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Gas, Cingolani: “In due-tre anni Italia sarà indipendente dalla Russia”. Entro la primavera, import dimezzato

Gas dalla Russia: l’Italia dimezzerà l’import entro la primavera. Cingolani: “La Russia incassa un miliardo al giorno con i prezzi attuali, non credo chiuderà i rubinetti”

Gas, Cingolani: “In due-tre anni Italia sarà indipendente dalla Russia”. Entro la primavera, import dimezzato

L’Italia è al lavoro per affrancarsi dal gas russo. Lo ha detto il ministro della Trasizione ecologica Roberto Cingolani parlando ad Agora Extra su Rai3. “Stiamo lavorando – ha dichiarato – per affrancarci dal gas russo in 24-30 mesi. Noi dalla Russia importiamo ogni anno all’incirca 29 miliardi di metri cubi di gas, che sono approssimativamente poco più del 40% del gas che importiamo complessivamente. Questi vanno sostituiti e al momento abbiamo fatto un’operazione estremamente rapida ed entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo”, ha spiegato il ministro.

In pratica, quindi, l’Italia ha già tagliato della metà il proprio fabbisogno di gas russo. “Rimane poco meno della metà ancora scoperto e su questo stiamo lavorando con degli impianti nuovi di rigassificazione, altri contratti di lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e quindi ragionevolmente 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti per sostituire questi 29 miliardi di metri cubi che arrivano dalla Russia”.

Gas, Cingolani: non riapriamo le centrali a carbone chiuse

Nel frattempo, però, cosa può succedere? E in che misura l’eventuale ammanco di gas – in conseguenza delle eventuali ulteriori restrizioni per la guerra in Ucraina – potrà o meno essere coperto da un ritorno in produzione di centrali a carbone? Alla domanda Cingolani ha risposto così:

“Stiamo ragionando in un’emergenza epocale. Per quanto riguarda le centrali a carbone, “parliamo solo di quelle centrali, come Civitavecchia e Brindisi che sono ancora in funzione e si potrebbero mandare a pieno regime”. “Non riapriamo nulla, non riapriamo le centrali che sono chiuse perché l’impresa non varrebbe la spesa”. “Si tratta semplicemente di una possibilità in caso di emergenza molto più forte di quella attuale e limitata nel tempo. D’altra parte credo che anziché staccare l’elettricità alle persone quete accettino più volentieri procedere con strumenti contingenti per un periodi limitato”

Fonte: ministro Roberto Cingolani, Agora Extra, Rai3

Gas, Cingolani: non credo che la Russia voglia chiudere i rubinetti

 Non ci sono le premesse, ora, perché la Russia chiuda i rubinetti del gas per l’Europa. Ma se lo facesse, ci stiamo attrezzando. “Mi spiace parlare di denaro e di situazioni che interessano il benessere di noi cittadini dei paesi più ricchi in un momento come questo. Ma per rispondere – afferma ancora il ministro – faccio presente che in questo momento il gas si vende a oltre 300 euro per megawattora e questo gas che continua a fluire e che noi acquistiamo in Europa per le nostre industrie, il nostro riscaldamento, la nostra elettricità frutta ai russi quasi un miliardo di euro al giorno; quindi non sono sicuro che loro vogliano chiudere i rubinetti”.

Il ministro della Transizione ecologica risponde in merito al potenziale rischio per il riempimento degli stoccaggi e l’accumulo di riserve di gas in questa contingenza di guerra in Ucraina. “Come ho detto dovremo essere più rapidi possibile nel diventare autonomi rispetto a questa fornitura” ma “se dovesse, per qualche motivo, essere interrotta completamente la fornitura di gas dalla Russia le nostre riserve attuali e il piano di contingenza di emergenza che abbiamo fatto ci darebbero comunque un tempo sufficientemente lungo per arrivare alla stagione buona. Abbiamo ancora un po’ di stoccaggio, abbiamo altre situazioni che possono essere messe in funzione. Come ho detto ad aprile dovremmo avere fra i 15 e 16 miliardi di metri cubi, metà di quel gas da altre fonti, il che vuol dire che di fatto non dovremo fermare nulla”.

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