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Garante della Privacy: una mail non vale un licenziamento

Si potranno licenziare i dipendenti per una mail? Assolutamente no. Dopo la sentenza della Corte europea che ha confermato il licenziamento di un ingegnere dopo controlli sulla sua mail aziendale, il Garante della Privacy è intervenuto a spiegare le ragioni della decisione, chiarendo ancora una volta la reale natura dei controlli.

Garante della  Privacy: una mail non vale un licenziamento

Le nuove regole relative ai controlli sul lavoro introdotte dal Jobs Act preoccupano non poco i dipendenti italiani. Ad acuire i timori è arrivata anche la sentenza del 12 dicembre della Corte europea dei diritti umani che, secondo alcuni, sancisce la fine della privacy in ambito lavorativo.

La decisione dei giudici si basa su un ricorso presentato da un ingegnere romeno lincenziato dalla propria azienda per inadempimento contrattuale, provato anche dall’uso personale, durante l’orario di lavoro, della mail aziendale. La Corte ha confermato la ragionevolazza del principio di bilanciamento tra privacy dei dipendenti ed esigenze dell’azienda, avallando la decisione della azienda e riportando in auge il tema dei controlli sul lavoro.

A chiarire la situazione è intervenuto – tramite il suo blog pubblicato su Huffington Post Italia – il Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro, che sottolinea come la decisione della Corte europea si fondi su tre capisaldi: controlli proporzionati allo scopo, limitati nel tempo e nell’oggetto, fondati su presupposti tali da legittimarne l’esecuzione. Infine, devono essere già previsti dalla policy aziendale, di cui il dipendente deve essere adeguatamente edotto.

La valutazione della Corte è in linea con la giurisprudenza europea, con quella italiana e con i principi affermati dal Garante della Privacy.

Soro spiega infatti che: “Con questo provvedimento si è prescritto al datore di lavoro di informare i lavoratori delle condizioni di utilizzo della mail aziendale (e anche della stessa rete, in orario di lavoro o comunque con gli strumenti messi a disposizione dal datore), dei controlli che il datore di lavoro si riserva di effettuare per fini legittimi, nonché delle eventuali conseguenze disciplinari suscettibili di derivare dalla violazione di tali regole.

Il garante sottolinea che, dopo le modifiche ai controlli arrivate nell’ambito del Jobs Act “i controlli datoriali devono comunque essere improntati a gradualità nell’ampiezza e nella tipologia con assoluta residualità dei controlli più invasivi, legittimati solo a fronte della rilevazione di specifiche anomalie e comunque all’esito dell’esperimento di misure preventive meno limitative dei diritti dei lavoratori.”

In altre parole, il datore di lavoro non potrà licenziare nessuno per una mail. I dipendenti possono stare tranquilli. 

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