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Politica e mercati: si riaffaccia il rischio Italia

L’apertura di Salvini a un accordo di governo con i Cinque Stelle e le sue bordate contro l’euro fanno impennare lo spread, poi parzialmente rientrato, e seminano incertezza in Borsa – Angeloni (Bce): “L’Italia è un’osservata speciale” – Atlantia e Tim sotto tiro, banche in ribasso – Dazi e calo dei consumi frenano Wall Stret

Politica e mercati: si riaffaccia il rischio Italia

Non è ancora l’ora della paura, ma, come dimostrano le tensioni sui mercati obbligazionari, torna a farsi sentire l’avversione al rischio. Vale per l’economia globale, sotto stress per le iniziative di Donald Trump, deciso ad ingaggiare la guerra dei dazi con la Cina, così come per lo scenario domestico: l’apertura di Matteo Salvini a un governo con i Cinque Stelle, rilanciata dai media internazionali, si è tradotta ieri in un’impennata dello spread, poi parzialmente rientrata. E così, in attesa delle prossime mosse della Fed, tornano a salire i rendimenti, così come l’appeal dei porti sicuri tradizionali. Ma senza esagerare, perché il quadro resta confuso, aperto a nuove sorprese.

Meteo Borsa è lo specchio delle attuali incertezze. Contrastati i mercati asiatici, ma nel finale della seduta le tensioni si sono in parte allentate. Tokyo, in rosso per l’intera giornata fino a perdere un punto percentuale, si avvia a chiudere poco sopra la parità.

Stesso copione ad Hong Kong (da -0,8% a +0,1%) e in Corea (+0,2% da -0,5%). L’indice Csi cinese è in rialzo dello 0,3%, Mumbai +0,1%.

Sotto pressione il dollaro: lo yen sfiora quota 106 sulla valuta Usa, l’euro tratta a 1.24. Intanto, riprende la corsa ai Bund tedeschi: il rendimento del decennale è scivolato a 0,583%, ai minimi da gennaio.

Deboli i mercati Usa. Il Dow Jones ha perduto l’1%, zavorrato dal calo di Boeing frenata dalle preoccupazioni sui dazi. S&P 500 -0,5%, Nasdaq -0,2%.

Per il terzo mese di fila a febbraio sono calati i consumi. A seguito della flessione di febbraio, Goldman Sachs e JP Morgan hanno rivisto al ribasso le stime sul Pil. A tagliare le previsioni è stata anche la Fed di Atlanta.

Petrolio in lieve ascesa, Brent a 64,92 dollari, Wti a 61,04 dollari al barile, dopo la diffusione di un rapporto contrastato sulle riserve di prodotti petroliferi negli Stati Uniti

TRUMP ARRUOLA LA COLOMBA KUDLOW

Politica in primo piano anche a Wall Street. Ieri Donald Trump ha dovuto incassare la sconfitta repubblicana in Pennsylvania, Stato in cui alle presidenziali aveva battuto Hillary Clinton di 20 punti, un serio campanello d’allarme in vista delle elezioni del prossimo autunno. “Come reagirà il presidente?”, si chiede lo strategist di Anthilia, Giuseppe Sersale. “Lo prenderà come un segnale che gli americani sono meno a loro agio con la  sua agenda politica, e ne modererà gli aspetti radicali, o andrà all’attacco, accentuandoli? Trattandosi di Trump, non c’è da essere troppo tranquilli”.

Ieri, però, Trump ha raffreddato le tensioni con la nomina a capo dello staff economico della Casa Bianca di Larry Kudlow, in sostituzione del dimissionario Gary Cohn. Kudlow, uno dei commentatori economici più noti al pubblico tv, aveva sostenuto Trump nel corso della campagna elettorale, ma lo ha anche criticato sulle scelte di politica commerciale.

CRIPTOVALUTE IN RITIRATA: STRETTA IN VISTA CON IL G20

Tempi grami per le criptovalute: il Bitcoin è precipitato ai minimi da un mese a 8.250 dollari (-10%); Ethereum, la seconda valuta per diffusione, è scivolata a 585 dollari. Google ha seguito le orme di Facebook vietando le pubblicità legate alle criptovalute, gli investitori si stanno innervosendo in vista del prossimo G20 in calendario a Buenos Aires (Argentina) il 19 e 20 marzo prossimi: in quell’occasione i ministri delle finanze e banchieri centrali potrebbero approvare un comunicato i cui si chiedono misure comuni per regolare l’attività dei mercati non regolati, sulla sia di quanto già stabilito la scorsa settimana dalla Sec.

MILANO SCIVOLA IN FONDO AL PLOTONE

Chiusura contrastata per i mercati europei sotto la pressione delle dichiarazioni sui dazi di Trump. Soffre Milano, frenata dall’incertezza politica e dall’attesa delle nuove regole sulle sofferenze bancarie.

