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Generali conferma 5 miliardi di dividendi in 4 anni

La cedola salirà già dall’anno prossimo – Il Cfo Minali nella conference call dopo la pubblicazione dei conti: “Fiduciosi che i profitti dell’intero anno saranno significativamente più alti di quelli del 2014” – Nessuna operazione di M&A in vista – Per gli analisti i risultati di bilancio sono solidi: meglio delle attese l’Economic solvency

Generali conferma 5 miliardi di dividendi in 4 anni

Utili già superiori all’intero 2014 e cedola 2016 in crescita. Le Assicurazioni Generali hanno archiviato i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 1,7 miliardi, in crescita dell’8,7% e superiore ai 1,5 miliardi realizzati nello stesso periodo del 2014. Nella conference call con le agenzie di stampa, e poi anche nella successiva con gli analisti, il Cfo Alberto Minali ha confermato il target di oltre cinque miliardi di dividendi cumulati in quattro anni: un obiettivo in linea con la generazione di capitale che il gruppo può produrre in questo lasso di tempo.

“Confermiamo ancora una volta che pagheremo nel corso dei prossimi quattro anni dividendi cumulati sopra i 5 miliardi di euro, il che significa che sicuramente la cedola del prossimo anno dovrà aumentare – ha detto Minali – per noi è molto importante la generazione di cassa ed è questo un elemento che teniamo sotto controllo”, “in tutte le unità operative del gruppo sta aumentando la generazione di cassa e quindi i flussi di cassa che stanno arrivando alla capogruppo sono significativi”.

Il mercato nel primo pomeriggio non premia il titolo, che si muove debole in calo dello 0,92% mentre il Ftse Mib sale dello 0,21%. Gli operatori si sono focalizzati sui profitti del terzo trimestre che si sono fermati a 420 milioni, in calo del 18% rispetto ai 513 dello stesso periodo dell’anno prima e soprattutto contro i 555 milioni indicati dal consenso di Bloomberg. Il risultato è stato penalizzato dalla riduzione dell’utile operativo nel comparto vita e da svalutazioni più alte a causa della volatilità del mercato. “Ci aspettiamo un buon quarto trimestre – ha assicurato Minali – e siamo fiduciosi che i profitti dell’intero anno saranno significativamente più alti di quelli dell’anno scorso”.

L’indice Solvency I è risultato pari a 166% (+2 p.p. rispetto a fine 2014) mentre l’Economic Solventi ratio, che si basa su un nuovo modello interno basato su una serie di regole europee sul capitale (chiamate Solvency II) che saranno operative dal 2016, si è attestato al 196%.

Nel complesso sono positive le prime reazioni degli analisti. Gli analisti di Barclays, che titolano la prima nota dopo i risultati sui 9 mesi “Piccola delusione, Economic Solvency migliore” (“Small miss, Economic Solvency Better”), rilevano che l’utile operativo di 1.061 milioni di euro è in calo del 3% rispetto al consenso” ma anche che “a livello operativo il momento rimane solido nel settore vita (sebbene in leggero rallentamento) e continua a migliorare nel danni nonostante i margini già alti”. Inoltre, sottolineano che “l’Economic Solvency ratio si è attestato a 196% solo 4 punti meno rispetto al trimestre precedente e sopra al consenso si 190% grazie all’impatto positivo del restringimento degli spread sovrani che ha in parte compensato altri movimenti negativi del mercato”.

Per gli analisti di Ubs si tratta di “un decente set di numeri, con un capitale più solido e risultati operativi che continuano a essere raggiunti nel settore danni, entrambi fattori positivi”

In conference call con le agenzie di stampa Minali ha poi escluso che il gruppo scenda in campo nell’M&A. ”Non abbiamo in animo di fare in questo momento acquisizioni”, ha detto ricordando che quella recente fatta su MyDrive è stata “molto specifica e selettiva”, per poter dare al gruppo un insieme di competenze. Infine, commentando l’uscita di Generali dall’elenco delle istituzioni finanziarie sistemiche (Sifi) decisa nei giorni scorsi dal Financial Stability Board, ha detto: è “una conferma” e anche “una presa d’atto della realtà di un gruppo che diventa unicamente un gruppo assicurativo”. 

Il ceo Mario Greco si è infatti concentrato sul core business assicurativo vendendo le unità periferiche per aumentare la profittabilità. “Significa ancora una volta che tutto il lavoro fatto nel nostro business sull’attività assicurativa – ha aggiunto Minali – trova per noi una conferma nella decisione dell’Fsb”. Per le Sifi la normativa internazionale prevede requisiti patrimoniali più elevati.

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