Condividi

Gas ai massimi e petrolio in calo: l’energia resta la bussola dei mercati finanziari. Sale lo spread

In attesa delle prossime mosse della Fed, i mercati sono in altalena e la loro bussola è ancora una volta l’andamento ambivalente dei prezzi dell’energia – Ftse MIb oltre quota 23 mila

Gas ai massimi e petrolio in calo: l’energia resta la bussola dei mercati finanziari. Sale lo spread

Borse scisse tra la voglia d’investire e i timori di recessione, mentre i prezzi del gas schizzano a livelli record e allungano un’ombra sul futuro: la chiusura è poco mossa per tutti i listini europei che, in una seduta dal sapore ancora estivo, hanno puntato soprattutto sui titoli difensivi e rallentato il passo con l’avvio incerto di Wall Street, dove i tecnologici sono in lieve calo. per alcuni si tratta in ogni caso della quinta seduta consecutiva in progresso.

Piazza Affari ha cercato invano di consolidare i 23mila punti, conquistati a più riprese nel corso della seduta, per poi chiudere a un soffio da quel traguardo: +0,12%, 22.997 punti base.

Fa meglio Francoforte +0,68%, benché la fiducia economica tedesca sia piuttosto giù, come mostra un indice Zew più basso delle attese a causa dei timori legati al potenziale impatto dell’incremento del costo della vita sui consumi.

Nel resto d’Europa svetta Madrid +1,03%, seguita da Londra +0,43% e Parigi +0,39%; sono negative Amsterdam -0,11% e Zurigo -0,42%.

A New York corre Walmart +5,8%, miglior titolo del Dow Jones (+0,6%) dopo una trimestrale superiore alle attese. Il colosso retail festeggia l’aumento dei prezzi e la voglia dei consumatori di tornare a spendere nei negozi, dimostrando che negli Usa l’inflazione non è solo un male, mentre si attendono in settimana le minute dell’ultima riunione della Fed.

Gas alle stelle

A preoccupare l’Europa sono però i valori alle stelle del gas, alimentati dai prezzi spot in Asia, dalla chiusura di impianti di produzione e trasporto di gas in Norvegia per manutenzione, dall’aumento delle temperature, dal calo della produzione eolica, idroelettrica e nucleare in diversi paesi europei. A caricare ulteriormente la miccia ha provveduto poi Gazprom, secondo cui i prezzi europei del gas potrebbero salire ancora del 60% a oltre quattromila dollari per mille metri cubi quest’inverno.

In giornata si è visto un rialzo del 7,7% a 237 euro per megawattora del prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam: il massimo storico di chiusura è di 227 euro toccato lo scorso marzo, quando nelle contrattazioni intraday il prezzo era volato anche a 300 euro.

Scendono d’altra parte i future del petrolio, depressi dai timori sulla domanda globale (soprattutto per il rallentamento economico cinese) e dalla possibilità di un accordo nucleare con l’Iran. Ieri la banca centrale cinese ha tagliato i tassi di prestito per cercare di ravvivare la domanda, proprio perché l’economia nazionale ha subito un inaspettato rallentamento a luglio, con l’attività manifatturiera e il retail penalizzati dalla politica di Pechino contro il Covid-19 e dalla crisi immobiliare.

Il Brent al momento tratta in calo frazionale intorno a 94,7 dollari al barile.

Barclays si è già mossa per tagliare la sua previsione del prezzo medio del Brent per quest’anno e il prossimo.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso, intorno a 1,017.

Piazza Affari si salva con le utility

Nella prima seduta della settimana, dopo la festa di Ferragosto, Piazza Affari si salva con gli acquisti sulle utility: A2a +2,46%, Italgas +2,37%, Snam +2,15%, Terna +2,07%, Enel +1,33%.

Tra i titoli in denaro anche Inwit +1,8%, Leonardo +1,84%, Stm +1,13%. Per quanto riguarda il gruppo dei chip Banca Akros segnala implicazioni “leggermente positive” dalle indiscrezioni di Bloomberg su, che Apple avrebbe chiesto ai suoi assemblatori di produrre 90 millioni di unità del nuovo iPhone 14 che sarà lanciato sul mercato a settembre.

Il listino risulta frenato dalle vendite su Amplifon, -5,27%, allarmata dal crollo della rivale Sonova (-15,89% a Zurigo) che ha rivisto al ribasso le previsioni sugli utili per l’anno in corso, citando uno sviluppo più lento di quanto stimato in alcuni mercati importanti e un aumento dei costi dei componenti e dei trasporti.

Arretra Telecom -3,62%, dopo i guadagni di venerdì scorso a seguito di ipotesi di delisting nel caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni politiche.

Le prese di beneficio zavorrano anche Nexi -1,42%.

Male i titoli oil a partire da Saipem, -2,63% e con l’eccezione di Saras +5,32%.

Finanziari deboli, Finecobank -1,93%, Unicredit -1,4%.

Resta a galla Bper +0,12%. La banca ha reso noto che il nuovo consiglio di amministrazione di Carige torna operativo dopo che il Tribunale di Genova ha tolto lo stop alle delibere dell’assemblea di giugno sul nuovo consiglio e sull’azione di responsabilità verso gli ex vertici.

Lo spread è stabile, 217 punti base, ma i tassi mordono: il Btp decennale è +3,14%, quello del Bund di pari durata è +0,97%.

Commenta