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Gas: stoccaggi Italia al 90% ma bollette in aumento, l’Europa decide le misure contro la Russia

Il nostro Paese ha raggiunto in anticipo l’obiettivo sul fronte degli stoccaggi ma bollette in forte rialzo – Venerdì a Bruxelles il Consiglio dedicato all’energia, ma sul price cap rimane la spaccatura

Gas: stoccaggi Italia al 90% ma bollette in aumento, l’Europa decide le misure contro la Russia

La discussione sul price cap è rinviata, ma i prossimi giorni potrebbero essere comunque decisivi sul fronte dell’emergenza gas. Mentre la situazione delle forniture dalla Russia si aggrava – con il giallo dei danni al gasdotto Nord Stream per presunti “incidenti”, su cui alcuni leggono la firma di Vladimir Putin – la buona notizia per il nostro Paese arriva dal fronte degli stoccaggi.

Gas: Italia già al 90% degli stoccaggi

Il ministero della Transizione ecologica ha fatto sapere che l’Italia ha già raggiunto il 90% della sua capacità di stoccaggio di gas, centrando così in anticipo l’obiettivo fissato per la fine dell’autunno. “Un traguardo reso possibile dall’intenso lavoro portato avanti dal governo in questi mesi, grazie anche a Snam e al supporto di Gse e Arera – ha detto il ministro Roberto Cingolani – Tale risultato ci consente di puntare verso un obiettivo ancora più ambizioso, al quale lavoreremo nelle prossime settimane, ossia il 92-93% di riempimento degli stoccaggi, così da garantire maggior flessibilità in caso di picchi sui consumi invernali”.

Stoccaggi pieni ma bollette in aumento

L’obiettivo raggiunto sugli stoccaggi – la Ue ha fissato un obbligo di riempimento all’80-85% almeno – non risparmierà purtroppo ai consumatori italiani un nuovo balzo delle bollette in ottobre. Le previsioni di Nomina energia indicano + 60% per l’elettricità e +70% per il gas. Finora i prezzi alle famiglie sono rimasti sotto controllo per effetto dei provvedimenti del governo ma dal 1 ottobre l’Autorità per l’Energia potrebbe dover registrare le nuove scosse del mercato. Nel frattempo però l’Arera ha dato il via libera alle bollette gas mensili anziché bimestrali e questo potrebbe contenere l’impatto degli aumenti.

Per quanto riguarda il razionamento del gas, invece, il riempimento degli stoccaggi rassicura. Tuttavia l’ipotesi di un contenimento forzoso dei consumi non è del tutto accantonata: dipenderà anche dalla rigidità dell’inverno e da come proseguirà la “guerra del gas” con la Russia.

Rigassificatore Piombino: Snam ottimista sui tempi

Per quanto riguarda il rigassificatore di Piombino, “abbiamo la scadenza del 30 ottobre per il via libera e non ho motivo in questo momento per dire che non si possa chiudere positivamente – ha detto Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, durante l’Italian Energy Summit organizzato dal Sole 24 Ore – Poi inizieranno a Piombino sei mesi di intenso lavoro per rendere il rigassificatore disponibile per la prossima estate”.

Eni: “Indipendenza dal gas russo entro l’inverno 24-25”

L’obiettivo è ovviamente superare la dipendenza del nostro Paese dal gas russo ed Eni stima che si potrà raggiunge entro l’inverno 2024-2025. Tuttavia, sottolinea l’Ad Claudio Descalzi, per riuscirci serviranno più rigassificatori, oltre alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento non solo in Algeria e in Nord Europa, ma anche in altri Paesi come Egitto, Nigeria, Congo, Mozambico, Qatar e Indonesia.

Ue: venerdì Consiglio Energia per prepararsi all’inverno

Intanto, venerdì a Bruxelles andrà in scena un Consiglio straordinario Energia in cui i ministri europei del settore si riuniranno per discutere su come contenere l’aumento dei prezzi. In particolare, i ministri cercheranno di raggiungere un accordo politico su una proposta di regolamento del Consiglio, che contiene misure di natura eccezionale e temporanea, volte ad alleviare la pressione dei prezzi elevati dell’energia su cittadini e imprese. Non sarà un compito semplice, soprattutto considerando che al momento l’Europa importa il 58% dell’energia che utilizza.

La spaccatura sul price cap al gas

Nei giorni scorsi 13 Paesi europei hanno inviato una lettera a Bruxelles chiedendo di portare anche una proposta di price cap sul tavolo del Consiglio Energia di venerdì. Si tratta però di un argomento molto divisivo, su cui l’Europa continua a prendere tempo.

“Il price cap, chiesto sin dall’inizio da un numero sempre crescente di Stati Ue – si legge nella lettera – è l’unica misura che aiuterà ogni Paese a mitigare la pressione inflazionistica, gestire le aspettative, fornire un quadro in caso di potenziali interruzioni dell’approvvigionamento e limitare gli extraprofitti del settore. Il tetto dovrebbe essere applicato a tutte le transazioni e non limitato all’import da giurisdizioni specifiche”.

Insieme all’Italia, la lista dei Paesi firmatari della lettera comprende Spagna, Polonia, Grecia, Belgio, Malta, Lituania, Lettonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Romania. Com’è evidente, dall’elenco mancano Francia e Germania, e tanto basterà a rinviare ulteriormente la discussione sul price cap.

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