La Borsa peggiore è stata infatti Piazza Affari, l’unica però in terreno positivo nel 2018. L’indice Ftse Mib (-1,05%) ha chiuso la seduta a quota 22.452 punti. Francoforte (+0,14%) è il solo mercato europeo a chiudere con il segno più. In lieve ribasso Parigi e Madrid (-0,2%). Poco mossa Londra (-0,09%).

LO SPREAD SALE A 144 PUNTI SULLE PAROLE DI SALVINI

“La politica monetaria rimarrà cauta, paziente e prudente” perché “abbiamo bisogno di ulteriori prove che la dinamica inflativa si stia muovendo nella direzione giusta”. Mario Draghi ha così ribadito ieri a Francoforte che la normalizzazione della politica monetaria sarà prudente e graduale. Ma, a neutralizzare le iniezioni antistress del presidente della Bce, sono arrivati i primi effetti sul mercato dell’instabilità politica, finora assenti al punto che Scott Thiele, numero due per il reddito fisso in Europa di BlackRock, si era spinto a dire che “l’assenza di volatilità nel mercato dei bond italiani dopo le elezioni – non ha senso”. Ma, alla fine, il rischio Italia è tornato a farsi sentire sui listini azionari e del reddito fisso.

La miccia l’hanno accesa le dichiarazioni di Matteo Salvini sull’euro (“era e resta una moneta sbagliata”). Lo spread sui Bund si è allargato fino a 144 punti base, prima di chiudere a 142. Il rendimento del decennale ha toccato quota 2,011%.

8Il Bund tedesco si è rafforzato fino ad un rendimento dello 0,583% contro lo 0,61%. Prosegue la corsa del Portogallo: l’emissione scadenza 2045 con un coupon del 4,10% è sceso al 2,8% per la forte richiesta del mercato.

ANGELONI (BCE) : BANCHE, L’ITALIA È UN’OSSERVATA SPECIALE

L’Italia è “un’osservata speciale” sui mercati perché ha banche “in parte ancora in una situazione rischiosa ha detto ieri il membro del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea Ignazio Angeloni, spiegando che dopo la riduzione dei non performing loan osservata di recente, l’Unione europea è pronta a fare passi avanti su proposte di condivisione del rischio come la garanzia unica sui depositi bancari.

Intanto ieri la Commissione Europea ha proposto nuove misure sui crediti deteriorati. Le banche avranno due anni per raggiungere la copertura totale delle perdite potenziali dei nuovi crediti non garantiti. Per quelli garantiti le banche dovranno arrivare a una copertura integrale in otto anni.

L’aumento dello spread ha affossato nel pomeriggio i titoli del credito: Unicredit -1,4%, Intesa -1,5%, Banco Bpm -1,5%. Sotto tiro in particolare Bper Banca (-2,3%).

BRILLA SOLO LEONARDO. SOTTO TIRO ATLANTIA E TELECOM

La nota positiva è venuta da Leonardo (+1,7%). In una nota ufficiale il gruppo ha annunciato la firma di una maxi-commessa dal Qatar di 28 elicotteri militari europei Nh 90. La commessa vale più di 3 miliardi di euro. Il gruppo italiano agirà in qualità di prime contractor per l’intero programma e sarà responsabile dell’assemblaggio, della consegna e del supporto di 12 dei 28 elicotteri, destinati in particolare a missioni navali.

Molto debole nel pomeriggio Atlantia (-2,53%) che ha comunicato i dettagli dell’accordo raggiunto ieri con Acs e Hochtief su Abertis: una soluzione giudicata in generale positiva dagli analisti, ma l’intesa fa sfumare la prospettiva di rilanci ipotizzati dalla speculazione.

Perde quota anche Telecom Italia (-2,2%), tra i peggiori titoli tlc, nonostante gli analisti abbiano confermato le proprie visioni positive sul titolo in attesa delle prossime mosse di Elliott.

GIGLIO GROUP PROMOSSA DALL’AIM ALLO STAR

In evidenza Ima (+0,73%) dopo la pubblicazione dei risultati. Per il 2018 si prevedono ricavi per circa 1,55 miliardi di euro e un Ebitda di 250 milioni.

I migliori titoli di tutta piazza Affari sono stati Aeffe (+6,28%), Giglio Group (+5,56%, promossa da Borsa italiana allo Star dall’Aim) e Leone Film Group (+4,85%).

In forte calo Safilo (-5%). La società dell’occhialeria di lusso ha chiuso il 2017 con una perdita netta di 251,6 milioni di euro, contro il rosso da 142,1 milioni dell’anno precedente, a causa di poste non ricorrenti.

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