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Gaza, Tajani: “Pronti a inviare i nostri militari per una missione Onu di pace”

Il ministro si è detto disponibile a inviare militari italiani, in una fase di transizione, per una possibile missione di pace Onu

Gaza, Tajani: “Pronti a inviare i nostri militari per una missione Onu di pace”

“Gli oltre 1.000 militari italiani in Libano sono là per una missione dell’Onu. Qualora servisse a Gaza, in una fase di transizione, una missione di pace, noi siamo pronti a inviare i nostri militari con l’Onu come portatori di pace. Non c’è nessuna richiesta americana di allargare la missione libanese al riguardo”. Lo ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ai microfoni di Radio24.

Tajani: “Non può essere Hamas a governare Gaza, piano arabo la linea del G7”

Parlando del futuro, il ministro degli Esteri ha sottolineato “Non può essere Hamas a governare un territorio che oggi soffre per colpa di Hamas”. Secondo Tajani, il piano di pace arabo è anche “la linea che il G7 segue, che l’Ue persegue”. Ovvero “due Popoli, due Stati, uno stato palestinese che sia riconosciuto da tutti e che a sua volta riconosca Israele”.

“Il 24 e il 25 sarò in Libano, Israele e Palestina” ha continuato Tajani. “Noi come Italia stiamo aiutando la popolazione civile” ha aggiunto, sottolineando il fatto che “tutte le mediazioni sono possibili”. Ad esempio “la Giordania è un Paese che svolge un ruolo molto importante”. “Lavoriamo per raggiungere la pace però ovviamente non possono più partire missili dalla striscia di Gaza, né dal Libano”, ha evidenziato.

A Tajani è stato chiesto anche se all’Italia sia arrivata una richiesta da parte degli Usa di allargare la missione Unifil in Libano. Il ministro ha risposto: “No, non c’è nessuna richiesta”. Tajani ha infine ribadito che “il comando è delle Nazioni Unite”.

Ministri Israele e Palestina al Consiglio Ue

Secondo fonti diplomatiche, i ministri degli Esteri di Israele e Palestina parteciperanno in presenza al Consiglio Affari Esteri di lunedì prossimo a Bruxelles. L’agenda, al momento, prevede una colazione con il ministro egiziano prima del Consiglio vero e proprio. Poi i 27 si concentreranno sull’Ucraina. Chiuso il capitolo sarà il turno del ministro israeliano. Quindi un pranzo con gli emissari di Arabia Saudita, Giordania e Lega Araba. Infine l’incontro con il rappresentante palestinese. 

Usa confermano nuovo attacco degli Houthi

Nel frattempo, in mattinata, gli Usa hanno confermato un nuovo attacco dei ribelli Houthi contro una loro nave. “Non ci sono stati né feriti né danni”, ha riferito il comando centrale Centcom, secondo cui i miliziani Houthi hanno preso di mira una nave mercantile americana. L’equipaggio della nave, la Chem Ranger, “ha visto i missili colpire l’acqua vicino alla nave» e «non ci sono notizie di feriti o danni», la nave ha «proseguito la sua rotta”. 

Dichiarazioni arrivano anche ai ribelli yemeniti Houthi che garantiscono un “passaggio sicuro” nel Mar Rosso alle navi cinesi e russe, ha detto Mohammed al Bukhaiti, uno dei leader dell’ufficio politico dei miliziani sciiti filo iraniani, al quotidiano russo “Izvestia”. “La follia e l’idiozia degli Stati Uniti e del Regno Unito si sono ritorte contro di loro: d’ora in poi nessuna delle loro navi potrà attraversare una delle principali rotte commerciali al mondo. Le perdite per i Paesi aggressori sono superiori a quelle dello Yemen”, ha detto al Bukhaiti. “Per altri Paesi, tra cui Cina e Russia, il trasporto marittimo nella regione non è a rischio. Inoltre, siamo anche pronti a garantire il passaggio sicuro delle loro navi nel Mar Rosso”, ha aggiunto il rappresentante degli Houthi. “Ma le navi israeliane, o quelle che hanno anche un debole legame con Israele, non avranno la minima possibilità di attraversare il Mar Rosso”, ha sottolineato al Bukhaiti. 

Netanyahu: “No a uno Stato palestinese nel dopoguerra”

Nel tardo pomeriggio di ieri, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di aver informato gli Stati Uniti di essere contrario alla creazione di uno Stato palestinese come parte di qualsiasi scenario postbellico. “In qualsiasi accordo futuro Israele deve controllare con sicurezza tutto il territorio a ovest del Giordano”, ha detto Netanyahu in conferenza stampa, “questo si scontra con l’idea di sovranità. Cosa ci possiamo fare?”. “Il primo ministro deve essere in grado di dire di no ai nostri amici”, ha aggiunto. 

Immediata la risposta degli Usa: “Niente cambia nella posizione del presidente Biden che la soluzione dei due Stati è la soluzione migliore nell’interesse non solo degli israeliani ma anche dei palestinesi”, ha detto il portavoce del consiglio di Sicurezza della Casa Bianca John Kirby, ,”È nel miglior interesse per la regione e non smetteremo di lavorare verso questo obiettivo”, ha aggiunto, sottolineando i punti di vista diversi con Netanyahu. “Noi crediamo che i palestinesi abbiano il diritto di vivere in uno stato indipendente in pace” ha affermato ancora evidenziando che il focus rimane che “Israele abbia quello di cui ha bisogno per difendersi da Hamas”. “Ma ci sarà una Gaza del dopo conflitto, non ci sarà una nuova occupazione di Gaza – ha concluso – siamo stati chiari su questo, vogliamo una governance che rappresenti le aspirazioni del popolo palestinese”.

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