altri negativi: il saldo è stato negativo ma al netto di questo il nostro business sta migliorando notevolmente”. Gli eventi straordinari sono stati: le spese di ristrutturazione in Germania per 174 milioni, una plusvalenza ante imposte in Uk per la vendita di un portafoglio per 196 milioni, 92 milioni di imposte straordinarie in Francia e Usa, e impatto negativo di 217 milioni da altre operazioni.

Donnet ha poi risposto ad alcune domande, come quella su Generali Leben, l’attività in Germania del gruppo: “Generali Leben è solo una parte di Generali in Germania. Nel 2017 abbiamo riorganizzato il mercato tedesco con l’obiettivo di rafforzare nostra posizione e aumentare l’efficienza. Avevamo annunciato il run off di Leben, è stato fatto, ora stiamo valutando due strade: gestione interna o cessione. Ci stiamo avvicinando a una decisione”, risponde l’amministratore delegato senza però specificare entro quando ma rivelando che il target di 1 miliardo di euro di proventi da dismissioni sarà probabilmente superato da Generali.

Per quanto riguarda le acquisizioni, Donnet ha detto che “Generali è allo stesso tempo opportunista e disciplinata. Abbiamo tre core business: Danni, Vita, Asset & Wealth Management. Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nel business della riassicurazione. Saremo coerenti con la nostra strategia”. Sul possibile accordo con Poste Italiane, lanciatissima sul mercato assicurativo: “L’accordo con Poste ci interessa, potremmo essere un buon candidato per una partnership con loro. Se loro hanno interesse noi siamo disponibili”.

Sul rischio di instabilità dopo le elezioni, proprio nel giorno in cui dopo l’apertura di Salvini al Movimento 5 Stelle lo spread si è impennato, il numero uno del gruppo Generali ha espresso pochissima preoccupazione: “Lavoriamo in più di 50 Paesi, sinceramente sul piano politico non è l’Italia che mi preoccupa di più. E’ una democrazia con istituzioni solide, in grado di garantire la stabilità del Paese anche all’interno dell’Europa. Le elezioni non sono un rischio, le elezioni sono una cosa normale in un Paese democratico. Nessun timore”.

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